La strage di Parigi nel racconto di una pordenonese che era nella capitale francese

PARIGI – “Un clima spettrale, silenzioso e dimesso, molta mestizia. E’ davvero una situazione surreale”.

E’ l’immagine che Stefania Bidoli, moglie del giornalista Alberto Parigi, colonna portante di Pordenoneoggi, traccia della situazione odierna nella capitale francese, dove Stefania si trova da alcuni giorni.

Parigi ieri sera, 13 novembre, è stata ancora sotto l’attacco del terrorismo, in quello che ormai è stato tristemente ribattezzato come l’11 settembre dell’Europa.

La prima volta era successo all’inizio del 2015 con la strage a Charlie Hebdo.

Ieri, intorno alle 22, ci sono stati sette attacchi contemporanei, kamikaze allo stadio, sparatorie in luoghi pubblici e presa di ostaggi in un teatro dove era in corso un concerto rock.

Sarebbero almeno 128 i morti (per la maggior parte spettatori del concerto) di cui almeno tre cittadini stranieri: due belgi e un portoghese) e 300 i feriti, di cui 80 in modo gravissimo. Due gli italiani feriti.

“Ieri sera – racconta Stefania – non mi trovavo lontano dai luoghi degli attentati. Per fortuna ero in albergo, ho sentito un grande frastuono di ambulanze che percorrevano in lungo e in largo la città e poi ho capito”.

“Oggi – riprende Stefania – la situazione è davvero mesta. I musei e i mercati sono chiusi, lo stesso dicasi per i Campi Elisi, la capitale sta vivendo in un clima silenzioso e dimesso. Ci sono pattuglie delle forze di polizia dappertutto e i controlli sono intensissimi”.

Stefania Bidoli rientrerà domani a Pordenone e potrà riabbracciare il marito e i due figli, consapevole di essersi presa un bello spavento, per fortuna, nel suo caso, finito senza conseguenze.

Maurizio Pertegato

 

 




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