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mercoledì , 8 Ottobre 2025

Tempesta commerciale: Trump alza i dazi, tensioni globali e manovre difensive

Washington / Bruxelles / Brasilia — La politica commerciale statunitense torna sotto i riflettori dopo una nuova ondata di dazi annunciati dall’amministrazione Trump, che minaccia di riscrivere gli equilibri globali e agitare i mercati.

A partire dal 1° agosto, entreranno in vigore dazi del 35% sul Canada, del 30% sull’Unione Europea e sul Messico, e del 50% sul rame, misura che colpisce direttamente esportatori come il Brasile, uno dei principali fornitori della materia prima. Il presidente brasiliano Lula ha subito annunciato ritorsioni basate sulla legge di reciprocità, dichiarando che il Brasile cercherà nuovi mercati e puntando a triplicare gli scambi con l’India.

Anche il Canada, inizialmente sul punto di rispondere con nuovi aumenti tariffari, ha sospeso la controffensiva, in seguito alla decisione di Trump di prorogare alcune scadenze e inviare lettere commerciali a 12 nazioni, segnalando un possibile spazio per la trattativa.

Nel frattempo, la Casa Bianca ha annunciato accordi commerciali imminenti e confermato che alcune tariffe saranno rinviate al 1° agosto, mentre il Giappone ha confermato l’intenzione di proseguire i colloqui dopo l’imposizione del 25% di dazi da parte americana.

L’UE sotto pressione

Le contromosse europee appaiono ancora in fase embrionale. I produttori di vino del continente hanno espresso forte preoccupazione per la loro esclusione da un nuovo accordo commerciale USA, mentre Bruxelles fatica a ottenere sgravi tariffari immediati. Tuttavia, si parla di concessioni limitate in un possibile futuro accordo bilaterale con Washington. In Germania, il Parlamento ha approvato un pacchetto di sgravi fiscali da 46 miliardi di euro, nel tentativo di stimolare la crescita e attutire gli effetti della crisi commerciale. Il ministro dell’Economia Reiche ha sottolineato la necessità di avviare anche riforme strutturali.

Mercati in movimento

I mercati reagiscono con volatilità contenuta. Il dollaro debole sta favorendo esportatori statunitensi, ma penalizzando le importazioni. Secondo Capital Economics, gli effetti dei dazi potrebbero iniziare a emergere negli utili del secondo trimestre. Il report “Beautiful Bill” di Morgan Stanley prevede un lieve impulso al PIL fino al 2027, ma non abbastanza da compensare gli squilibri generati.

A sorprendere è il bilancio federale USA, che ha chiuso il mese di giugno con un inaspettato surplus di 27 miliardi di dollari, alimentato da forti incassi fiscali e ritardi nella spesa.

Tensioni e prospettive globali

Il Fondo Monetario Internazionale ha lanciato un appello per un “ambiente commerciale stabile”, mentre in Cina vengono svelate nuove misure per stimolare l’occupazione, in risposta diretta alle tensioni con Washington.

Sul fronte monetario, la Federal Reserve si muove con cautela: la maggioranza dei membri prevede tagli dei tassi nel corso dell’anno, ma alcuni spingono per mantenere la pausa, citando la bassa disoccupazione come elemento frenante, secondo un’analisi di Bank of America.

Azionario

  • MSCI World: -0,3% nella settimana, ma ancora in rialzo del +10,3% da inizio anno (Ytd). Il rallentamento è generalizzato, ma la performance annuale resta robusta.

  • S&P 500: -0,3% settimanale, +7,2% Ytd – il listino americano risente del clima di incertezza legato ai dazi e ai possibili tagli Fed.

  • Nasdaq100: -0,4% settimanale, +8,9% Ytd – lieve correzione per i tech, forse legata a prese di profitto.

  • Russell 2000: -0,6% settimanale, +1,0% Ytd – la più debole tra le borse USA, i piccoli titoli sono più sensibili all’aumento dei costi.

  • Eurostoxx50: +1,8% settimanale, +12,8% Ytd – settimana positiva, favorita anche dal pacchetto fiscale tedesco e dalla tenuta dei dati macro in UE.

  • FtseMib: +1,2% settimanale, +21,2% Ytd – conferma la sua forza relativa. Probabile effetto traino da banche e settore energetico.

  • Vix: in calo di 1,1 punti a 16,4 – segnale di mercato relativamente tranquillo, malgrado la volatilità geopolitica.


🛢 Materie Prime

  • Oro: +0,6% settimanale, +27,9% Ytd – asset rifugio per eccellenza in questo contesto incerto. Continua a salire.

  • Petrolio: +2,2% settimanale, ma ancora -4,6% da inizio anno – rimbalzo tecnico, ma permane la debolezza strutturale.

  • Metalli Industriali: +3,1% settimanale, +10% Ytd – rialzo legato alla domanda e a eventuali strozzature dell’offerta.

  • Commodity Index: +0,4% settimana, +5,1% Ytd – andamento positivo, guidato dai metalli più che dall’energia.


💵 Obbligazionario

  • Treasury 10Y: invariato al 4,41% (variazione settimanale +0,06%), leggermente negativo Ytd (-0,16%) – in attesa di indicazioni più chiare sui tassi Fed.

  • Bund 10Y: +0,12% settimanale a 2,72%, stabile Ytd – la Germania resta prudente, ma l’aria di reflazione si sente.

  • Btp 10Y: +0,13% settimanale a 3,57%, in lieve positivo da inizio anno – ancora stabili gli spread.

  • Titoli 2Y USA e Germania: praticamente invariati, segno che il mercato resta attendista sulla politica monetaria a breve.


💱 Valute

  • EUR/USD: -0,8% settimanale, ma ancora +12,9% Ytd – ritraccio tecnico dopo un lungo rally. La forza dell’euro riflette fiducia nella crescita europea.

  • DXY (Dollar Index): +0,7% settimanale, ma -9,8% Ytd – settimana di recupero per il dollaro dopo mesi di debolezza.

  • EUR/GBP: +0,4% settimanale, +4,7% Ytd – euro più forte anche contro la sterlina.

  • EUR/YEN: +1,3% settimanale, +5,9% Ytd – segnala apprezzamento generalizzato dell’euro.

Cripto

  • Bitcoin: +9,3% nella settimana, +25,8% Ytd – grande protagonista della settimana. La combinazione tra rischio geopolitico e aspettative di tagli Fed sostiene il rally.

Dott. Alessandro Pazzaglia, consulente finanziario autonomo, www.pazzagliapartners.it

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