PORDENONE – Resterà ricoverata in ospedale ancora per alcuni giorni la ragazzina che lunedì mattina 18 gennaio si è lanciata dalla finestra della propria camera.
Lo si apprende da fonti vicine alla famiglia. A rendere necessaria la degenza, nel reparto di Pediatria, sono due ordini di ragioni.
Occorre innanzitutto valutare con attenzione le conseguenze delle fratture agli arti che la piccola si è procurata nella caduta da circa quattro metri; non è infatti ancora scartata l’opzione chirurgica per ricomporre una delle ferite più gravi.
In seconda analisi, c’è la necessità di avviare una terapia di supporto psicologico, nella quale saranno coinvolti anche i genitori, profondamente segnati dall’ accaduto.
Nel frattempo, alla famiglia sono giunti messaggi di affetto da numerosi genitori dei ragazzini della classe della figlia, con molti dei quali la conoscenza risale ai tempi della frequentazione della scuola primaria.
“Non abbiamo presentato alcun atto o denuncia né intendiamo farlo, almeno nel breve: il nostro compito è capire cosa possa essere successo e solo dopo trarre delle conclusioni”: lo ha affermato, all’Ansa, l’avv. Graziella Cantiello, cui si sono affidati i genitori della dodicenne che lunedì mattina ha tentato di suicidarsi per presunto bullismo.
“Abbiamo costituito un gruppo di lavoro – ha spiegato – che comprende anche esperti, a livello nazionale, del fenomeno del cyber-bullismo, sul quale hanno anche realizzato delle pubblicazioni. E’ importante capire la portata dell’evento, definire se fosse radicato all’interno della scuola, da quanto era iniziato, in che modalità. Al momento, ci sembra improvvida qualsiasi azione, poiché va prima definito il quadro generale. Chi siano gli artefici e quanto abbiano inciso nello stato d’animo della ragazzina lo stanno elaborando gli agenti della Polizia Postale”, ha concluso l’avvocato.
“A nostra volta- ha aggiunto – procederemo nello scandagliare l’attività digitale della bambina, ma solo dopo valuteremo cosa fare: la nostra unica premura è tutelarla dall’assalto mediatico che si è scatenato e a questo proposito sollecito tutti a fare un passo indietro, perché non capisco quanto possa essere utile pubblicare stralci di conversazioni in chat di ragazzini, soprattutto quando si parla di minori che hanno palesato così significative debolezze e sensibilità dal portarli a maturare la decisione di dare corso a gesti estremi”, ha concluso il legale”.