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lunedì , 23 Dicembre 2024

La ‘cura’ di Ascom-Confcommercio per rilanciare la città

PORDENONE – Come l’evoluzione delle attività commerciali, turistiche e dei servizi ha cambiato il volto delle città, dai centri storici alle periferie, negli ultimi 10 anni, il ruolo del commercio ambulante e le proposte per riqualificare i centri urbani e scongiurare il rischio di desertificazione commerciale.

Questi i principali temi che sono stati al centro di un’analisi dell’ufficio studi di Confcommercio nazionale, con il contributo dell’agenzia delle Camere di commercio, realizzata su 120 città (tutti i capoluoghi di provincia – compreso Pordenone – più 10 comuni di media dimensione).

I centri storici perdono il 13% dei negozi in sede fissa nel periodo 2008-18, -14% al sud con divario di 4 punti percentuali rispetto al centro-nord. Rispetto alle periferie il divario è di circa il 3%. Secondo Confcommercio c’è un evidente effetto composizione dei consumi.

Crescono i negozi tecnologia e farmacie, diminuisce il numero di negozi tradizionali, che escono dai centri storici per trasformarsi nell’offerta delle grandi superfici specializzate fuori dalle città. Il calo dei consumi reali pro capite ha comportato una perdita di negozi in sede fissa. Quando salgono i consumi il numero di negozi resta stabile.

L’impatto della popolazione è positivo, la sua riduzione determina maggior desertificazione delle città. Sempre per Confcommercio “il 70-80% della riduzione dei negozi dei centri storici è dovuto a razionalizzazione e scelte relative a scarsa redditività e competizione con e-commerce, centri commerciali, parchi e outlet”.

Sulle demografia d’impresa registrata nel comune di Pordenone si rileva – vedi analisi scheda elaborata dall’osservatorio Confcommercio – come dal 2008 al 2018 il commercio al dettaglio di 11 categorie merceologiche (alimentari, tabacchi, carburanti, abbigliamento, commercio ambulante, mobili, ferramenta e altro) si è ridotto di 49 unità, passando da 332 esercizi a 283 nel centro storico; mentre fuori dal centro cittadino il calo è stato di 13 unità (da 209 a 196 esercizi). Discorso diverso, invece, per il settore alberghi, ristoranti e bar dove, in dieci anni, si è registrato un aumento di ben 40 attività del terziario comprese fra il centro e la periferia.

Per il presidente Ascom-Confcommercio dell’area mandamentale di Pordenone Aldo Biscontin «le città sono i luoghi del futuro e ciò rappresenta una sfida per tutti coloro che vi operano. Un terziario innovativo in grado di rafforzare i settori del commercio e del turismo in un contesto urbano sempre più caratterizzato dall’economia dei servizi, consente di trasformare le città in luoghi di ideazione di nuovi prodotti e servizi e non solo di consumo. Ad esempio, cultura e turismo, se sapientemente abbinati a creatività, design e innovazione, fattori di cui anche la nostra città è ricca, possono generare nuove filiere produttive in grado di creare valori non solo economici ma anche occupazionali».

Dal canto loro i rappresentanti di categoria dell’Associazione locale città più belle e attrattive danno sicurezza e fiducia: «costituiscono un grande valore sociale ed economico anche per i nostri territori, specialmente a partire dalla ‘riscoperta della prossimità’ dove si stanno generando nuovi modelli di acquisto legati alla valorizzazione dei prodotti locali e all’attenzione alla storia dei luoghi e alle tradizioni. Commercio, turismo e servizi vivono delle città e delle periferie e le fanno vivere».

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