La settimana ha visto un declino nei mercati azionari, con i titoli tecnologici che hanno registrato una riduzione maggiore rispetto ad altri indici, attenuando così il rally iniziato all’inizio dell’anno. Tuttavia, è importante notare che il movimento della scorsa settimana può essere interpretato come una breve correzione all’interno del trend rialzista iniziato da ottobre 2023, con gli indici ancora in rally di oltre il 20%. Le azioni hanno avviato una fase ribassista durante la settimana a seguito dell’attacco da parte dell’Iran a Israele e della controffensiva israeliana. Tuttavia, l’impatto sui mercati è stato finora limitato, con la questione geopolitica che ha stimolato prese di profitto e ha imposto una certa cautela.
Le tensioni geopolitiche nel Medio Oriente e il prezzo del petrolio, che ha registrato un calo del 2,80%, confermano questa tendenza. Le azioni militari, in realtà, sembrano aver contribuito a evitare ulteriori escalation. Tuttavia, rimane un avvertimento sullo sfondo: se la situazione dovesse deteriorarsi ulteriormente, potremmo assistere a shock petroliferi che potrebbero destabilizzare i mercati.
Gli investitori rivolgono ora la loro attenzione alle trimestrali delle principali aziende tecnologiche americane. I risultati attesi questa settimana potrebbero essere superiori alle aspettative e potrebbero catalizzare un rimbalzo tecnico dopo la correzione. Le previsioni indicano un aumento degli utili del primo trimestre superiore al 38% rispetto all’anno precedente, ben al di sopra delle previsioni per l’S&P 500, che si attestano al 3,9%, saranno giorni “cruciali”.
Mercato Azionario
Nella settimana appena trascorsa, i mercati azionari hanno subito un improvviso rallentamento. L’indice S&P 500 ha chiuso per la terza settimana consecutiva in territorio negativo, scendendo ormai al di sotto del 5% rispetto ai massimi di marzo 2024. Il comparto tecnologico ha sofferto ancor di più, con un crollo del 2,1% solo nella giornata di venerdì, segnando il ribasso più marcato dall’anno scorso, pesano le correzioni di Nvidia e Super Micro Computer, due colossi dell’intelligenza artificiale. A questo bisogna aggiungere le tensioni nel Medio Oriente e la conferma dell’assenza di tagli ai tassi da parte della Fed.
In Europa, gli indici hanno chiuso invece in leggero calo, suggerendo che il mercato dell’eurozona già si aspetta una politica monetaria più accomandante rispetto all’america. Questa prospettiva di riduzione del costo del denaro offre una speranza al mercato, con l’Eurostoxx50 che chiude in ribasso dello 0,57%, mentre il nostro indice ha registrato un modesto aumento dello 0,62%.
Mercato Obbligazionario
I dati sull’occupazione e l’inflazione negli Stati Uniti, superiori alle aspettative, hanno innescato un aumento dei rendimenti sui Treasury, portandoli ora vicino alla soglia psicologica del 5% per quelli a scadenza di 2 anni, il livello più alto raggiunto nel 2024. Questo movimento al rialzo dei tassi è stato alimentato dalle dichiarazioni sempre più restrittive dei funzionari della Fed e dalla previsione che i tagli ai tassi saranno molto probabilmente posticipati a inizio novembre 2024. Durante la settimana, le preoccupazioni legate alla questione geopolitica e ai possibili shock nel settore delle materie prime ed energetiche hanno rafforzato questa prospettiva anzi hanno alimentato lo scenario di un inflazione in crescita e un aumento dei tassi.
Per quanto riguarda le mosse della BCE, in particolare riguardo alla curva dei tassi, la probabilità di un taglio dei tassi (di 0,25 punti percentuali) a giugno da parte della Banca Centrale Europea è confermata. I funzionari della BCE concordano nell’iniziare la riduzione dei costi di finanziamento a giugno, in coincidenza con le elezioni europee, e se l’inflazione dovesse ridursi ulteriormente nei prossimi mesi, potrebbe essere presa in considerazione anche un’ulteriore diminuzione a 0,50 punti base sempre a giugno.
Mercato delle Materie Prime
L’attacco israeliano al consolato iraniano e la successiva ritorsione dell’Iran hanno avuto un impatto insignificante sul prezzo del petrolio durante questa settimana, che ha chiuso addirittura in ribasso rispetto alla settimana precedente, registrando un calo del 2,80%. Al contrario, l’oro ha registrato un apprezzamento trainato dalle tensioni nel Medio Oriente, chiude a 2400 dollari l’oncia, aumento supportato dall’avversione al rischio degli investitori.
Mercato delle Valute
Il cambio euro-dollaro è rimasto stabile durante la settimana, ma i dati economici americani hanno effettivamente rafforzato il dollaro rispetto alla valute europea e non solo. Il dollaro ha registrato un netto rialzo rispetto a quasi tutte le valute, con il dollar index che ha guadagnato il 4,70% dall’inizio dell’anno. Il Bitcoin ha subito una leggera correzione, registrando un calo dello 1,25%, ma ha poi ripreso slancio dopo l’halving che ne ha dimezzato la quantità offerta.
Dott. Alessandro Pazzaglia, consulente finanziario indipendente, www.pazzagliapartners.it