Premio Marcello Mascherini, vince “Il bugiardo” di Goldoni

AZZANO DECIMO – Chiusura in bellezza, sabato 4 novembre, alle 21, nel Teatro Mascherini di Azzano Decimo, dell’ottava edizione del Festival Internazionale dedicato a Marcello Mascherini. La commedia “Il bugiardo” della “Compagnia dell’Orso” di Lonigo (Vicenza) ha vinto il primo premio per il miglior spettacolo, aggiudicandosi la “Foglia della magia”, preziosa opera d’arte realizzata dallo scultore azzanese di fama internazionale Dante Turchetto. Protagonista della serata è stato il duo musicale e vocale “Musica in Frac”.

Il premio per il miglior spettacolo è andato a “Il bugiardo” della “Compagnia dell’Orso” di Lonigo (Vicenza) con la seguente motivazione: “lo spettacolo riassume tutta una serie di competenze teatrali che si manifestano nella cura dell’allestimento, nella corretta assegnazione delle parti, sostenute tutte da attori di livello, nella capacità di interpretare Goldoni e la commedia dell’arte, raccontando efficacemente al pubblico le trasformazioni dell’attore in personaggio”.

Il premio per la migliore regia è andato a Paolo Marchetto della “Compagnia dell’Orso” di Lonigo (Vicenza) – con lo spettacolo “Il Bugiardo” “per aver realizzato uno spettacolo che, attraverso l’originalità della lettura del testo goldoniano e una approfondita ricerca del “bello” e del “ben fatto”, raggiunge l’eccellenza del risultato d’insieme, senza perdere di vista la notevole interpretazione del proprio personaggio: pantalone”.

Il premio per il miglior attore protagonista è andato ad Alberto Moscatelli nel ruolo di “Marco” in “Maldamore” portata in scena dalla compagnia “Teatro delle lune” di Montebelluna (Treviso) “per aver saputo restituire con naturalezza ed ironia i vizi, le ossessioni, le debolezze e un certo infantilismo del suo personaggio”.

Il premio migliore attrice protagonista è andato a Monica Biagini nel ruolo di “Maria” in “Ben Hur” della compagnia “La bottega dei Rebardò” di Roma “per aver saputo rendere con capacità interpretativa, la condizione di nuova emarginazione metropolitana, disegnando con naturalezza il lato comico, e quello feroce, di una donna rassegnata ed abbrutita dalle avversità della vita”.

Il premio migliore attore non protagonista è andato a Sandro Calabrese nel ruolo di “Milan” in “Ben Hur”, della compagnia “La bottega dei Rebardò” di Roma, “per la convincente interpretazione, il sapiente dosaggio dei diversi registri linguistici del personaggio, e la capacità di amalgamarli con una efficace caratterizzazione gestuale, scevra da eccessive marcature”.

Il premio per la migliore attrice non protagonista è andato a Maria De Michele nel ruolo di “Adelaide Schiano” in “Napoli milionaria”, della compagnia “Il teatraccio Dlf” di Grosseto “per l’energia partenopea con cui ha saputo far emergere un personaggio di contorno, caratterizzandolo attraverso una appropriata gestualità e una disinvolta presenza scenica”.

Il premio per il miglior allestimento è andato a Lucia Buratto per le scenografie dello spettacolo “Il bugiardo” della “Compagnia dell’Orso” di Lonigo (Vicenza) per “l’originalità, la freschezza e la funzionalità di un progetto scenico che, attraverso l’utilizzo di materiali semplici, ha saputo rendere con efficacia i diversi ambienti previsti dalla commedia”.

Il premio del pubblico è andato a Ben Hur. Il premio delle compagnie Fita a “Il bugiardo”.

Ad ospitare l’ottava edizione del Festival sono stati i teatri “Mascherini” di Azzano Decimo e “Gozzi” di Pasiano di Pordenone, messi a disposizione dalle Amministrazioni comunali che hanno confermato con entusiasmo la loro collaborazione per la kermesse che nel tempo si è conquistata una meritata notorietà oltre che una valenza internazionale.

«Non mi stancherò mai di ringraziare quanti collaborano assieme al nostro Comitato provinciale per garantire la buona riuscita della manifestazione – puntualizza Franco Segatto, presidente della Fita di Pordenone – dagli enti pubblici che da anni ci seguono nelle nostre attività, a tutte le compagnie associate Fita che contribuiscono attivamente nell’organizzazione degli eventi, alle aziende produttive, commerciali e industriali le quali, nonostante le note difficoltà legate al periodo che stiamo vivendo, hanno creduto e continuano a credere nel nostro progetto culturale. È soltanto grazie a loro che si riescono a portare a termine manifestazioni di pregio come il nostro Festival, la nostra creatura più “giovane”, di cui siamo molto orgogliosi».

Questo concorso si è dimostrato inoltre essere un ottimo veicolo di cultura e un valido mezzo di valorizzazione e di promozione turistica per i prodotti enogastronomici e le bellezze del Friuli Occidentale. Anche quest’anno il servizio turistico della Regione Friuli Venezia Giulia ha approvato il progetto di Fita Pordenone che consentirà alle compagnie ospiti e al nostro affezionato pubblico di conoscere, degustare e apprezzare i sapori della nostra regione.

«Un ringraziamento speciale – continua il presidente Segatto – va alle Amministrazioni comunali di Azzano Decimo e Pasiano di Pordenone che da sempre hanno creduto in noi e che continuano a supportarci, non soltanto economicamente, ma mettendo a mostra disposizione personale e spazi teatrali per le nostre esibizioni». Una ulteriore conferma della valenza culturale e di immagine per il Festival internazionale Mascherini è la rinnovata collaborazione con imprese e operatori economici del nostro territorio: «Nonostante la difficile situazione economica – aggiunge – possiamo ancora contare su realtà che credono ancora nella cultura come risorsa e leva strategica di sviluppo».

IL RUOLO DELLA FONDAZIONE FRIULI. «Siamo molto soddisfatti del lavoro compiuto da Fita Pordenone, sia dal punto di vista della quantità delle proposte elaborate, che della qualità dei contenuti, a testimonianza della grande vivacità culturale espressa dai nostri territori – spiega il presidente Giuseppe Morandini – il nostro ente persegue da sempre finalità di promozione dello sviluppo economico e di utilità sociale operando nei diversi settori di attività. La mission infatti della Fondazione rimane orientata all’ascolto dei fermenti e delle esigenze della collettività per stimolare la coesione sociale e il senso di appartenenza ad una comunità, irrobustire il processo di sviluppo del territorio e costruire un progetto di welfare locale».




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