Immigrazione, accordo bis tra Camera commercio e Prefettura

PORDENONE – Alla luce degli ottimi risultati raggiunti, Camera di Commercio di Pordenone-Udine e Prefettura di Pordenone hanno rinnovato un’intesa quadrimestrale di collaborazione sottoscrivendo un nuovo protocollo finalizzato al rafforzamento delle esigenze operative dello Sportello Unico Immigrazione per assicurare efficacemente la burocrazia connessa alle richieste imprenditoriali di occupazione di manodopera straniera.

Un’intesa ribadita questa mattina in conferenza stampa dal Vicepresidente della Camera di Commercio, Michelangelo Agrusti e dal Prefetto, Natalino Manno, cui si era giunti dopo una fitta interlocuzione tra gli uffici, avvenuta prima dell’estate – con Domenico Lione, oggi Prefetto a Udine – alla luce delle previsioni del decreto flussi 2023 che valutava in oltre 80 mila le richieste di ingresso in Italia da parte di cittadini non comunitari per motivi di lavoro – di cui più della metà destinate a quello stagionale.

Il SUI prende in carico, oltre ai ricongiungimenti familiari, un numero elevato di pratiche di ingresso per lavoro subordinato e stagionale per soddisfare le esigenze delle varie categorie produttive; la Prefettura aveva segnalato che l’andamento generale delle richieste e il conseguente numero di ingressi annualmente attribuito al Pordenonese avrebbe comportato l’esigenza di un’implementazione del servizio e delle risorse, sì da soddisfare con tempistiche certe e celeri il fabbisogno occupazionale di determinati settori produttivi del territorio.

Un “allerta” cui aveva fatto seguito la positiva disponibilità della Camera di Commercio a formalizzare un accordo di collaborazione – iniziato a luglio – atto proprio ad assicurare una migliore operatività dello Sportello a vantaggio dell’efficienza e dell’efficacia dei procedimenti amministrativi connessi, a beneficio delle locali realtà imprenditoriali.

L’Ente camerale, espletati gli approfondimenti tecnici necessari, si era reso disponibile a offrire supporto per i primi quattro mesi, con l’invio in ausilio di due unità di personale. Che rimarranno. Obiettivo, assicurare una migliore operatività a vantaggio dell’efficienza e dell’efficacia dei procedimenti amministrativi connessi alle richieste imprenditoriali di occupazione di manodopera straniera.

Agrusti ha parlato di «accordo dagli eccellenti frutti: basti pensare che da gennaio a luglio di quest’anno, prima della collaborazione, la situazione era caotica, con ritardi nell’emissione dei permessi di soggiorno insostenibili, anche per le aziende; non dimentichiamoci infatti – ha sottolineato – che oggetto del rinnovo richiesto dai non comunitari è la possibilità di lavorare; di qui, pur non in via esclusiva, l’interesse dell’Ente di agire in modo sussidiario nei confronti della Prefettura con la sottoscrizione di questo accordo, pilota e molto importante, che dimostra anche la significativa compartecipazione delle categorie economiche alla vita complessiva delle Istituzioni di questa città».

«L’accordo con la Camera di Commercio – ha spiegato Manno che ha ringraziato il Vicepresidente per la sensibilità istituzionale dimostrata nei confronti della Prefettura – ha assicurato l’arrivo di due unità di supporto – che si sommano a nostro personale interinale in rientro – che ci hanno consentito di smaltire l’intero arretrato 2022; per le nuove pratiche 2023 i tempi medi di trattazione sono scesi a un massimo di cinque giorni e la corrispondenza tra associazioni di categoria, patronati e datori di lavoro viene seguita continuamente.

Grazie alla collaborazione con la Camera – ha detto ancora Manno – sono state lavorate quasi 400 pratiche – la maggior parte delle quali perfezionate – che hanno consentito sia l’ingresso di lavoratori sia i ricongiungimenti familiari. Le professionalità interessate spaziano dai lavoratori altamente qualificati e specializzati (tra cui ingegneri, medici, infermieri e periti) agli operai agricoli e florovivaisti (parte rilevante), edili e del turismo».

Secondo il Prefetto, che ha parlato della necessità di un ampliamento delle quote relative al decreto flussi (nel 2023 ne sono state concesse 350 a fronte di oltre 600 richieste), «non è facile fronteggiare i carichi di lavoro ma grazie alla collaborazione con altri Enti, pubblici in questo caso ma anche privati, riusciamo a sopperire.

A questo proposito – ha concluso – stiamo lavorando con Confindustria Alto Adriatico alla stesura di un protocollo che mira a fornire corsi di formazione a soggetti non comunitari che ne hanno titolarità anche tramite il coinvolgimento dei sindaci e delle Associazioni del terzo settore; l’obiettivo è creare integrazione sulla scorta delle esigenze che il tessuto economico-produttivo comunica. Ritengo questo un passaggio fondamentale che avrà anche il merito di liberare i centri di accoglienza: queste persone, in ragione dell’indipendenza economica, potranno infatti integrarsi definitivamente senza dipendere dal sistema dell’accoglienza».




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