PORDENONE – La seconda fase, quella di ripresa delle attività durante la quale andranno create in fabbrica nuove modalità di organizzazione del lavoro coerenti con le prescrizioni sanitarie in via di adozione, passerà attraverso i Comitati interni alle aziende e, nelle Pmi a minor dimensione, dal Rappresentante dei lavoratori per la sicurezza a livello territoriale (RLST). Il compito sarà quello di far applicare e verificare le regole, nazionali e territoriali per la sicurezza sul lavoro post Covid19.
L’intesa
L’intesa è stata sottoscritta da Confindustria Alto Adriatico (il Presidente Michelangelo Agrusti e il Direttore Operativo Giuseppe Del Col), Cgil (Flavio Vallan), Cisl (Cristiano Pizzo) e Uil (Roberto Zaami) dopo la positiva verifica sull’applicazione del Protocollo di regolazione delle misure per il contrasto e il contenimento della diffusione del virus Covid19 negli ambienti di lavoro, che Governo e Parti sociali avevano siglato a Roma il 14 marzo, a tutt’oggi la cornice di regole condivise per la gestione efficace dell’organizzazione del lavoro e dei comportamenti individuali all’interno degli ambienti di lavoro nel periodo della pandemia COVID-19.
L’indagine
La rilevazione effettuata da Confindustria Alto Adriatico a inizio aprile su circa 300 industrie per un totale di circa 15 mila lavoratori in merito all’applicazione nel territorio Pordenonese dell’accordo ha evidenziato come il 100% delle imprese sondate avesse adottato il Protocollo e dato attuazione alle misure precauzionali in esso previste.
L’indagine, inoltre, ha evidenziato come la costituzione del “Comitato” per l’applicazione e la verifica delle regole contenute nel medesimo documento, con la partecipazione delle rappresentanze sindacali aziendali e/o del R.L.S., abbia interessato oltre il 60% delle imprese oggetto d’indagine concentrandosi, di norma, in quelle maggiormente strutturate. In nessuna delle imprese sondate sono stati rilevati, a tale data, casi di contagio originatisi in azienda.
L’accordo
A valle delle verifiche – e sulla base dell’esperienza maturata sul campo nella gestione quotidiana dell’emergenza Covid19 – Confindustria Alto Adriatico e le Parti Sociali, nel solco di una tradizione di relazioni industriali improntate alla partecipazione, hanno condiviso la necessità di porre in essere ulteriori procedure ed azioni condivise tese a rendere ancor più efficaci le misure di prevenzione dal contagio nei luoghi di lavoro, adottando procedure favorenti la diffusione dei Comitati nelle PMI prive di rappresentanza, proprio attraverso l’istituzione del RLST. Le modalità di analisi e verifica sull’attuazione delle misure di sicurezza anti Covid19 in azienda – e la promozione di eventuali integrazioni per assicurare ai lavoratori adeguati livelli di protezione condizione necessaria per la prosecuzione delle attività – saranno effettuate congiuntamente tra l’azienda stessa, un rappresentante di Confindustria AA e l’R.L.S.T.
È stato ritenuto al contempo essenziale, tramite l’Organismo Paritetico Provinciale –ente bilaterale composto da Rappresentanti datoriali e sindacali con l’ausilio di medici consulenti esterni esperti in prevenzione ed epidemiologia dell’ASS 5 Pordenonese – costituire un’organizzazione strutturata per l’informazione alle imprese, ai responsabili del servizio prevenzione e protezione sul lavoro, ai medici competenti e ai R.L.S. in merito ai progressi medico-scientifici delle terapie anti COVID-19, all’evoluzione dei protocolli tecnici e precauzionali da adottare nei luoghi di lavoro e agli sviluppi delle normative ad hoc tanto nazionali che regionali.
Intervenendo alla conferenza stampa (in videoconferenza) sull’accordo sottoscritto tra Confindustria Alto Adriatico e le Organizzazioni Sindacali in materia di sicurezza sul lavoro post Covid19, il Presidente degli industriali, Michelangelo Agrusti, ha parlato di «patto maturato grazie all’esperienza di questi anni che trova oggi, in questa condizione straordinaria, la possibilità di una sua applicazione immediata. Una intesa che perseguivamo da tempo, favorita certamente dal Patto della Fabbrica di Roma e che andrà oltre l’emergenza di cui è, se così possiamo dire, un lascito positivo. Costituirà – ha aggiunto Agrusti – uno dei pilastri delle nuove relazioni industriali che intendiamo realizzare su base regionale».
Il Presidente di Confindustria Alto Adriatico ha espresso alle parti la propria soddisfazione per il conseguimento dell’accordo «anche perché in questa vicenda delle riaperture delle aziende legate ai codici Ateco e alle filiere ad essi collegate, ci siamo attenuti ad un criterio rigorosamente rispettato e cioè che le riaperture, ancorché previste e consentite dai codici, potessero avvenire là dove c’era una rappresentanza sindacale, previo accordo con Rsu e sindacati stessi a seguito di un’attenta valutazione delle condizioni e nel rispetto dei protocolli frutto degli accordi raggiunti a Roma».
Agrusti ha concluso dicendo che Confindustria «non ha mai immaginato ci potessero essere decisioni unilaterali, era fin troppo chiara la necessità che tutto ciò si dovesse svolgere con un accordo con chi, i lavoratori, li rappresenta». Parere positivo è stato espresso anche dal Vicepresidente Vicario di Confindustria Alto Adriatico, Pierluigi Zamò, che ha parlato di importante passo avanti, soprattutto per le Pmi. Per il Direttore Operativo, Giuseppe Del Col, l’accordo è un giusto compromesso tra innovazione e tradizione.
Villiam Pezzetta, segretario generale della CGIL del FVG ha parlato di «Confindustria illuminata che ha saputo cogliere l’eccezionalità del momento fornendo con questo accordo, assieme alle Organizzazioni Sindacali, un contributo utile non solo per questa regione ma per l’intero Paese in un momento in cui c’è necessità di relazioni di alto profilo considerato anche – ha aggiunto – il pericolo imminente di crollo della capacità industriale. L’accordo, a nostro parere va infatti anche nella direzione del rilancio per le fasi che seguiranno quella emergenziale».
Alberto Monticco, segretario generale della CISL del FVG, ha parlato di coraggio, «a Pordenone – ha detto – di cui siamo orgogliosi, non si sono messi a raccogliere firme per qualcuno ma per essere di supporto sia dove c’è sia dove non c’è il sindacato, questa è una sfida che si vince tutti assieme, che questo possa essere un metodo operativo applicabile in tutta la regione».
Per Giacinto Menis, segretario generale UIL FVG, «Pordenone conferma la tradizione di laboratorio innovativo nelle relazioni industriali assumendo un’iniziativa che nasce sull’onda dell’emergenza ma che è nostra intenzione trasporre al resto del territorio e consolidare in una prospettiva più ampia, dopo emergenza, per arginare il serio problema della sicurezza sul lavoro».
Al termine della conferenza Agrusti ha precisato che proprio domani si insedierà l’O.P.P. e che oggi stesso si svolgerà un primo corso di formazione ai contenuti dell’accordo al quale hanno aderito oltre 300 persone.