Maratona di New York, il racconto di una pordenonese
PORDENONE – Domenica 3 novembre 2024. È una mattina dai caldi colori autunnali a New York, e i grattacieli di Manhattan si stagliano contro il cielo, come a sorvegliare uno degli eventi sportivi più iconici al mondo: la Maratona di New York. Sono 42,195 Km di strada, una delle sfide più dure e ambite da ogni corridore.
Quest’anno, tra i tanti partecipanti, ci sono io, Loredana Esposito, e ho deciso di correre questa maratona per raccontare, attraverso il mio esempio, una storia di rinascita, di coraggio, di cambiamento. A 56 anni, per la prima volta, mi sono lanciata con tutta me stessa in questa avventura, che non è solo una sfida sportiva, ma un atto di forza e di possibilità.
Perché proprio la Maratona di New York? Questa città è molto più di un simbolo: rappresenta la resilienza, la capacità di rialzarsi di fronte a qualsiasi difficoltà. Come me, anche lei ha conosciuto sfide difficili e trasformazioni, e anch’io, come tante altre persone, ho affrontato momenti duri.
Questa maratona è il mio modo di dire che ogni sfida può essere vinta, che a qualsiasi età possiamo decidere di andare oltre, di riscoprirci e di cambiare.
Dietro questa decisione, però, c’è stato un percorso di crescita personale in coaching con il MICAP, il Master Internazionale in Coaching ad Alte Prestazioni, per me guida fondamentale per affrontare questo viaggio, questo percorso e come coach trasmettere un messaggio importante. Non importa da dove parti, l’importante è non smettere mai di correre verso il tuo obiettivo. Con il metodo e il supporto giusto, ho imparato a sviluppare e sostenere le mie risorse, fisiche e mentali, e a trasformare i miei limiti in opportunità, in cambiamento.
Mi sono impegnata molto, con sacrificio e disciplina e non poca sofferenza. Insieme a altri mille cambiamenti della mia vita. E la maratona è la metafora della vita, con alti e bassi con cadute devastanti, e riprese sorprendenti, dove quasi sempre la fa da padrone la determinazione, la costanza, la volontà,la forza e la voglia di rialzarsi per proseguire, dritto all’obiettivo.
Con enormi sacrifici, con rinunce, con delusioni, paure, e rinascite.
E così, dopo mesi di allenamenti, sono qui. Ho corso sotto la pioggia, affrontato il vento e il caldo, adattando ogni allenamento agli impegni di lavoro e alle responsabilità di madre, consapevole che ogni Km percorso, era una piccola vittoria e una lezione preziosa.
La Maratona di New York ha un’energia unica. Ogni chilometro è accompagnato dagli applausi e dal calore del pubblico, da volti di sconosciuti che ti spingono ad andare avanti. Tuttavia i momenti più difficili sono arrivati, e sono sopraggiunti dopo il 30 Km, quando le gambe hanno iniziato a cedere e la stanchezza si è fatta sentire. Eppure volevo a ogni costo raggiungere il mio obiettivo e ne ero più che certa, che l’avrei raggiunto. E lì ho lavorato di testa alla ricerca delle mie più importanti risorse, tenacia, forza e amore, amore per me stessa.
E cosi ho tagliato il traguardo esausta, ma con il cuore colmo di gioia e soddisfazione. Quella di oggi non è solo una vittoria sportiva, ma una conquista personale, una dimostrazione di come ognuno di noi abbia un potenziale unico.
E in una gara così lunga, la testa gioca un ruolo fondamentale. Non si tratta solo di spingere il corpo, ma di convincere la mente a non mollare mai, anche quando tutto sembra troppo difficile.