Stefano Zecchi a Pordenone per parlare di cultura e potere culturale

PORDENONE – Il noto filosofo e scrittore Stefano Zecchi sarà al teatro Verdi di Pordenone, lunedì 7 novembre alle 20.30 (ingresso libero), per una conferenza sul tema della cultura e del potere culturale. L’incontro si inserisce nella rassegna “Il Muro del comunismo” organizzata dal comune di Pordenone per celebrare la caduta del muro di Berlino e le vittime del comunismo. A intervistare il relatore sarà la giornalista pordenonese Marianna Maiorino.

Zecchi parlerà del potere culturale dei regimi e dell’ideologia marxista. Potere che si è diffuso ben oltre la cortina di ferro, influenzando anche larga parte della cultura occidentale, i suoi intellettuali, i centri di formazione del consenso, le opinioni pubbliche.

“Una ramificazione estesa e potente che per certi versi ha esercitato anche in Occidente una vera e propria egemonia culturale” commenta l’assessore alla cultura, Alberto Parigi, ideatore della rassegna – pensiamo, solo per fare un esempio, che fino a pochi anni le foibe erano tabù, anche nei nostri libri di scuola”. Dopo Zecchi, “Il muro del comunismo” proseguirà con altri tre appuntamenti.

Martedì 8 novembre alle 9.30 all’aula magna del centro studi verrà proiettato per le scuole di Pordenone e provincia che vorranno aderire il film “Le vite degli altri”, dedicato al sistema di spionaggio e delazione della Germania dell’Est.

Mercoledì 9 novembre alle 10.30, sempre all’aula magna del centro studi, lezione per le scuole del professore universitario Stefano Pilotto, della Mib school di Trieste, dedicata alle vittime del comunismo in Europa e nel mondo. Anche in questo caso le scuole possono ancora aderire contattando l’ufficio istruzione del comune.

Infine giovedì 10 novembre alle 20.30 all’ex convento di San Francesco, appuntamento per tutta la cittadinanza con il giornalista e filosofo Marcello Veneziani che parlerà di “Cosa resta del comunismo”.

“Un’iniziativa – conclude Parigi – non certo per guardare indietro ma, al contrario, per non guardare mai più indietro. Per farlo bisogna raccontare tutta la storia, anche quella che non fa comodo, dal nazifascismo al comunismo”. Tutti gli appuntamenti sono a ingresso libero.




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