Convegno “Prosecco: mercato 2019 e prospettive future”

GODEGA SANT’URBANO (TV) – Chiaro e forte il messaggio arrivato da parte di Istituzioni e Consorzi di Tutela sulla gestione del fenomeno Prosecco, tanto nell’immediato quanto nel prossimo futuro. Questo il tema di cui si è discusso durante il convegno “Prosecco: mercato 2019 e prospettive future” a Godega di Sant’Urbano, evento che di fatto inaugura l’edizione 2019 dell’Antica Fiera di Godega che si svolgerà dal 2 al 4 marzo.

In una sala gremita da oltre mille presenze, tra cui molti giovani imprenditori agricoli, sono intervenuti il Governatore della Regione Veneto Luca Zaia, l’Assessore Regionale all’Agricoltura Giuseppe Pan ed i Presidenti dei Consorzi di Tutela.

Fondamentale il ruolo svolto da questi ultimi, che di fatto sono responsabili della gestione di una componente importante dell’agricoltura veneta, rappresentante un business che pesa per circa 5/6 miliardi di euro. Protagonista è l’uva Glera, che su circa 34 mila ettari di vigneto, ha consentito il raggiungimento dell’importante traguardo delle 540 milioni di bottiglie. Difficile poter pensare all’agricoltura veneta senza Prosecco oggigiorno, ma è anche vero che il successo di questo prodotto ha condizionato fortemente il vigneto veneto e non solo. Va quindi ben gestito affinché non si trasformi in un boomerang dopo oltre dieci anni di successi.

Fondamentale il ruolo del viticoltore, proprietario di ampi o piccoli appezzamenti indifferentemente: a tutti oggi va chiesto di seguire la medesima strada, quella caratterizzata da una produzione di qualità, con orientamento verso un’agricoltura sostenibile rispettosa dell’ambiente.

Puntare sulla qualità è quel fattore che consente di distinguersi in un mercato sempre più difficile e affollato di competitors. Al produttore oggi viene richiesto di prendersi cura dei propri vigneti in modo tale da far crescere sempre più la qualità proprio vino, abbandonando invece la strada della richiesta di nuove superfici da impiantare. Attenzione andrà riservata anche ad altri vitigni: la diversità in campo consente di affrontare un eventuale calo di richiesta di Prosecco. Calo che non è da escludersi possa verificarsi, dopo anni e anni di trend positivo spesso a due cifre.

La sostenibilità ambientale non è solamente uno stile aziendale, non è più la visione di una ristretta cerchia di produttori; la riconversione al biologico è sempre più richiesta dal consumatore e attenzionata dai buyers esteri molto attenti a queste tematiche. D’altronde la critica da parte di opinione pubblica e organi di stampa ai numerosi trattamenti in campo, è sempre più ferma e col tempo potrebbe influenzare le scelte di acquisto dei prodotti.

Importante il richiamo ad un tema quanto mai attuale: i vitigni resistenti. Questi vitigni, più noti con l’acronimo PIWI, sono quei vitigni ottenuti da incroci con viti di provenienza per lo più nordica, caratterizzati dalla capacità di resistere a malattie quali oidio e peronospora e che potrebbero venire in aiuto anche dell’uva Glera. Sono già in atto sperimentazioni e vinificazioni di uve da vitigni resistenti, ma per tali vitigni ancora non vi è l’autorizzazione affinchè possano essere ricompresi tra quelli ammessi a far parte delle doc o docg.

Confortante infine il dato di crescita, pari al +23% anno su anno a livello nazionale, dei giovani che si sono avvicinati al mondo agricolo. Questo dato è di fondamentale importanza per affrontare il problema del ricambio generazionale e per garantire la prosecuzione della gestione del vigneto. Vigneto in cui non va perseguita la monocoltura, soprattutto in questa fase storica, ma valorizzando l’esistente, ricercare nella differenziazione varietale nuove opportunità di business.

Antonio Lodedo




Condividi