Aviano sempre all’avanguardia nella terapia dei linfomi

AVIANO – E’ stato recentemente pubblicato sulla prestigiosa rivista scientifica internazionale Boold Advances un importante studio della Fondazione Italiana Linfomi (FIL) coordinato da Michele Spina, direttore dell’Oncologia medica e dei tumori immuno-correlati del CRO, che ha permesso di dimostrare come, nel linfoma non Hodgkin diffuso a grandi cellule (una forma aggressiva e molto frequente della patologia, ndr), si possa applicare un nuovo schema di chemioterapia anche su pazienti anziani e cardiopatici.

I risultati derivano dall’analisi dei dati del più grande studio prospettico nazionale sui linfomi dell’anziano, il cosiddetto ‘Elderly Project’, che ha arruolato oltre 1.200 pazienti, sotto il coordinamento del gruppo di lavoro del Centro di Riferimento Oncologico di Aviano. “Utilizzando strumenti innovativi di valutazione geriatrica – spiega Spina – abbiamo verificato come tutti i pazienti anziani abbiano la possibilità di essere trattati con una terapia ‘sartoriale’, ovvero personalizzata non solo in base alle caratteristiche della malattia, ma anche alle comorbidità individuali”.

La tossicità cardiologica da trattamenti chemioterapici, infatti, rappresenta un problema da non sottovalutare soprattutto negli anziani che, spesso, già al momento della diagnosi soffrono di patologie cardiologiche concomitanti che li espongono a un maggiore rischio. “La scelta della terapia, quindi, risulta molto delicata”, prosegue Spina. “Da un lato bisogna usare prudenza nell’utilizzo di farmaci potenzialmente cardio-tossici; dall’altro, non possiamo ignorare che ci troviamo spesso di fronte a patologie gravi, ma guaribili e che una riduzione o modifica dei trattamenti può compromettere le chance di guarigione”.

Il lavoro pubblicato su Boold Advances ha dimostrato come, nell’ambito di un ‘cocktail di farmaci’ per curare questa tipologia di linfomi, la sostituzione di un farmaco cardio-tossico con uno potenzialmente meno pericoloso per il cuore porta agli stessi risultati in termini di guarigione (oltre il 70% dei pazienti sono vivi a tre anni), ma con una riduzione delle complicanze cardiologiche.

“Questi dati rappresentano un’ulteriore conferma della qualità del lavoro svolto finora sui linfomi dell’anziano dalla FIL e dal CRO che, in qualità di capofila del progetto, si è dimostrato uno dei centri più attivi nell’ambito della ricerca nazionale e internazionale. Ringrazio, pertanto, i miei collaboratori e tutti i professionisti dell’Istituto che, con dedizione e alta professionalità, hanno permesso di conseguire questo successo medico-scientifico, consentendo un approccio più sicuro ai pazienti cardiopatici”, conclude Spina.




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