L’indennità di accompagnamento rappresenta una delle principali misure di sostegno economico previste dall’ordinamento italiano a favore delle persone affette da disabilità gravi.
Si tratta di una prestazione erogata dall’INPS che mira a garantire un contributo economico continuativo a coloro che, a causa delle proprie condizioni di salute, non sono in grado di provvedere autonomamente ai propri bisogni quotidiani o necessitano di un’assistenza costante.
Indennità di accompagnamento: di cosa si tratta
Con indennità di accompagnamento si intende una prestazione economica riconosciuta alle persone con invalidità civile totale (100%) che:
- sono impossibilitate a deambulare senza essere aiutate in modo permanente da un accompagnatore;
- necessitano di assistenza continua perché incapaci di compiere autonomamente le attività quotidiane.
Tale indennità non è soggetta a limiti di reddito, né è subordinata alla situazione lavorativa del richiedente.
Può essere concessa a prescindere dall’età, anche se, nella prassi, i percorsi e le valutazioni mediche possono differire tra soggetti in età lavorativa e soggetti anziani.
L’importo è aggiornato annualmente dall’INPS e viene erogato per dodici mensilità, tramite accredito bancario o postale.
I requisiti per ottenere l’accompagnamento
Per accedere all’indennità, la legge richiede la sussistenza congiunta di due requisiti fondamentali:
- Invalidità civile totale e permanente (100%): il soggetto deve essere riconosciuto totalmente invalido, ossia con una riduzione della capacità lavorativa o funzionale pari al 100%.
- Non autosufficienza: il richiedente deve essere impossibilitato a deambulare autonomamente senza l’aiuto di un accompagnatore, o il cosiddetto caregiver familiare, oppure deve necessitare di assistenza continua per compiere gli atti quotidiani della vita.
Non è sufficiente, dunque, la semplice presenza di una patologia grave: ciò che rileva ai fini del riconoscimento è la non autosufficienza funzionale, documentata e valutata dalla commissione medica.
Come presentare la domanda: la procedura passo per passo
La richiesta dell’indennità di accompagnamento segue una procedura specifica, che prevede il coinvolgimento del medico curante e dell’INPS.
1. Certificato medico introduttivo
Il primo passo consiste nel rivolgersi al medico di base o specialista per la redazione del certificato medico introduttivo telematico, che attesta le condizioni di salute del richiedente. Il medico trasmette il certificato all’INPS e rilascia un codice identificativo che dovrà essere utilizzato per la successiva domanda amministrativa.
2. Presentazione della domanda all’INPS
Entro 90 giorni dall’emissione del certificato introduttivo, il richiedente (o un suo delegato, patronato o familiare) deve presentare la domanda di riconoscimento dell’invalidità civile e dell’indennità di accompagnamento all’INPS.
La domanda può essere inoltrata tramite portale INPS (con SPID, CIE o CNS), un patronato oppure tramite contact center INPS.
3. Convocazione a visita medica
Una volta ricevuta la domanda, l’INPS (o la ASL competente, in base alle convenzioni regionali) convoca il richiedente a visita medica di accertamento presso la Commissione Medica Integrata.
Durante la visita vengono valutate le condizioni cliniche, la documentazione sanitaria e, se necessario, le capacità funzionali residue.
4. Verbale e riconoscimento
Al termine della valutazione, la Commissione redige un verbale che indica l’esito dell’accertamento. Se vengono riconosciuti sia l’invalidità civile al 100% sia la condizione di non autosufficienza, l’INPS provvede al pagamento dell’indennità.
5. Compilazione del modello AP70
Una volta ottenuto il riconoscimento, è necessario compilare il modello AP70, disponibile sul portale INPS. Questo modulo serve a fornire i dati necessari per l’erogazione della prestazione (coordinate bancarie, stato civile, residenza, eventuali ricoveri, ecc.).
Qualora la domanda venisse rigettata o venisse riconosciuta una invalidità parziale, si può presentare un ricorso di tipo amministrativo o giudiziario. Per ricevere supporto nella valutazione del verbale e nella predisposizione del ricorso, è possibile rivolgersi a professionisti specializzati andando, ad esempio, su questa pagina.
Patologie più frequentemente associate all’indennità di accompagnamento
Esistono alcune categorie di patologie che più frequentemente comportano una perdita significativa dell’autonomia personale e, quindi, possono giustificare la concessione della prestazione. Tra queste si ricordano:
- patologie neurodegenerative: morbo di Alzheimer, Parkinson in fase avanzata, sclerosi laterale amiotrofica (SLA), sclerosi multipla progressiva, demenze di varia natura;
- patologie oncologiche: tumori maligni in fase metastatica o con terapie in corso (chemioterapia, radioterapia, immunoterapia) che comportano grave debilitazione fisica;
- esiti di ictus cerebrale (ictus ischemico o emorragico) con compromissione motoria o cognitiva grave;
- demenze e deficit cognitivi gravi, sia di origine vascolare sia degenerativa;
- gravi cardiopatie o patologie respiratorie croniche, come lo scompenso cardiaco avanzato, la broncopneumopatia cronica ostruttiva (BPCO) in stadio severo, l’insufficienza respiratoria cronica con ossigenoterapia;
- disturbi psichiatrici gravi, quali schizofrenia resistente, disturbi bipolari con frequenti ricadute, psicosi croniche o disturbi cognitivi con perdita del giudizio critico e incapacità di autogestione;
- gravi disabilità fisiche derivanti da incidenti, amputazioni, mielolesioni o patologie congenite che compromettono la deambulazione e la cura personale.
Il ruolo della non autosufficienza (ADL e IADL)
Un aspetto cruciale nella valutazione per l’accompagnamento è la non autosufficienza.
Le commissioni mediche non si limitano a esaminare la diagnosi clinica, ma valutano concretamente la capacità del soggetto di svolgere le attività di base della vita quotidiana (ADL) e quelle strumentali (IADL).
Le ADL (Activities of Daily Living) comprendono funzioni essenziali come mangiare e bere, lavarsi e curare la propria igiene, vestirsi e spostarsi (dal letto alla sedia, al bagno, ecc.).
Le IADL (Instrumental Activities of Daily Living) riguardano invece attività più complesse, ma comunque fondamentali per la vita autonoma, come preparare i pasti, fare la spesa, gestire il denaro, assumere correttamente i farmaci, comunicare e orientarsi nel tempo e nello spazio.
Solo quando l’incapacità di compiere in modo autonomo tali attività è stabile, permanente e non compensabile con semplici ausili, si configura il diritto all’indennità di accompagnamento.
