Interporto Pn: intervista a Bortolussi “Fvg piattaforma ideale per la logistica”

PORDENONE – Parlando di mercati finanziari ed economia di mercato molte volte mi sono chiesto come si potesse trovare dei legami con l’economia reale e l’economia del mio territorio.

Per questo a partire da quest’anno insieme con il direttore di PordenoneOggi, Maurizio Pertegato, abbiamo cercato di trovare degli agganci con la nostra realtà economica attraverso delle interviste con imprenditori di spicco del Nord Est.

In questo articolo abbiamo intervistato in particolare Giuseppe Bortolussi, amministratore delegato dell’Interporto di Pordenone.

Bortolussi, i mercati finanziari sembrano aver trovato dopo la correzione di marzo molta forza per recuperare la correzione grazie anche alle misure monetarie e fiscali messe in atto a livello globale dalle banche centrali e dai governi.

Come ha impattato il Covid 19 nell’economia del territorio e nell’attività dell’Interporto di Pordenone?

Volevo intanto ringraziarvi per aver dato la possibilità di dare voce al territorio in questo momento difficile. Facendo una premessa a livello economico ci tengo ad affermare che oggi sia la piccola come la grande azienda italiana soffrono entrambe di un grande problema che è rappresentato dalla bassissima marginalità.

Il Covid, a mio avviso, rappresenta le due facce della stessa medaglia; da una parte il precipitare dell’economia, dall’altro una grande opportunità ossia quella di cogliere l’occasione di agganciarci alla ripresa data dagli stimoli monetari e fiscali.

Se all’inizio della pandemia i numeri erano inflessibili testimonianza dell’inizio della crisi con settori in correzione tra il meno 20 e il meno 40 percento oggi molti cercano di trovare la forza per agganciare il treno della ripresa. L’ambito logistico in cui operiamo c’è da dire a mio avviso potrebbe svolgere un ruolo fondamentale per la ripresa economica.

Molti sottovalutano il settore logistico come motore della crescita e del benessere economico. Pensate solamente all’incremento di servizi aggiuntivi che il settore logistico offre negli ultimi anni al tessuto produttivo.

C’è da dire anche che l’Interporto di Pordenone si inserisce inoltre perfettamente come interporto chiave della logistica europea.

Il Friuli Venezia Giulia, ho sempre sostenuto, è la piattaforma ideale per la logistica, per suoi porti di Trieste e Monfalcone, per i suoi interporti di Pordenone, Cervignano, Trieste e Gorizia. Ricordiamo anche l’infrastruttura ferroviaria di Osoppo che serve Fantoni e Pittini.

Il Friuli è in grado di sopportare un aumento di container sulla parte Adriatica. Le previsioni dicono che nel futuro il trasporto merci si sposterà da Ovest ad Est con un aumento di container da 2 milioni a 5 milioni. E in questo l’Interporto di Pordenone si inserisce perfettamente a livello regionale.

A oggi abbiamo collegamenti intermodali con Inghilterra, Germania, Ungheria Romania e infine Serbia.

In Europa, che ricordiamo entro il 2030 prevede di passare all’intermodale circa il 30% del traffico complessivo, quali politiche dovrebbero essere intraprese per convertire il trasporto da gomma a rotaia?

Circa il 90 95 percento del trasporto avviene tutt’oggi su gomma. Questa è una modalità che non ci possiamo più permetterci. Basti pensare che solo nel tratto autostradale tra Venezia Trieste in A4 transitano ogni anno 15 milioni di mezzi pesanti senza considerare i piccoli mezzi e le autovetture. L’intermodale di Pordenone è stato progettato proprio per questo per raggiungere l’obiettivo di togliere dalle strade e quindi dalla gomma circa 180 mila camion all’anno. Servono però ulteriori investimenti nella rete ferroviaria e a mio avviso un maggior coordinamento tra i Paese europei.

Sappiamo che da poco tempo l’Interporto di Pordenone è uno dei pochi interporti a rispettare gli standard europei, che conseguenza ha questo per voi e per Pordenone?

Questo ci tengo a dirlo è stato raggiunto grazie alla Regione Friuli Venezia Giulia che ci ha permesso con investimenti mirati e specifici di poter investire nelle strutture in modo da raggiungere standard europei di eccellenza. Lo standard europeo prevede 750 metri di lunghezza tra locomotore e vagone si arriva così a 50 vagoni attaccati. Oggi il treno più lungo arriva 550 metri con 30 vagoni. Inoltre, abbiamo lavorato per aver la massima efficienza con Rete Ferroviaria Italiana.

Riguardo alla scuola di logistica ci dice qualcosa?

E’ stato creato il primo corso dell’Istituto tecnico superiore con 25 studenti. Si tratta di un corso biennale di 2000 ore di cui 800 ore fatte all’interno delle aziende di logistica tramite la creazione di stage aziendali. Le aziende hanno partecipato attivamente allo sviluppo del corso. Qui vengono formati varie figure professionali dai manager gestionali della logistica agli autisti di treni.

Alessandro Pazzaglia




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