PORDENONE – Sindaco, assessori, consiglieri. Tutti gli uomini della giunta e del consiglio comunale di Pordenone, senza nessuna defezione (se non dovuta all’impossibilità di esserci in quel momento) si sono dati appuntamento sulla scalone di accesso al municipio poco prima dell’inizio del consiglio comunale, indossando la spilletta simbolo “io sono contro la violenza sulle donne” per dare sostanza e un volto al motto “Uniti contro la violenza sulle donne”, che accompagna le iniziative della IV Settimana contro la violenza sulle donne, promossa dal Protocollo dei 50 comuni, con il coordinamento dell’assessorato alle Pari Opportunità del Comune di Pordenone, un calendario di oltre 80 eventi diffuso in tutta l’area vasta.
“Il fenomeno della violenza di genere – ha affermato l’assessora Guglielmina Cucci, ricordando i dati diffusi dalla Polizia di Stato (in Italia le donne vittime di violenza sono 88 al giorno, circa una ogni 15 minuti. Il 36% subisce maltrattamenti, il 27% stalking, il 9% violenza sessuale e il 16% percosse ) – è strutturale, e come tale va affrontato.
Il fenomeno è complesso, articolato e purtroppo molto radicato nella nostra società. Le sue origini sono di matrice culturale e le sue premesse stanno nelle discriminazioni, nella disparità, nel mancato rispetto. La violenza si esprime dunque in tanti settori della società, nella sfera privata, nella sfera sociale, nell’ambito lavorativo.
La possiamo percepire già nel linguaggio e nella comunicazione. Per questo va affrontata con un lavoro intersettoriale, interistituzionale e trasversale. Lavoro, sociale, pari opportunità, cultura, istruzione, sport. Tutti questi mondi dovrebbero lavorare assieme. La politica deve lavorare unita e compatta. E vogliamo il contributo degli uomini.
La solidarietà delle donne la possiamo dare per scontata. Che gli uomini scendano in campo e ci mettano la faccia è un atto simbolico forte, che parte da Pordenone e vuole fare da traino e da esempio per tutti gli altri. L’esempio dei nostri uomini è fondamentale per gli altri uomini, perché sono gli uomini che agiscono la violenza e ne devono prendere coscienza”.
Contestualmente allo scatto fotografico il municipio è stato illuminato di arancione in adesione all’appello lanciato da Un Women al motto Orange the world con la speranza di un mondo libero dalla violenza di genere.
Sotto la Loggia del Municipio, intanto è stata inaugurata Cipria, installazione realizzata dalla fotografa Giada De Pra: un percorso emozionale nel quale il fruitore può immergersi, indossando cuffie o tappi per orecchie.
Percorrendo uno stretto corridoio si segue un filo rosso, seguendo i vari ritratti polaroid di donne, che sono stati “rovinati” con dei segni lasciati da oggetti che per loro avevano un valore affettivo “Questo – spiega la giovane artista – perché solitamente sono proprio le persone a cui vogliamo bene a lasciarci quei segni, così intimi.
La polaroid inoltre è una fotografia unica nel suo genere, non può essere riprodotta, proprio come noi esseri umani”. Al filo rosso sono appese le testimonianze di giovani donne che hanno subito violenze o molestie. Infine uno specchio, con la scritta “E tu?” invita a interrogarsi in prima persona.
In mattinata, durante il convegno dedicato agli orfani di femminicidio organizzato dall’ordine degli avvocati il Sostituto Procuratore Andrea Del Missier ha segnalato la media dei casi denunciati alla Procura di Pordenone: 16 casi al mese di maltrattamenti in famiglia, 8 di stalking, 6,5 di violenza sessuale.
Importantissima, soprattutto per i molti studenti presenti è stata la testimonianza della giovane Diletta Capobianco, la cui madre è stata uccisa da uno stalker. “Rispettatevi – ha detto- e non consideratevi complementari. Noi non siamo l’altra metà della mela. Siamo esseri completi, l’amore è un qualcosa di bello che si aggiunge in più. Spezziamo la catena della dipendenza”.