Mercati finanziari: buon rialzo petrolio e oro
MERCATO AZIONARIO
Nella settimana appena conclusa i segni meno sono tornati a colpire i mercati azionari internazionali, che, in maniera generalizzata, si sono allontanati dai massimi di periodo raggiunti nei primi giorni di maggio. Il rimbalzo dai minimi di metà marzo resta comunque molto corposo, in particolare per gli indici nordamericani, best performer in questo ultimo frangente di borsa. L’effetto di trascinamento dei titoli tecnologici è una parte che spiega il differenziale di rendimento ad esempio rispetto all’Europa ma il ‘motore’ del movimento è da ritracciarsi del gap quasi imbarazzante che si è creato in termini di stimoli fiscali all’economia. La somma tra quelli approvati dalla zona Euro, dal Giappone e dalla Cina non arriva nell’insieme a quanto stanziato dagli USA (oltre 2.550 miliardi di Dollari). E medesimo schema vale per le garanzie date come prestiti, dove gli Stati Uniti primeggiano con circa 4.000 miliardi di Dollari.
Misure che fanno convogliare la liquidità degli investitori dove è più probabile trovare una buona sponda per puntare ad un recupero economico, che sia poi rapido oppure discontinuo. In questa preferenza regionale, i titoli tech a più alta capitalizzazione sono quelli maggiormente premiati, grazie anche alla minore esposizione del settore (per il momento) ai fenomeni di distanziamento sociale resi necessari dalla diffusione del Covid-19.
Se da un lato un rifiatamento è normale, dall’altro è anche logico che ulteriori progressi dei mercati debbano tener conto del newsflow delle notizie sia dal fronte medico-sanitario (con gli avvisi di nuovi focolai in quei contesti dove la riapertura dopo il lockdown sia già avvenuta), sia da quello macroeconomico e degli utili aziendali.
La volatilità dei mercati non può però neppure scordarsi degli effetti dei tweet del Presidente Trump che ha probabilmente atteso il recupero di Wall Street dell’ultimo mese per lanciarsi in nuovi attacchi verso la Cina (con tanto di minaccia di rottura delle relazioni e contro Huawei), probabilmente per far dimenticare il nuovo record dei sussidi di disoccupazione (36,5 mln). Gli indici USA hanno trascinato al ribasso anche l’Eurozona, indebolita dalla discesa verticale di comparti come Auto e Banche. Più resilienti (ma comunque in negativo) i listini asiatici, con gli indici cinesi in negativo di circa il 2%. In risalita la volatilità: l’indice Vix torna appena sopra quota 30.
MATERIE PRIME
In ambito materie prime, buon rialzo del prezzo del petrolio che continua il proprio rally in corso sul breve, portandosi ormai a poca distanza da area 30 Dollari. La risalita da inizio maggio è stata costante, grazie anche ai dati relativi alla diminuzione delle scorte e alla stabilizzazione complessiva del mercato dei derivati. Upside anche per l’oro che sul finire di ottava ha toccato nuovi massimi di periodo (1.740), grazie al ruolo di bene rifugio in contesti di incertezza economica.
MERCATO OBBLIGAZIONARIO
In ambito di reddito fisso, la settimana non ha offerto particolari spunti in termini di movimenti sui prezzi, se non un ritorno di preferenza degli investitori per i segmenti di asset class maggiormente ‘safe’ in termini di rischio, coerentemente quindi con quanto visto anche sull’equity.
Più interessante è osservare invece quanto detto da Jerome Powell, in un evento pubblico in videoconferenza, dove il Presidente della Fed ha prima delineato un quadro fosco sulla situazione economica e, in secondo luogo, ha escluso la possibilità, quasi snobbando il tema, dell’adozione di tassi di interesse negativi da parte della Federal Reserve. Sul primo punto Powell ha infatti osservato come l’attuale crisi sia stata rapida e repentina, con effetti sulla produzione industriale tali da rappresentare un record nel post Seconda Guerra mondiale. E con l’effetto successivo di produrre una situazione di disoccupazione di massa per lunghi periodi e di fallimenti sequenziali per la imprese di piccole dimensioni. In aiuto di queste ultime la Fed è intervenuta con misure di prestiti su larga scala, ma sul lato occupazione e consumi ovviamente saranno le misure del governo a dover giocare un ruolo primario.
Per quanto riguarda invece l’Eurozona, la BCE ha sottolineato nel suo bollettino economico che la situazione è quella di una contrazione di entità e velocità senza precedenti in tempi di pace, con un outlook futuro ancora molto incerto nell’intensità e nella durata (una view data anche da Powell). La BCE, che mantiene la barra dritta nella difesa della stabilità dell’Eurozona, attende di essere affiancata anche dalla politica, sebbene le difficoltà siano ancora presenti. Mancano infatti le tecnicalità del Recovery Fund, che pare essere sparito dai radar delle scadenze imminenti. La Presidente della Commissione europea Von der Leyen ha dichiarato che sarà uno strumento assistito da garanzie statali ma da più parti si fa notare come l’istituzione di questo strumento comune passa attraverso una modifica dei trattati e necessita quindi di diversi passaggi istituzionali (Art 125 del TfUE che non consente la mutualizzazione dei debiti pubblici).
MERCATO VALUTARIO
In ambito forex, volatilità sul cross Euro-Dollaro USA, con un movimento di saliscendi tra 1,08 e 1,09 ma senza in realtà spostarsi dal range delle ultime settimane. Sebbene in futuro potrebbero non mancare movimenti più ampi, il mercato vede al momento ancora un appiattimento tra le politiche monetarie delle banche centrali. Tra le altre valute: debole la Sterlina (con il processo Brexit ancora in alto mare) mentre ritracciano le valute emergenti ed il Bitcoin.
Dott. Alessandro Pazzaglia Consulente Finanziario Autonomo
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