Assemblea Fipe, carenza di personale e imprese femminili

PORDENONE – «Il settore della ristorazione sta provando a tornare, non senza fatica, ai livelli precovid. Persistono, tuttavia, le difficoltà legate alla congiuntura economica e in particolare ai livelli di inflazione, che incidono pesantemente sui costi operativi delle imprese, aumentandone le difficoltà di gestione.

A fronte di questa accresciuta complessità c’è il difficile rapporto fra il mondo dei Pubblici Esercizi (in FriuliVG risultano attive 6.800 imprese classificate nei servizi di ristorazione con una quota sul totale pari al 2%) e gli organi preposti alla comunicazione che crea un immaginario negativo che spesso offusca l’impegno e il sacrificio che è alla base delle nostre attività».

Questa la dichiarazione a caldo fatta da Fabio Cadamuro (nella foto con il consigliere nazionale Fipe Giovani e vicepresidente provinciale ristoratori Ascom Federico Mariutti) – presidente per il Friuli occidentale di Fipe-Confcommercio -, di ritorno dall’assemblea svoltasi a Roma sul tema “La ristorazione nella comunicazione: valori, pregiudizi e strumentalizzazioni”.

Ma un altro scenario in chiaroscuro preoccupa il settore. Secondo l’ufficio studi della Fipe sebbene l’occupazione sia tornata a livelli del 2019, il 60% degli imprenditori lamenta grosse difficoltà nel reperimento di personale, soprattutto di sala. Nel trimestre in corso ne servono oltre 150mila ma ci sono difficoltà a trovarle.

La ristorazione continua ad essere attrattiva per l’imprenditoria femminile: l’incidenza media delle imprese guidate da donne è pari del 21,4% del totale; ben al di sopra della media nazionale la nostra regione con il 26%.

Anche tra i giovani il settore gode di particolare appeal: una impresa su dieci è amministrata da giovani under 35, pari al 9,9% del totale, (7,5% in FVG nei tre canali bar, ristoranti e catering).

Sempre nel mercato della ristorazione sono poco meno di 46mila le imprese con titolari stranieri, pari al 10,1% del totale delle registrate in Italia (il 14,2% quelle attive nella nostra regione). Infine i bar senza cucina, la rete più forte dei pubblici esercizi: nei registri camerali si contano 133.381 imprese, di cui 2.985 in FVG.

Da questi dati e numeri inediti sullo stato di salute del settore, il presidente Cadamuro spiega come «proprio i consumatori sono diventati, nell’era dei social, tra i protagonisti principali della ‘ristorazione nella comunicazione’, essendo il cibo e i locali tipici tra gli oggetti più gettonati di foto, commenti e racconti.

Nel livello del confronto fra le parti va considerato anche il ruolo economico, la funzione sociale, i posti di lavoro creati e la ricchezza imprenditoriale del settore».




Condividi