Nella Patria del Friuli – I Benandanti, sciamani e guaritori accusati di stregoneria (IL VIDEO)

di PIERGIORGIO GRIZZO – Sul finire del Cinquecento in Friuli gli inquisitori di Aquileia e di Concordia iniziano ad indagare sulle voci di misteriosi rituali, che si tengono di notte nelle campagne o al limitare dei boschi. Viene alla luce l’esistenza di una sorta di confraternita, i cui membri si chiamano tra loro e vengono chiamati “Benandanti”. Costoro si ritrovano in precisi periodi dell’anno, nei giovedì delle quattro tempora, e si prodigano per favorire la fertilità dei campi e l’abbondanza dei raccolti. Interrogati dal Tribunale del Sant’Uffizio, alcuni di costoro dichiarano candidamente di rispondere di notte ad una chiamata e di ritrovarsi insieme ad altri della loro specie per combattere streghe e demoni e proteggere i villaggi e le messi dai malefici di questi ultimi. Raccontano di duelli nei quali i Benandanti impugnano steli di finocchio, mentre le forze del male brandiscono bastoni di sorgo.

Non solo: la gente dei villaggi sostiene che siano dei guaritori, capaci di liberare i malcapitati dalle malattie, dal malocchio, dalle malie, dalle influenze negative. E che, soprattutto le donne Benandanti, possano parlare con il mondo dei morti.

Per fare parte di questa confraternita del bene bisogna avere lo stigma dei predestinati. Tutti i Benandanti sono nati vestiti o nati con la camicia, ossia sono stati partoriti ancora avvolti nel sacco amniotico. Questo in moltissime culture significa che la persona mantiene ancora un legame con un’altra dimensione, quella degli spiriti e delle energie invisibili.

I Benandanti friulani sono stati al centro di un famoso saggio di Carlo Ginzburg, pubblicato per la prima volta nel 1966. Lo storico vede nel fenomeno le tracce di antichi culti della fertilità di origine pagana, presenti in moltissime culture precristiane e avanza un accostamento con lo sciamanesimo. Inoltre, pone l’attenzione sulla progressiva trasformazione «negativa», indotta dalla Santa Inquisizione, che trasforma i Benandanti da guaritori benefici ad adoratori del male. Altri studiosi sottolineano come il culto dei Benandanti possa essere stato influenzato dagli esseni, una setta giudaica di asceti e guaritori che arrivarono in Friuli assieme ai proto cristiani, fondatori di Aquileia.

Torniamo agli oscuri anni a cavallo tra il Cinquecento e il Seicento. Perché un culto così arcaico e sotterraneo viene alla luce proprio ora? Ebbene, siamo nel pieno della Controriforma e in quella temperie l’attività dell’Inquisizione si intensifica. Il Sant’Uffizio è a caccia di eresie e mette in campo ogni mezzo per andare a scovarle anche nei luoghi più marginali e remoti. I processi contro i Benandanti si moltiplicano, molti di loro vengono condannati alla carcerazione, ma nessuno finisce sul rogo.

Dopo circa un secolo il culto sparisce, oppure semplicemente si ritira nel buio delle selve, si nasconde nelle zone più montagnose ed impervie. Non è un caso se in Carnia, la parte più remota di questa regione remota resiste tutt’ora una forte tradizione di guaritori e di tramandatori di antiche medicine naturali. Ma di questo parleremo un’altra volta.




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