PORDENONE – Ricordati sabato 27 novembre i 70 anni di Confcooperative Pordenone che, erede della cooperazione di fine Ottocento e inizio Novecento, sorse nel 1951. Il convegno “La Cooperazione a Pordenone. I 70 anni di Confcooperative” nella sala Zuliani a Pordenone Fiere ha permesso di fare un quadro non solo della storia ma anche della situazione attuale del mondo cooperativo provinciale, alle prese con la sfida del Covid-19 e con le dinamiche del mercato senza dimenticare mai i suoi fini sociali.
“In questa terra ci sono distretti con una densità cooperativistica tra le più alte d’Italia – ha dichiarato il presidente di Confcooperative nazionale Maurizio Gardini, ospite della giornata -: cooperative che in questi 70 anni hanno vissuto il periodo della ricostruzione e dello sviluppo, dalla povertà del dopoguerra a comunità orientate al futuro. La pandemia ha portato fratture sociali ma anche nuove sfide e opportunità, come per esempio i fondi del PNNR, oltre a bisogni della società civile che anche qui a Pordenone troveranno risposta grazie alle cooperative”.
“La cooperazione pordenonese – ha sottolineato il presidente di Confcooperative Pordenone Luigi Piccoli – si caratterizza per essere “trasversale” a tutti i settori, in quanto abbraccia il credito, l’agricoltura, il sociale, la distribuzione, la produzione, i servizi, l’edilizia, il sanitario. Confcooperative Pordenone è il luogo ideale dove queste cooperative possono incontrarsi, ascoltarsi e fare sintesi, creare spazi di comunicazione per costruire risposte adeguate a scenari in continua evoluzione. Le quattro principali attenzioni su cui stiamo puntando in occasione del settantesimo di fondazione della nostra realtà sono un occhio alla storia ed alle nostre radici; e poi il ruolo delle donne cooperatrici; lo spazio per i giovani cooperatori; e infine, ma centrale, la cooperazione come fattore di sviluppo nella comunità”.
“La Destra Tagliamento – ha detto l’assessore regionale Risorse agroalimentari, forestali, ittiche e montagna Stefano Zannier, – come dimostrano i dati, si manifesta ancora come un’entità territoriale dinamica e in controtendenza, in senso positivo, rispetto agli effetti del momento indotti anche dalla pandemia. È una realtà che se ha risentito della situazione causata dall’emergenza sanitaria, ha saputo ripartire subito adeguandosi alle mutate necessità della società e alle richieste e attese dei mercati, traguardando in prospettiva. Questo, com’è tradizione per il mondo della cooperazione e com’è tradizione del tessuto economico produttivo, che alla pari della cooperazione nel pordenonese ha una tradizione ultrasecolare”.
I lavori – davanti a una platea con diversi consiglieri regionali, sindaci, amministratori e presidenti di cooperative – si sono aperti con la premiazione dell’unica cooperativa ancora attiva tra quelle fondatrici del 1951 – la Latteria di Palse con il presidente Giuseppe Zanetti – e una di quelle di più recente costituzione – cooperativa di comunità Insieme di Meduno sorta da poche settimane, con la socia Anna Iogna che ha portato i saluti della vicepresidente Patrizia Marescutti – oltre al neocostituito Gruppo giovani di Confcooperative Pordenone con il referente Luca Luison della cooperativa Il Piccolo Principe. Sul palco anche i sindaci dei due Comuni delle Cooperative della provincia, Lavinia Clarotto (Casarsa della Delizia) e Michele Leon (San Giorgio della Richinvelda) realtà dal grande dna cooperativo visto il numero di imprese presenti.
“Facciamo impresa nella comunità dal 1951” il titolo della relazione del presidente Luigi Piccoli. Saluti istituzionali a cura del vescovo della Diocesi di Concordia Pordenone Giuseppe Pellegrini, di Daniele Castagnaviz presidente di Confcooperative FVG e portavoce di Alleanza Cooperative Italiane FVG e del consigliere del Comune di Pordenone Massimo Drigo che ha consegnato una targa commemorativa a Confcooperative Pordenone.
Lo studio “La cooperazione pordenonese alla prova della pandemia: un dinamismo in trasformazione”, realizzato dal professor Daniele Marini, docente di Sociologia dei processi economici e del lavoro all’Università di Padova ha evidenziato come in generale la cooperazione pordenonese (che vale il 10% della forza occupazionale provinciale) guarda al futuro prossimo con ottimismo in modo certamente più deciso rispetto alla vicina Marca trevigiana e, soprattutto, alla media delle colleghe venete dopo le sfide del Covid-19.
A seguire tavola rotonda “La cooperazione fattore di sviluppo nella comunità”, moderata dal direttore del Messaggero Veneto e Il Piccolo Omar Monestier ha visto l’assessore regionale Risorse agroalimentari, forestali, ittiche e montagna Stefano Zannier, il vicepresidente della Camera di Commercio Pordenone-Udine Michelangelo Agrusti, il consigliere del Consorzio tutela Doc Prosecco e presidente di Confcooperative Belluno Treviso Valerio Cescon insieme a Piccoli e Marini ragionare su stato di fatto e obiettivi futuri della cooperazione.
PARTNER
L’evento gode del patrocinio della Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia, del Comune di Pordenone e dei Comuni delle Cooperative Città di Casarsa della Delizia e Comune di San Giorgio della Richinvelda. Le iniziative sono sostenute in particolare da Camera di Commercio Pordenone-udine, Bcc Pordenonese e Monsile, Friulovest Banca, Vivai Cooperativi Rauscedo, La Delizia viticoltori friulani, Cantina Rauscedo, Cantina Ramuscello, Friulfruct, Circolo Agrario Friulano, C.a.r.a.c, Cooperativa agricola Bannia, Fondosviluppo FVG.
Relazione presidente Piccoli
“Confcooperative Pordenone rappresenta oggi quasi l’80% delle cooperative presenti nella provincia: 136 cooperative e 2 banche di credito cooperativo, 440 milioni di Euro il valore della produzione e più di 7 miliardi la raccolta globale sommata agli impieghi delle banche di credito cooperativo; più di 60 mila i soci e oltre 7 mila gli occupati. Sono numeri importanti, riteniamo, in tempi di crisi, soprattutto perché riflettono una sostanziale tenuta del sistema. Un patrimonio di imprese presenti in tutti i settori dell’economia. Infatti la cooperazione pordenonese si caratterizza per essere “trasversale” a tutti i settori, in quanto abbraccia il credito, l’agricoltura, il sociale, la distribuzione, la produzione, i servizi, l’edilizia, il sanitario. Confcooperative Pordenone è il luogo ideale dove queste cooperative possono incontrarsi, ascoltarsi e fare sintesi, creare spazi di comunicazione per costruire risposte adeguate a scenari in continua evoluzione. Le quattro principali attenzioni su cui stiamo puntando in occasione del 70.mo di fondazione della nostra realtà sono un occhio alla storia ed alle nostre radici; e poi il ruolo delle donne cooperatrici; lo spazio per i giovani cooperatori; e infine, ma centrale, la cooperazione come fattore di sviluppo nella comunità”.
Relazione professor Marini
Il 71% delle associate di Confcooperative Pordenone che hanno partecipato alla rilevazione occupa giovani di meno di 30 anni tra gli addetti, il 41% con lavoratori di origine straniera e il 60% ha donne in ruoli di responsabilità.
In totale la cooperazione pesa per il 10% dell’intero panorama occupazionale in provincia di Pordenone. Livelli occupazionali che durante la pandemia sono rimasti stabili nel 65% delle cooperative, con un 23% che ha pure aumentato gli addetti.
Per il secondo semestre 2021 ci si aspetta una crescita sul mercato interno per il 36,3% mentre chi esporta sta vivendo con preoccupazioni le tensioni internazionali.
In generale la cooperazione pordenonese guarda al futuro prossimo con ottimismo in modo certamente più deciso rispetto alla Marca trevigiana e, soprattutto, alla media delle colleghe venete.
Mediamente ogni mese le cooperative intessono relazioni con oltre 3.600 famiglie, 110 associazioni di volontariato e 75 associazioni di categoria con cui costruiscono progettualità e interventi. Sotto il profilo economico sono in filiera con oltre 5.800 imprese e 1.600 fornitori. In altri termini, sviluppano un “PIL sociale” che non è conteggiato nelle stime dell’economia reale, ma senza il quale l’intera società (e di conseguenza l’economia) ne risentirebbe fortemente.