PORDENONE – Tira le somme la Fiera di Pordenone che ha avuto ieri, 28 giugno, l’approvazione del bilancio 2018, a opera dell’assemblea dei soci (Comune di Pordenone, UTI del Noncello, Camera di Commercio di Pordenone e Udine, Intesa San Paolo).
I dati evidenziano un trend positivo e aprono a nuove prospettive di sviluppo per questo importante polo fieristico del Nord Est: valore del fatturato di 6,5 milioni di euro (il più alto dal 2004) e chiusura con un utile di oltre 500.000 euro.
Risultati che premiano il lavoro messo in campo dalla Fiera negli ultimi anni, dove grande attenzione è stata posta sul ripensamento stesso delle manifestazioni, sulle strutture e sulle persone, nonché sull’ottimizzazione continua della macchina organizzativa. Basta pensare che nel 2004 (anno della trasformazione in SpA) le manifestazioni organizzate direttamente da Pordenone Fiere erano 7 con 23 dipendenti attivi; numero di fiere più che duplicato nel 2018, quando il calendario annuale è arrivato a comprendere 15 eventi “propri” realizzati da 27 dipendenti.
Questa crescita è stata accompagnata anche da un incremento del fatturato nel lungo periodo, nonostante i risultati altalenanti nel corso degli anni – in particolare nel periodo 2009-2013, in cui sono state registrate delle flessioni dovute alla crisi che hanno avuto riverberi anche successivamente.
La fase di stabilizzazione è ancora in corso, ma le prospettive sono positive e la volontà è di costruire un modello di fiera sempre più snello ed efficiente. I numeri, di fatto, parlano da soli: un totale di 31 manifestazioni che comprende anche eventi non prettamente fieristici ed organizzati al di fuori del quartiere fieristico (erano 26 nel 2016), di cui 20 rivolte al grande pubblico e ben 9 al mondo del business, 2 quelle ibride, quasi 4.000 gli espositori ospitati e oltre 230.000 visitatori (dati invece riferiti solo ad eventi fieristici).
Queste le cifre di un 2018 importante per Pordenone Fiere, che assumono un valore ancora maggiore se lette alla luce di una situazione congiunturale che vede il mondo fieristico – nazionale e internazionale – soffrire di un generale calo di partecipazione sia sul piano espositivo che di visite.
Le idee per il futuro sono molto chiare e sono contenute nelle strategie di sviluppo per Pordenone Fiere presentate dal presidente Renato Pujatti: “Ideare e sviluppare nuovi eventi dedicati al mondo delle aziende che siano di volano per l’economia del Friuli Venezia Giulia: Navaltech, salone specializzato dedicato alla navalmeccanica è già in fase di avanzata progettazione e probabilmente sarà realizzato nel 2021 insieme ad una nuova manifestazione e ancora in fase di studio. Aumentare l’internazionalizzazione delle nostre manifestazioni stipulando accordi specifici con importanti realtà e istituzioni dei paesi del Centro-Est Europa e sviluppare così i programmi di incoming dall’estero di operatori economici. Consolidare i rapporti con importanti organizzatori esterni per aumentare il numero delle manifestazioni ospitate nel nostro quartiere fieristico sull’esempio del successo internazionale di SICAM e COILTECH. Sviluppare nuovi eventi collaterali sul territorio sul modello del Giardino di Piazza XX Settembre e della Mostra Bruno Lucchi, diventati dei veri e proprio «FUORI SALONI».
Scende ancora più nello specifico Pujatti presentando alcuni investimenti già in programma per i prossimi mesi: “Realizzazione del primo lotto del nuovo ingresso sud destinato a diventare l’accoglienza principale in occasione delle manifestazioni. Aumento della capacità produttiva del settore allestimenti diventato una nuova linea di business per la fiera che ora è in grado di proporre questo servizio ad eventi e manifestazioni anche all’esterno del quartiere fieristico. Investimenti in sofware e gestionali per migliorare l’informatizzazione delle procedure, ridurre il cartaceo e incrementare l’efficienza nel passaggio delle informazioni e nella risposta ai clienti”.
Pujatti chiude il suo intervento con una precisazione: “Pordenone Fiere, fin dalla sua fondazione, nel 1947, non ha mai chiesto ai soci un ripianamento delle perdite o iniezioni di capitale come hanno fatto molte fiere italiane anche importanti ma ha sempre fatto fronte anche ai più pesanti momenti di difficoltà con risorse proprie. Ora, anche noi avremmo bisogno di nuove risorse finanziare per implementare i prossimi progetti di sviluppo infrastrutturale, di internazionalizzazione e rinnovamento del prodotto fieristico. Per questo sarebbe molto importante l’ingresso di nuovi soci nella nostra compagnie”.