PORDENONE – “In questa prima parte dell’anno il rallentamento dell’economia e l’aumento dell’incertezza stanno riducendo la fiducia, ingrediente indispensabile per rilanciare i consumi e la ripresa. Infatti le previsioni del nostro Ufficio Studi per l’anno in corso sono molto caute con un Pil che dovrebbe crescere intorno all’1,2% e consumi all’1%”.
Lo ha detto il presidente nazionale di Confcommercio, Carlo Sangalli, intervenuto ieri pomeriggio, 5 luglio, all’assemblea regionale dell’associazione mercantile, tenuta nella sala consiliare della Provincia.
“Nel Friuli Venezia Giulia – ha aggiunto Sangalli – ci sono due caratteristiche che sono un modello di riferimento: mediamente le imprese hanno assorbito gli effetti della crisi e hanno prospettive di crescita migliori rispetto alle altre regioni e soprattutto hanno investito molto nella digitalizzazione e formazione. Ecco perché le imprese friulane del terziario fanno registrare un clima di fiducia stabile e una lieve crescita dell’andamento della propria impresa”.
E in questa fase di rallentamento complessivo, peraltro confermata dallo stesso ministro Tria che ha annunciato una possibile riduzione del Pil per il 2018, la prima misura del Governo rivolta alle imprese, il decreto dignità, rappresenta una pericolosa marcia indietro.
“Il decreto evidenzia, purtroppo, – ha rimarcato il presidente – tutti i limiti di un’impostazione segnata da un errore di metodo e da altrettanti errori di merito. Sul piano del metodo, infatti, si è scelto di intervenire senza confrontarsi adeguatamente con le parti sociali. Sul piano del merito, la stretta sui contratti a termine aggrava costi, incertezze e rischi di contenzioso, ma non può certo dare impulso ai rapporti di lavoro a tempo indeterminato.”
Riguardo a un tema sempre “caldo”, quello delle chiusure domenicali e festive dei centri commerciali, l’assessore regionale alle Attività produttive, Sergio Bini, ha smorzato le attese dei commercianti. “Si parla – ha detto – di rispetto per i lavoratori, ma l’importante è che le condizioni economiche vengano applicate come da contratto e che non ci sia sfruttamento. Nel 2018 però il mondo viaggia molto veloce, con negozi aperti 24 ore al giorno sette su sette e bisogna adeguarsi a quelle che sono le regole del mondo”.
“Ci potranno essere – ha aggiunto – nuove regole cuscinetto per i lavoratori, ma le battaglia contro i mulini a vento sono perse in partenza. La piccola distribuzione deve puntare sulle botteghe di qualità. È il solo modo per ricavare margini e vincere le sfide dei centri commerciali”.
Era stato il neopresidente regionale di Confcommercio, l’udinese Giovanni Da Pozzo, che proprio ieri ha fatto il cambio della guardia con il pordenonese Alberto Marchiori, a sottolineare tra le priorità da avanzare alla nuova giunta Fedriga anche il tema delle chiusure festive. “Quello delle chiusure domenicali e festive dei centri commerciali – ha rilevato Da Pozzo – e della tutela del piccolo commercio dei centri storici cittadini sarà una questione che porremo all’attenzione della giunta”.
Quanto al presidente regionale uscente, Marchiori, ha evidenziato che “il nostro è un settore in forte crescita. In Fvg il rapporto con l’industria nell’ultimo decennio si è quasi rovesciato, con il terziario oggi a rappresentare il 73% delle imprese rispetto al 27% dell’industria”.