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lunedì , 29 Dicembre 2025

Benvenuti nell’Italia dei patentini: l’arte di complicarsi la vita per lavorare.

Italia, terra di tasse, autovelox e… patentini.

Se vuoi lavorare con un trattore, comprare fitofarmaci, fare il mediatore, preparati a presentare documenti, certificati e fare un esame.“

Hai un diploma in agraria? Attento, ti esoneriamo dal corso, ma devi comunque superare un esame… perché devo sapere che sai cosa fai”.

È il nuovo motto: “massima sicurezza, minimo sforzo” (ma in Italia a volte può succedere il contrario).

Per guidare un trattore agricolo, non è più sufficiente essere in possesso della sola patente di tipologia A, B o C ma è obbligatorio conseguire la cosiddetta patente o patentino per trattori agricoli. Per usare la motosega serve il patentino, ma chiamarlo “patentino” è un volo romantico: sono corsi privati solo per autodifesa assicurativa. Per diventare mediatore immobiliare serve un corso di 150 ore e poi un esame presso la Camera di Commercio. I geometri e gli altri professionisti come gli architetti, ingegneri, e periti edili, non sono esonerati dall’esame.

La situazione in Francia, Germania, Spagna.

In Germania tutto si regge sulla fiducia. Vuoi usare un trattore? Ti formano una volta sola e poi si fidano che tu non decida di usarlo in autostrada. I corsi sono precisi, razionali, e se qualcosa va storto, è perché tu non hai letto il manuale. Il cittadino tedesco non ama le scartoffie, ma ama l’ordine: e in fondo la differenza sta tutta lì.

In Francia la burocrazia è come il vino: c’è ovunque, a volte ti gira la testa, ma alla fine scorre bene. I moduli si fanno online, di solito tutto funziona, e se qualcosa va storto, arriva persino una mail di scuse.

In Spagna la burocrazia è più rilassata: c’è sempre un modulo da firmare, ma con calma. Gli uffici pubblici sorridono, i portali digitali finalmente funzionano e le scadenze si affrontano senza ansia. Tutto procede con lentezza, perché anche tra i timbri, gli spagnoli trovano sempre il tempo per una “tapa”.

Da noi forse sarebbe più utile, invece di moltiplicare corsi e registri, puntare su percorsi unici e integrati, che riconoscano le competenze già acquisite e semplifichino davvero la vita a chi lavora. Voglio anche pensare che da ogni patentino emerga un desiderio di sicurezza, competenza e controllo tecnico.

I controlli da parte delle autorità sono fondamentali, ma l’efficienza si raggiunge con la semplificazione.

La mia proposta è puntare ad una razionalizzazione che passi attraverso le seguenti misure concrete:

– un solo esame per le categorie simili;

– il riconoscimento automatico delle competenze già acquisite con certificati validi in tutta Europa;

– la registrazione delle competenze in modo sicuro grazie alla tecnologia blockchain;

– un portale unico dove controllare tutti i requisiti, scadenze e rinnovi. Niente più pellegrinaggi tra uffici diversi per lo stesso obiettivo.

Solo quando chi lavora potrà davvero concentrarsi sul proprio mestiere, allora sì che potremo dire di essere un Paese moderno.

Enrico Sgariboldi

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