All’interno del Monastero di Santa Maria in Valle oggi si sono ritrovati una cinquantina di produttori naturali della zona di confine tra Italia, Austria e Slovenia.
La rassegna Borderwine giunge quest’anno alla terza edizione e si conferma come un evento di straordinario interesse per quel pubblico di winelovers appassionati o addetti al settore che ricercano nel calice la massima espressione di terroir e vitigno.
Naturale significa rispetto della terra e rispetto della pianta che, uniti alla piena conoscenza delle diverse fasi della vinificazione e ai minimi interventi del vignaiolo, portano alla nascita della bottiglia all’insegna della tipicità e di ciò che la natura esprime.
I confini del Borderwine sono strettamente legati all’idea di produrre vino “al limite”, più che non voler indicare confini meramente geografici. Per questo motivo, alla rassegna sono presenti anche produttori provenienti dal vicino Veneto, dal Piemonte e dalla Lombardia.
Produttori la cui concezione di viticoltura si pone ai confini con quella convenzionale, ma sempre con risultati eccellenti.
Seguire la strada del naturale significa salvaguardare il terreno, rifiutare l’utilizzo di sostanze chimiche quali soluzione alle difficoltà che possa presentare un’annata difficoltosa da un punto di vista climatico, limitato intervento dell’uomo nelle pratiche di cantina.
Da manifestazione di nicchia, Borderwine si colloca oggi come manifestazione di grande interesse, così come lo è il mondo dei vini naturali.
Questi vini sono sempre più presenti nei banchi d’assaggio, nelle carte dei vini dei ristoranti ed oggi attraggono appassionati e professionisti del settore.
I nomi delle aziende presenti quest’anno a Cividale sono di altissimo livello e rafforzano, nei degustatori, la convinzione che la strada del naturale, ovvero della tutela dell’ambiente, sia quella giusta.
Parlare di vini naturali è facile, produrre naturale però è tutt’altra cosa: espone maggiormente il produttore ai rischi degli eventi meteorologici nonché parassitari in quanto gli strumenti di difesa, a sua disposizione, sono limitati rispetto alla viticoltura convenzionale.
Inoltre, l’elevata qualità di un vino non è necessaria e diretta conseguenza dell’essere naturale: ai risultati di pregio presentati sui banchi di Borderwine ci si arriva solamente dopo parecchi anni di fatiche, ricerca, studio, tentativi, mancati guadagni ed anche fallimenti.
Significativo è ciò che mi racconta un produttore, felice di aver fatto un solo trattamento a base di rame e zolfo da inizio stagione, mentre altri suoi colleghi hanno già raggiunto la decina.
Ovviamente l’armonia, l’equilibrio che quelle piante hanno raggiunto nel territorio ove si trovano, sono stati raggiunti con anni e anni di pratica “naturale”, puntando all’auto-sostenibilità della pianta, che il più delle volte ripaga con risultati straordinari.
Ma il chiostro del Convento è stato anche il luogo ove degustare prodotti tipici del Friuli Venezia Giulia e del Veneto: dai formaggi alla Pitina, dei mieli alle farine da grani antichi, dall’olio alle gubane, dalle birre ai distillati.
Borderwine è anche degustazioni guidate e masterclass, cene a tema che si svolgono nella giornata odierna e in quella di domani. La rassegna quest’anno si svolge infatti anche nella giornata di lunedì 28, per dar modo di partecipare anche ai ristoratori impegnati nel weekend con le proprie attività.
Programma, orari ed appuntamenti sul sito www.borderwine.eu.
Antonio Lodedo