L’ANALISI – Loperfido: Covid-19 e il bisogno di aria

Quando parliamo di respirazione la nostra mente pensa immediatamente alla vita, alla fonte della nostra esistenza. Respirare è la funzione che ne è sinonimo per eccellenza. Iniziamo la nostra vita con un’inspirazione e la concludiamo con un’espirazione, nel mezzo c’è tutta la nostra realtà. Il respiro è la continua danza tra la vita e la morte. Respiriamo circa 21600 volte al giorno e senza respirare possiamo resistere solo pochi minuti mentre ci è possibile stare settimane senza mangiare e giorni senza bere.

Nel corso della nostra esistenza, di tanto in tanto, abbiamo la sensazione che ci manchi il respiro, che qualcosa o qualcuno ci sta impedendo di respirare pienamente. In queste circostanze siamo soliti utilizzare frasi del tipo: ”Mi togli l’aria. Sei soffocante. Mi manca il respiro”. Chi ha sofferto o soffre di attacchi di panico sa perfettamente cosa vuol dire aver fame d’aria, come i malati di Sclerosa Laterale Amiotrofica o di enfisema polmonare.

Facciamo riferimento all’aria anche quando dobbiamo fare qualche cambiamento importante della nostra esistenza, affermando che abbiamo deciso di “cambiare aria”. Come pure quando vediamo che qualcosa sta andando per il verso sbagliato stabiliamo che, molto probabilmente, è meglio cambiare aria. Anche al mattino, dopo esserci alzati, apriamo le finestre per far cambiare aria in casa, per fare arrivare nuova linfa vitale al nostro domicilio. Ci sono diversi modi di dire che richiamano il concetto di aria, tramite il quale indichiamo diverse situazioni, eccone alcune: aria fritta, avere l’aria di, buttare all’aria, fare aria, campare d’aria, campato in aria, darsi delle arie, essere nell’aria, mandare all’aria, senti che aria tira.

Anche le parole e il canto camminano nell’aria dopo che hanno trovato la strada del respiro. L’aria, è una sostanza invisibile che, simultaneamente, sta dentro di noi (polmoni) e fuori di noi (atmosfera). Quando inspiriamo viviamo quando espiriamo moriamo. Da questo punto di vista è difficile distinguere ciò che è mio da ciò che è di tutti: respiriamo tutti la stessa aria e contribuiamo affinchè essa sia sana o malata. L’Aria non si vede, non si può afferrare, non si può ingabbiare, ma senza aria nulla vivrebbe.

Essa è dunque tutto ciò che ci avvolge, è l’invisibile soffio che tutto unisce L’aria trasporta, solleva, dilata e, dell’uomo che non accetta costrizione si dice “Libero come l’aria”. Se guardiamo com’è fatto il nostro sistema polmonare scopriamo che ha la forma di un albero rovesciato: le fronde (i polmoni) in basso e il tronco (trachea) in alto. Come l’albero, inspiriamo ossigeno ed espiriamo anidride carbonica diventando un prezioso alleato dell’aria. Quando le tensioni, le paure, le ansie, le frustrazioni, le preoccupazioni, le delusioni, le amarezze, le sconfitte, i dolori incominciano a bussare insistentemente alla porta della vita dell’individuo, quest’ultimo incomincia a respirare male. Più respira male più la sensazione di pericolo aumenta, generando un circolo vizioso in cui si alternano la paura e la cattiva respirazione. L’infezione da Covid-19, la polmonite da Covid-19, attacca proprio la fonte della nostra vita: il respiro, rendendolo poco funzionale a tal punto da dover ricorrere alla ossigenoterapia per poter rimanere in vita.

Il Covid-19 non sa che ha fatto morire e sta facendo morire milioni di persone impedendo a loro di respirare. Se lo sapesse, sicuramente, si comporterebbe diversamente in quanto scoprirebbe che togliere l’ossigeno alle persone significa, anche, provocare la morte non solo del malato ma anche di se stesso, per lui sarebbe una sorta di suicidio.

Per combattere il Covid-19 ci stiamo suicidando lentamente, eliminando ciò che nella vita di ogni singolo individuo è considerato essenziale come l’aria che respiriamo. Vanno bene tutte le precauzioni per fronteggiare il Covid-19, il lavaggio delle mani, l’uso delle mascherine, non uscire di casa se si ha febbre, vaccinarsi, ma non andare più a scuola, al lavoro, non incontrare più i propri cari, non praticare più lo sport, non stare all’aria aperta, non andare al mare o in montagna, là dove l’aria è più pura, questo è deleterio per la psiche e l’anima di ogni singola persona.

Scientificamente, non sapremo mai se questi provvedimenti saranno stati utili per debellare il Covid-19. Ciò che, invece, è certo sono gli oltre due milioni di morti nel mondo, i morti per suicidio a causa dei lockdown, la dispersione scolastica a causa dell’insegnamento a distanza, la rottura di molti nuclei familiari, l’aumento dei disturbi psichici, la perdita di milioni di posti di lavoro, l’aumento vertiginoso delle persone povere.

Ciò che è certo è aver riscontrato la stoltezza dell’uomo di oggi che, memore dei milioni di morti che aveva provocato l’influenza Spagnola non più tardi di un secolo fa, ha ritenuto opportuno tagliare le spese sanitarie e le spesa alla ricerca scientifica. L’arroganza, la presunzione, la boria, l’alterigia, la superbia, la tracotanza, la supponenza dell’uomo, prendono il sopravvento facendolo diventare cieco e sordo anche difronte alle più grandi pandemie della storia dell’uomo, facendolo essere, a volte, più pericoloso della stessa pandemia.

Antonio Loperfido, psicoterapeuta




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