PORDENONE – È stato presentato in Comune alla presenza del sindaco Alessandro Ciriani, dell’assessore all’urbanistica Lidia Diomede, dell’arch. Ivo Rinaldi, del presidente di ITS Alto Adriatico Michelangelo Agrusti, lo studio di fattibilità dell’Ex Birrificio, sede della storica “Società anonima Birra Pordenone”.
Tale progetto, curato dallo studio Opera Italian Engineering e presentato dal responsabile di progetto Michele Tonéro e dall’information manager Denis Mior, intende riqualificare l’edificio del ‘900 che rappresenta oggi un esempio di archeologia industriale ed è un vero e proprio simbolo dello sviluppo economico di Pordenone. Sorge in una zona verde poco distante dal centro storico, nell’area antistante la Questura e di fronte al parco San Valentino.
L’Amministrazione comunale, che ha già presentato alcuni mesi fa il modello 3D dello stato attuale dell’edificio, punta a recuperarlo attraverso un restauro che lo reinserisca nel contesto cittadino.
Ma veniamo al progetto. Gli spazi dell’ex Birrificio prevedono molteplici destinazioni d’uso, capaci di dialogare tra loro e di mantenerlo vivo in tutti i momenti della giornata.
Vi saranno ospitate le attività della Fondazione ITS Alto Adriatico, i relativi uffici amministrativi, alcuni spazi per la didattica e verranno realizzate 5 unità abitative dedicate a studenti e docenti. È previsto anche un ampio auditorium, a disposizione della città, ed uno spazio più piccolo in cui ospitare mostre ed eventi.
Per ripristinare il collegamento tra il piazzale della Questura e l’edificio, esternamente è stato proposto un percorso circolare che ricorda quello originario.
Inoltre la struttura avrà due affacci, per evitare un fronte e un retro. In definitiva è stato pensato un edificio all’avanguardia sotto ogni punto di vista, sia tecnologicamente sia per quanto riguarda il rispetto per l’ambiente.
Sono stati applicati i principi di resilienza e sostenibilità: aumento delle superfici drenanti, realizzazione di un “giardino della pioggia”, consumo di energia prossima allo zero, utilizzo di pannelli fotovoltaici e sonde geotermiche, uso della domotica per una gestione responsabile dell’energia, definizione di spazi utili per sviluppare sistemi di recupero della CO2, ad altissima efficienza, mediante sistemi biologici controllati da intelligenza artificiale.
Il progetto è stato realizzato con tecnologie all’avanguardia, partite da un rilievo laser scanner 3D, per arrivare ad un modello tridimensionale HBIM (Historical Building Information Modeling), generando dei sistemi intelligenti che possono contenere e gestire una grande quantità d’informazioni. Una tecnologia avveniristica che fornisce un modello digitale grazie al quale poter effettuare nel tempo un monitoraggio costante del ciclo di vita dell’edificio.
Dal punto di vista architettonico, è stato condotto un processo di ripulitura dell’edificio e di tutti gli elementi che hanno intaccato nel tempo l’impianto originario della fabbrica. Ciò ha permesso di restituire la percezione unitaria della sua mole, ripristinando i collegamenti ottici e la permeabilità con il parco San Valentino.
In questo modo l’antico Birrificio diverrà una fabbrica di idee che, grazie alle attività dell’Istituto Tecnico Superiore, garantiranno un legame fortissimo col passato industriale e produttivo di Pordenone, proiettandosi concretamente verso il futuro e la formazione superiore altamente specializzante per le nuove generazioni. ITS infatti punta ad accogliere in questo edificio ben 300 studenti.
Afferma il sindaco Alessandro Ciriani: «Nessun pordenonese avrebbe scommesso un centesimo sulla possibilità che l’Ex Birrificio venisse un giorno riqualificato. E c’è di più.
Questo edificio non sarà soltanto oggetto di una semplice riqualificazione ma si inserisce in un contesto molto più articolato di rigenerazione urbana, che intende dare un nuovo destino agli edifici che fino a poco tempo fa erano considerati “vecchi”, promuovendo lo sviluppo, l’attrattività e la stanzialità a Pordenone.
In questa location si darà una sede all’ITS, istituto superiore che per primo in Italia avrà una sede fisica, con i sui corsi biennali post diploma che creeranno i richiestissimi super periti. Questo per dare ai giovani delle motivazioni in più per restare in questa città, contribuendo alla sua crescita economica».
Parte da Michelangelo Agrusti l’idea di intitolare questo istituto a Luciano Savio, grande industriale che, assieme a Locatelli e Zanussi, ha reso grande la nostra città in tutto il mondo. Un “pantheon vivente” affinché le giovani generazioni abbiano sempre a modello l’opera intraprendente, coraggiosa ed innovativa di quei grandi Pordenonesi.
«Un progetto importante – puntualizza il presidente di ITS Agrusti – per i giovani, per il capitale umano e per l’intera Pordenone, grande centro manifatturiero della nostra regione, che vedrà aumentare la capacità di formare competenze adeguate ad affrontare la trasformazione del sistema industriale.
L’industria 4.0 richiede figure altamente specializzate sia nella formazione di tecnici, che di manager e di futuri imprenditori. Puntiamo infatti a creare una nuova leva di nuove imprese, tutte nel segno della digitalizzazione, che potranno essere il futuro del manifatturiero del nostro territorio».
Il progetto di riqualificazione prevede un costo di 8,2 milioni di euro, di cui 7 finanziati dai contributi PNRR e 1,2 dalle casse del Comune. A questi andranno sommati i 4,5 milioni per le attrezzature tecniche – nuovissimi hardware e software – di cui si doterà l’ITS, anch’essi finanziati da PNRR. La gara d’appalto partirà entro il 30 giugno e, ad oggi, la consegna è prevista per l’autunno 2025. Serviranno poi alcuni mesi per installare gli arredi e l’attrezzatura tecnica.
Questo recupero vuole quindi essere un esempio virtuoso, offerto dall’Amministrazione, per incentivare processi di rigenerazione urbana, sociale, culturale ed economico-produttiva.