PORDENONE – Nella nottata del 24 ottobre, alle 4, una pattuglia della Polizia stradale di Pordenone veniva inviata dal centro operativo autostradale presso il casello autostradale di Portogruaro per il rilievo di un incidente stradale con danni al patrimonio.
Sul posto constatava che il conducente di un autotreno di nazionalità ceca che percorreva l’autostrada a/28 con direzione da Conegliano verso l’autostrada A4, giunto nei pressi della barriera con una velocità di 69 km/h, dove il limite previsto per l’immissione nelle piste e’ di 30 km/h, nell’immettersi nella pista riservata agli utenti con il telepass, perdeva il controllo dell’autotreno ed andava ad urtare, prima contro la cuspide di destra per poi deviare verso sinistra andando ad urtare il guard rail di delimitazione della pista ed infine si fermava all’interno della stessa.
Giunti sul posto i componenti la pattuglia (all’interno della cabina dell’autotreno c’erano alcune bottiglie di alcolici ancora da consumare) notavano che il conducente, era in evidente stato di ebbrezza, sottoposto ad esame alcolimetrico, il cui esito dava 2,27 g/l superando di quasi 5 volte il limite consentito.
R.L., di anni 38 e di origini ceche, risultava illeso.
Gli agenti, forti della convinzione che anche il rispetto dei tempi di guida e riposo cristallizzati nello strumento tachigrafico potevano essere non aderenti alla direttiva comunitaria, scaricavano la memoria di massa del tachigrafo e, pur non rilevando eccessi di guida ne riduzioni di riposi giornalieri, verificavano numerosi eccessi di velocità che venivano puntualmente sanzionati.
Anche in questo inquietante caso emerge la costante attenzione della polizia stradale rispetto alle condotte di guida che, come nel caso della guida in stato di ebbrezza alcolica, maggiormente mettono in pericolo la sicurezza della circolazione stradale e l’incolumità delle persone.
Ricorda il comandante Gianluca Romiti “che circolare con una alcolemia cosi alta significa perdere quasi completamente la capacità di coordinamento e reazione di fronte a stimoli o sollecitazioni provenienti dal campo visivo; il campo visivo si restringe particolarmente e si caratterizza da incapacità binoculare e diplopia.
Se a tutto ciò aggiunge l’effetto euforizzante che l’alcol, in un primo momento provoca sulle persone, si capisce immediatamente che non c’e’ nulla di più pericoloso e irresponsabile di una condotta come quella repressa dai nostri agenti”.