Profughi, martedì 11 da piazza Cavour la “marcia dei doveri”

PORDENONE – «Una manifestazione civile ma ferma per ribadire che in fatto di accoglienza Pordenone ha già dato, per ricordare a Governo e Regione che ci devono aiutare e soprattutto per affermare che non esistono diritti se non ci sono prima i doveri».

Questo il senso della «marcia per i doveri» promossa dal sindaco Alessandro Ciriani in risposta alla «marcia per i diritti» organizzata nei giorni scorsi dalle associazioni dell’estrema sinistra con e per i profughi.

Ciriani ha dato appuntamento a tutti i cittadini martedì 11 aprile alle 19.00 in piazza Cavour da dove partirà una breve camminata lungo corso Vittorio Emanuele II, verso il Municipio.

Qui interverrà lo stesso Ciriani. E porterà la sua testimonianza anche un imprenditore rumeno da 22 anni in Italia, «che si è rimboccato le maniche e ora è titolare di un’impresa nel Pordenonese con 11 dipendenti». La manifestazione si concluderà entro le 20.30.

«Un accordo con il Ministero prevedeva di accogliere 125 richiedenti asilo – spiega il sindaco in un video su Facebook – ne abbiamo più del triplo e stiamo gestendo il fenomeno con uno sforzo titanico e costoso che non può essere ripagato con manifestazioni senza alcun senso», afferma riferendosi alla marcia dei diritti.

«Dobbiamo invece richiamare al dovere chi viene in Italia, al rispetto delle regole, del buon senso e anche del senso civico rispettando parchi, proprietà e adottando un modo corretto di comportarsi, elementi fondamentali per una buona integrazione. Dobbiamo anche richiamare al loro dovere chi ci governa – continua – affinché vengano finalmente adottati a livello nazionale strumenti più efficaci per gestire un fenomeno tanto complicato e che non può essere scaricato sulle spalle dei sindaci. E abbiamo il dovere di dire la verità: la stragrande maggioranza di chi arriva qui non ha lo status per restarci, ma ci resterà perché non ci sono progetti seri per il loro rimpatrio».

Nel video il sindaco ricorda «lo spirito di sacrificio della nostra gente che ha consentito di passare da un’economia agricola a una delle economie più performanti d’Europa. Tutto ciò non è avvenuto per caso, ma perchè i nostri padri e i nostri nonni hanno lavorato sodo. Nonni e padri che, peraltro, quando sono andati all’estero si sono fatti onore con grande determinazione».

Per Ciriani «non è aprendo indiscriminatamente le porte di Pordenone che daremo un futuro ai migranti. Al contrario. L’immigrazione è una tragedia per chi parte e per chi ospita. Si possono accogliere quote limitate di persone affinché si possa loro garantire i servizi previsti dal Governo: l’assistenza sanitaria, scolastica, abitativa, il cibo. Se portiamo centinaia e centinaia di persone – e qualcuno addirittura aizza gli immigrati a richiamare altra gente – il sistema salta».

«Il razzismo è stupido e totalmente estraneo alla manifestazione di martedì – rimarca – vogliamo solo ribadire che questa città ha già fatto la propria parte in termini di accoglienza. E eventuali marce per i diritti – conclude – vanno semmai svolte nei Comuni che non stanno ottemperando al loro dovere di accogliere la quota-parte loro spettante di richiedenti asilo».




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