Delitto Rossella Corazzin, Izzo tira in ballo il mostro di Firenze

Ogni frase pronunciata da Angelo Izzo sembra gettare una ulteriore ombra sui misteri della cronaca italiana. Così, dopo aver tirato in ballo i ragazzi del delitto del Circeo per l’omicidio di Rossella Corazzin, 17 anni di San Vito al Tagliamento, rapita 43 anni fa e mai più trovata,  è la volta dell’ambiente legato al mostro di Firenze.

Secondo Izzo, ci sarebbe un collegamento tra la morte della 17enne sparita da Tai di Cadore (Belluno) e Francesco Narducci, il medico morto nel 1985, che in passato è stato chiamato in causa nei fatti relativi ai misteri del mostro di Firenze.

Francesco Narducci è stato tra i sospettati per il ruolo di mandante dei delitti del mostro di Firenze. Sul suo suicidio, in passato sarebbero emerse anche altre ombre. Ora, Angelo Izzo lo chiama in causa anche per la morte di Rossella Corazzin che, sempre secondo l’autore del delitto del Circeo, sarebbe stata provocata dalla violenza di non meno di dieci persone, dopo il sequestro della 17enne e il trasporto della stessa nella villa sul Trasimento di proprietà dello stesso Narducci. Quest’ultimo, sempre secondo il racconto di Izzo, avrebbe partecipato al massacro.

Un delitto particolarmente brutale. Gianni Guido e Francesco Narducci con Andrea Ghira e altri due giovani – stando al racconto fatto ai magistrati dallo stesso Angelo Izzo -, si sarebbero avvicinati a Rossella a bordo di una Land Rover mentre stava passeggiando a Tai di Cadore. Ma le cose terribili si sarebbero ferificate nella casa sul lago Trasimeno, sempre secondo il racconto di Izzo: venne inscenato un vero e proprio rito satanico, con la ragazza che sarebbe stata legata a un tavolo, seviziata e violentata da dieci persone incappucciate. Izzo ha però affermato, davanti al pm di Belluno Francesco Saverio Pavone, di non aver preso parte all’assassinio. «Non ho visto l’omicidio – avrebbe raccontato – ma sapevo che doveva essere soppressa».

Ora, si cercherà di capire la veridicità di quanto affermato da Angelo Izzo e, secondo i magistrati, ci sarebbe un modo per verificare il racconto. La storia raccontata dal mostro del Circeo, infatti, è costellata di particolari sull’arredamento della villa: se un tavolo fu effettivamente utilizzato per immobilizzare la vittima, il mobile potrebbe ancora contenere delle tracce di dna essenziali per poter risalire alla natura del delitto. Le indagini, però, si annunciano lunghe e macchinose. Quanto c’è di vero nelle nuove, spiazzanti dichiarazioni di Angelo Izzo?

Una parziale smentita arriva direttamente all’agenzia di stampa ANSA: nella lunga e controversa indagine sulla morte e sul ritrovamento del cadavere, nell’ottobre del 1985 al Trasimeno, del medico perugino Francesco Narducci non sarebbero mai emersi riferimenti o collegamenti con Angelo Izzo o agli altri soggetti coinvolti nel ‘massacro del Circeo’. I giudici, tra l’altro, hanno escluso il coinvolgimento di Narducci nelle vicende del mostro di Firenze.

Gianmichele Laino, da www.giornalettismo.com




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