EFFEPI FVG “Sapere e saper fare le due facce di una stessa medaglia”

FVG – Al futuro del lavoro serve qualità della formazione e dell’occupazione, con riferimento alle esigenze delle imprese, alle nuove modalità di lavoro, alla tecnologia, all’innovazione verde: tutto ciò però va fatto quando serve e immaginando oggi lo sviluppo delle filiere strategiche di domani. Conseguenza di questo approccio è che il percorso formativo non ha termine e deve riguardare tutto il ciclo della vita lavorativa”.

È la riflessione che l’assessore regionale al lavoro, formazione, istruzione, ricerca, università e famiglia della Regione Autonoma Friuli-Venezia Giulia, Alessia Rosolen, ha portato alla tavola rotonda intitolata “Agenda 2030: le Professioni del futuro”

Riflessione che si adatta perfettamente al metodo didattico portato avanti da anni dai Centri di Istruzione e Formazione Professionale associati in EFFEPI FVG. Una volta superato quel “pregiudizio” culturale che allontana il lavoro dall’orizzonte educativo giovanile, all’interno di queste scuole si può toccare con mano che “il sapere ed il saper fare sono le facce di una stessa medaglia”.

Un primo passaggio avviene già quando, con il supporto degli orientatori e dei tutor, i giovani vengono aiutati nell’individuazione degli argomenti a loro più consoni e che li appassionano. Un approccio che rende sicuramente più semplice la conclusione del ciclo di studi.

In secondo luogo, un corso di formazione professionale che, non essendo fatto solo di lezioni teoriche, ma anche di molte ore di laboratorio e di attività pratiche da svolgere sia all’interno della scuola che all’interno di aziende partner, permette una diretta applicazione di ciò che viene spiegato e presentato in classe. Tutto quello che si apprende durante il corso e che viene messo in pratica nei laboratori corrisponde esattamente a ciò che ci si trova nel mondo reale quando, uscendo dalla scuola, si comincia ad esercitare la professione scelta. Sono percorsi appositamente studiati per superare il grosso divario che esiste tra il sistema di istruzione e l’ambiente lavorativo.

Come? Attraverso lo stage, quel meccanismo che permette di entrare direttamente in contatto con il sistema-azienda, un’occasione importantissima per far parte di un’organizzazione, conoscere i processi produttivi e mettersi alla prova incontrando dei clienti reali.

Accorgersi che la propria preparazione è davvero spendibile a livello professionale, per quanto il passaggio sia sicuramente impegnativo, non solo è emozionante ma rende possibile la visione di un futuro che prende forma. Il tirocinio è un ottimo modo per cominciare a farsi conoscere nel settore, cominciare a capire quali sono le proprie aspirazioni e obiettivi lavorativi ed acquisire sicurezza in ambito professionale.

Scegliere un percorso di formazione professionale permette, una volta raggiunta la prima qualifica professionale, di trovare rapidamente lavoro in quei settori in cui l’offerta di impiego è in crescita. Molte ricerche hanno dimostrato che i datori di lavoro sono generalmente felici di assumere dipendenti che hanno la qualifica o il diploma professionale. Queste ragazze e ragazzi, infatti, hanno già sviluppato quelle competenze specifiche sempre più richieste dal mercato del lavoro e discriminanti nel momento della scelta di un candidato.

Una volta concluso il primo percorso triennale vi è comunque la possibilità di continuare gli studi alimentando le prospettive future con un percorso a livello più avanzato, che contribuisce ad aumentare le competenze e di conseguenza le possibilità di fare carriera.

Caratteristica fondante della formazione professionale è il sistema duale, un modello formativo professionale a disposizione dei giovani per entrare nel mondo del lavoro e contemporaneamente studiare per ottenere una qualifica o un diploma professionale. Questo può avvenire con varie modalità:

impresa formativa simulata
Alternanza scuola lavoro
Apprendistato di 1° livello
L’Alternanza scuola lavoro è un modello didattico nato per fornire ai giovani le conoscenze di base e le competenze necessarie per inserirsi nel mercato del lavoro, alternando le ore di studio a ore di formazione in aula e ore trascorse all’interno delle aziende.

L’alternanza si realizza anche attraverso l’impresa formativa simulata: un’azienda virtuale animata dagli studenti, che svolge un’attività di mercato in rete e ha come modello di riferimento un’azienda reale.

L’Apprendistato di I livello è invece un contratto di lavoro finalizzato alla formazione e all’occupazione giovanile. I ragazzi possono conseguire un titolo di studio di livello secondario superiore, compresi qualifiche e diplomi IeFP.

Lo scopo è quello di consentire al giovane apprendista di conseguire il titolo di studio previsto nel proprio contratto di lavoro, coniugando la formazione svolta presso il centro di formazione professionale con la formazione prevalentemente operativa realizzata in azienda, attraverso una forte integrazione tra le due esperienze. È rivolto ai giovani che hanno compito 15 anni, in possesso di un diploma di scuola secondaria di primo grado e fino al compimento dei 25 anni.

È un vero e proprio contratto di lavoro: a fronte dell’attività svolta, le imprese sono tenute a garantire una retribuzione mensile. Mediante questo contratto l’apprendista ha un doppio status, di studente e di lavoratore. Firmando il contratto di apprendistato il giovane diventa un lavoratore dipendente e allo stesso tempo mantiene anche lo status di studente, perché iscritto ad un percorso scolastico-formativo. Beneficia quindi di tutele previdenziali e assicurative mentre sviluppa competenze professionali coerenti con il titolo di studio e soprattutto in linea con le vere esigenze delle aziende. Nel frattempo, consegue un titolo di studio.

Ha quindi l’obbligo di osservare le regole previste sia dall’istituzione formativa, sia dall’azienda in cui lavora, traendo però il meglio da entrambi i mondi.

[n.t.w][l.f]




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