PORDENONE – Si allenta la morsa delle chiusure per il settore commerciale colpito dal virus. Alla vigilia della ‘fase 2’, che dovrebbe scattare il 4 maggio anche se la Regione preme per una serie di aperture antecedenti, i negozi di fiori e piante possono ripartire garantendo il servizio diretto alla clientela.
Lo prevede il Dpcm del 22 marzo che ammette espressamente l’attività di produzione, trasporto e commercializzazione ‘prodotti agricoli’, consentendo quindi anche la vendita al dettaglio di piante e fiori ornamentali. La conferma è giunta anche dal Ministero degli Interni con lettera inviata alle organizzazioni imprenditoriali in data 18 aprile.
Per la presidente del gruppo Fioristi dell’Ascom-Confcommercio Antonella Baldo, la riapertura fornisce alla categoria una boccata di ossigeno, ma《 È ancora crisi conclamata per il commercio provinciale. Due mesi di chiusura ci hanno messo in ginocchio perché non abbiamo fatturato, mentre corrono affitti e bollette.
Oltretutto il nostro lavoro si basa sui servizi offerti per matrimoni, comunioni, compleanni, funerali e ricorrenze come la festa della mamma. Con la sospensione di questi eventi gli incassi sono letteralmente crollati. Adesso con la riapertura dobbiamo fare i conti anche con l’approvvigionamento dei prodotti che sono, in questo momento, disponibili nelle serre agricole》.
Per la Baldo, poi, le misure messe in atto dal Governo non presentano criteri ‘così semplici’, come per i 25 mila euro o altri finanziamenti. Bisogna – ha sottolineato – 《fare di più e fare in fretta dando liquidità alle imprese, altrimenti c’è il rischio di chiudere a causa della crisi e del lockdown deciso dal Governo per fronteggiare il contagio》.
E conclude:《In questo Paese si è pensato di creare solo burocrazia e carte. Ora, invece, è il momento di ripartire subito e in modo efficace》.