PORDENONE- Il M5S non è contrario all’agrivoltaico se come per definizione di questa tecnologia, integra la produzione agricola con la produzione di energia verde.
Al momento non sappiamo nulla di questo progetto in quanto si sa solo il titolo riportato nel sito Mase. Per cui quelli ipotizzati per il territorio pordenonese rispetteranno i requisiti per essere definito agrivoltaico non possiamo che essere favorevoli.
Arriva dal M5S del pordenonese, ex onorevole Luca Sut in testa e da Mauro Capozzella coordinatore provinciale di Pordenone una dura replica ai consiglieri regionali Maria Pompea Rosaria Capozzi gruppo misto espressione del M5S e del suo collega Furio Honsell in merito ai progetti di parchi fotovoltaici nel pordenonese contrari alla ipotesi di impianti fotovoltaici a terra.
Il M5S della provincia di Pordenone ribadisce che d’altro canto peró non possiamo che evidenziare il ritardo dell’assessore regionale Fabio Scoccimarro che non ha ancora consegnato la legge per l’individuazione delle aree idonee al Consiglio regionale. È evidente a tutti che vedremo quindi anche se questo impianto protrá rientrare o meno in quelle aree.
Per gli esponenti pentastellati della Destra Tagliamento è evidente ancora una volta che continua la presa di posizione politica di Maria Pompea Rosaria Capozzi tutta di parte senza mai aver consultati la base e senza mai aver aperto un serio dibattito sull’argomento.
Impianti agrivoltaico sono già presenti in Italia e in tutto il mondo, prova che è possibile coniugare ambiente e tecnologia. Sono strutture indispensabili anche alla luce del recente allarme per il continuo aumento di costi energetici per privati e, soprattutto, industrie.
Per Capozzella e Sut ma anche tanti altri pentastellati pordenonesi fra i quali tecnici e esperti del settore va ribadito che l’agrivoltaico e tutto il fotovoltaico anche a terra è incentivato dall’Europa attraverso fondi specifici, dai progetti Pnrr, ottenuti dal governo Conte, e dallo stato.
Infine, la presa di posizione dell’esponente politico in Regione a targa M5S per gli omologhi politici del pordenonese è l’ennesima prova del distacco di dialogo e confronto con il territorio sottolineato più volte con atti ufficiali a cui nessuno ha mai dato riscontro.