Tar sospende provvedimento a favore libertà espressione di un carabiniere

FVG – Nel febbraio del 2021 un carabiniere di Forni di Sopra, di servizio ad Ampezzo, si permise di pubblicare un post in cui manifestava in toni molto lievi, così giudicati dalla sentenza, l’inoperosità dell’opposizione del Consiglio Comunale di residenza.

Il post venne pubblicato all’interno di un Gruppo chiuso di Facebook ed esprimeva un dissenso nei confronti di un atteggiamento, poco costruttivo, da parte dell’opposizione di continua critica verso l’operato della maggioranza, soprattutto in un comune così piccolo in cui è più necessario, affinché le cose funzionino, il fare che non il dire.

Il post venne allora considerato di tendenza politica dai consiglieri dell’opposizione. I quali contrariati scrissero una email di lamentela ai vertici. Secondo fonte diretta, nella lettera chiesero che fosse applicata una punizione, addebitando al militare il venir meno dell’imparzialità e del contegno che in ogni circostanza devono appartenere agli uomini in divisa. La risposta fu immediata e venne aperto un provvedimento disciplinare dal quale scaturì un giorno di consegna. A nulla valse il ricorso da parte del Comando Provinciale di Udine a favore del soggetto in causa.

Il carabiniere convinto di non aver commesso alcuna mancanza fece ricorso al T.A.R di Trieste, che a distanza di poco più di un anno ha deciso di sposarne la causa e appoggiare le sue motivazioni. Una sentenza che sicuramente farà storia creando un precedente sia nella giurisprudenza, sia nei trascorsi dell’Arma.

Il T.A.R non solo ha dato ragione al militare, ma ha altresì condannato l’amministrazione al pagamento di un cospicuo risarcimento danni. Secondo i giudici i provvedimenti adottati hanno violato l’art.21 della Costituzione, che riguarda la libertà di espressione, attraverso un eccesso di potere da parte dei vertici che hanno travisato completamente il senso del post scritto su Facebook, caratterizzato da toni molto misurati e ben lontani dal ledere una qualsivoglia imparzialità delle forze armate. Pertanto, attraverso il serio provvedimento, è stato violato il diritto fondamentale di esprimere una propria opinione anche se questa arriva da un militare in servizio.

Un ruolo fondamentale per il risultato della vicenda è stato giocato dal Nuovo Sindacato dei Carabinieri nella figura del Segretario Generale Massimiliano Zetti il quale, avendo a cuore il tema dei diritti costituzionali più di ogni altra cosa, ha affidato la causa al Capo Ufficio legale di NSC Avvocato Giorgio Carta, che si è battuto fino al conseguimento di questa grande vittoria basandosi proprio sui principi di libertà di espressione.

“Una vicenda che si spera venga presa ad esempio dal Comando Generale Arma per impartire disposizioni e ammaestrare i comandanti ad ogni livello, al fine di instillare il semplice concetto che le garanzie e i diritti costituzionali fondamentali appartengono a tutti, anche al cittadino militare che non deve essere considerato un cittadino di serie B. Il collega Carabiniere, che nel frattempo è diventato anche un’importante Dirigente Sindacale di NSC adesso potrà lavorare ancora più serenamente, anche se è conscio che, per l’abbassamento delle valutazioni caratteristiche e tutti i pregiudizi che ne sono derivati nonché i danni irreparabili subiti, nessuno ne pagherà le conseguenze”. Ha rimarcato l’NCS in una nota in seguito alla vicenda.

[l.f]




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