Le Borse mantengono l’uptrend: volatilità sui tassi dopo i dati macro

MERCATO AZIONARIO

  • La settimana si chiude in modo ancora positivo per le borse azionarie internazionali, con i listini sviluppati (MSCI World) in positivo di quasi un punto percentuale. Il market mover della settimana, l’inflazione USA, se pur ancora su livelli elevati, ha mostrato pressioni verso l’alto più moderate, soprattutto nella componente ‘core’. Il dato ha confortato il mercato azionario, soprattutto nell’ottica delle prossime mosse della Federal Reserve nei prossimi mesi.
  • Le borse americane sono state capaci di fissare nuovi record assoluti, con l’S&P (+0,8%) che raggiunge quota 4.465 mentre il Nasdaq è apparso con meno slancio (+0,2%) chiudendo comunque sopra i 15.000 punti. Ancora una volta mattatrice come best performer è l’Europa (+1,4% nell’ottava e davanti a Wall Street year to date), favorita da un sentiment più positivo degli investitori e dove il FTSE Mib mostra nuovamente una buona tonicità (+2,5%). Contrastati i paesi emergenti, con Cina/India in rialzo e Brasile/Corea invece col segno meno.
  • A livello settoriale, per gran parte dell’ottava si sono visti acquisti sui settori legati al ciclo economico, con i maggiori segni più per finanziari e materiali di base. Le preferenze degli investitori per i comparsi ‘value’ si è limata però sul finale, dove i dati macro (Università del Michigan) hanno nuovamente dato vita a dinamiche di rotazione settoriale verso i tech.

MERCATO OBBLIGAZIONARIO

  • In ambito obbligazionario, il decennale americano ha toccato area 1,40% (alimentato anche da dichiarazioni ‘hawkish da parte di alcuni membri del FOMC) per poi ritracciare in modo significativo con l’uscita (venerdì) dei dati sul sentiment dei consumatori, sceso ad inizio agosto ad un minimo decennale. Il close a 1,28% è stato accompagnato anche da altri movimenti intermarket: rotazione verso i tech nell’equity, discesa dei tassi reali, ripresa per oro ed Euro.

MERCATO DELLE MATERIE PRIME

  • In ambito commodities, l’oro scende fin sotto area 1.700 (con uno spyke improvviso e ‘notturno’) per poi recuperare con rapidità e chiudere in area 1.780, con un +1% settimanale tutto legato alle dinamiche intermarket. Positivi anche i metalli industriali e le materie prime agricole. Petrolio stabile appena in area 68 Dollari al barile e condizionato dalle discussioni nell’ambito dei produttori sull’aumento dell’offerta e dall’espandersi della variante Delta-Covid a livello globale.

MERCATO DELLE VALUTE

  • Anche in ambito cambi, i dati macroeconomici hanno avuto diversi effetti, portando prima il cross in area 1,17 per poi chiudere decisamente più su a quota 1,18. Cambi di direzione legati alla Fed, in una situazione intricata tra tapering, inflazione e conferme della solidità della crescita economica.

Dott. Alessandro Pazzaglia, consulente finanziario autonomo; mail : [email protected]




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