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lunedì , 23 Dicembre 2024

Coppia uccisa Pordenone: pesista, sentiti 3 colpi e visto Audi

UDINE – Si è aperta con la testimonianza di Stefano Protani, il pesista che frequentava la stessa palestra di Teresa Costanza e Trifone Ragione, la settima udienza in Corte d’Assise a Udine del processo a Giosuè Ruotolo, unico imputato per l’omicidio della coppia di fidanzati, il 17 marzo 2015 nel parcheggio del palazzetto dello sport di Pordenone.

Quella sera, dopo l’allenamento Protani era uscito dalla palestra insieme a Teresa e Trifone.

Li aveva salutati, aveva incrociato il runner mentre appoggiava il borsone nel bagagliaio ed era appena salito in auto quando ha sentito i colpi. ”Stavo facendo retromarcia – ha detto – a metà manovra ricordo che ho sentito tre colpi. Ho spento l’autoradio e mi sono guardato intorno. Non ho visto nulla e ho pensato che fossero stati dei ragazzini che lanciavano i petardi. E sono ripartito”.

Nell’uscire dal parcheggio è passato nei pressi della macchina della coppia ”e mi è parso di vedere i capelli di lei verso il vetro”. E sul lato opposto della carreggiata di sinistra, ”affiancata alla cabina elettrica”, ha notato un’auto ”Audi A3 sportback grigio metallizzato, con i fari a incandescenza; aveva i fari di posizione accesi”.

All’interno dell’abitacolo, non illuminato, ha scorto una figura che ”teneva le mani sul volante in posizione dieci e un quarto, mi è parso che fosse una donna di mezza età, per come teneva il volante e perché mi era parso che avesse dei capelli lunghi o forse era un cappuccio sul collo. Ma non sono sicuro se fosse un uomo o una donna”.

Solo più tardi Protani ha riferito di aver saputo che nel parcheggio erano stati trovati i corpi senza vita di Teresa e Trifone. Ad avvisarlo era stata una telefonata della fidanzata e un sms ricevuto nel gruppo whatsapp creato con i compagni di allenamento: ”Rispondevano tutti tranne Trifone, allora siamo andati nel parcheggio per vedere cosa fosse successo. A quel punto ho realizzato che quello che avevo sentito non erano micette”.

In aula viene quindi proiettato un video con il sopralluogo fatto dal teste sul posto.

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