PORDENONE – Il comparto produttivo della Destra Tagliamento prosegue la corsa senza particolari ostacoli, spiega il presidente della Camera di Commercio di Pordenone-Udine Giovanni Da Pozzo, anche se al galoppo degli ultimi 12/18 mesi «si è sostituita, almeno nel terzo trimestre che ci siamo lasciati alle spalle, un’andatura al trotto, contrassegnata da qualche frenata in alcuni specifici settori, comunque in linea con il trend del Paese e con il periodo dell’anno rilevato». A registrarlo è infatti la consueta indagine congiunturale trimestrale sul Pordenonese condotta dall’ente camerale, ora di PN-UD, che ha raccolto ed analizzato i dati del periodo luglio/settembre 2018 e le previsioni per l’ultima tranche dell’anno (434 le imprese intervistate).
«Il lieve rallentamento rilevato dallo studio non ci coglie impreparati – approfondisce poi il vicepresidente Giovanni Pavan – poiché s’allinea in qualche modo al decremento del Paese nel confronto con l’andamento internazionale. A ciò si aggiunga anche la concomitanza con il fermo estivo. Debbo peraltro aggiungere che la minore crescita del manifatturiero trova ragione nella frenata del sotto settore legno-arredo, dove a tenere è stata solo l’occupazione. Nel loro complesso le previsioni mi paiono comunque improntate a crescita e/o stabilità ”.
“Il Commercio – ha aggiunto Pavan – erode marginalità per effetto di un aumento consistente degli oneri di approvvigionamento rispetto ai prezzi di vendita, anche in questo caso però è prudente aspettare gli esiti dell’ultimo quadrimestre, fondamentale per buona parte del comparto. Giova infine constatare la tenuta dell’edilizia – nonostante un lievissimo calo di produzione e occupazione –, un segmento la cui crisi, in passato, aveva fortemente inciso sugli altri attori di filiera che, nel Pordenonese, rappresentano ancora una porzione importante del fatturato d’area»
Manifatturiero
Consuntivo: Il settore evidenzia anche in questo trimestre un andamento complessivo di crescita; infatti le variazioni tendenziali dei principali indicatori sono positive, ma in rallentamento rispetto ai livelli osservati negli ultimi trimestri. Nel dettaglio: la produzione aumenta del +1,2% (nel precedente trimestre era +3,0%), il fatturato totale del +2,7% e il fatturato estero del +4,9% (entrambi i valori appaiono in decisa frenata rispetto al trimestre precedente, quando erano pari rispettivamente a +4,8% e a +8,4%). Peggiora anche la dinamica degli ordini, con quelli interni che registrano un +0,6% (nel precedente trimestre era +1,2%) e quelli esteri un +2,8% (nel trimestre precedente era +4,1%).
Rimane positiva la variazione tendenziale dell’occupazione che è pari al +0,9%.
Su buoni livelli il grado di utilizzo degli impianti che si attesta al 73% e supera abbondantemente l’80% nelle imprese di dimensioni maggiori (oltre i 50 addetti). Risulta sempre molto significativa la propensione all’export: la quota di export sul totale fatturato dalle imprese manifatturiere è infatti pari al 45% (supera il 72% nella meccanica, e sfiora l’80% nella grande industria).
Previsioni: Per quanto riguarda le previsioni per il quarto trimestre del 2018 si osserva una situazione di sostanziale stabilità , con oltre il 40% degli intervistati che si attendono indicatori stazionari. Da segnalare però che per produzione, fatturato e ordini interni, la percentuale di imprenditori che si attende una crescita maggiore del +2% (ottimisti), supera di oltre 10 punti percentuali quella di chi prevede diminuzioni oltre il -2% (pessimisti).
Si differenziano le aspettative relative agli ordini esteri per i quali addirittura il 70% dei rispondenti prevede stabilità .
Sottosettore legno-arredo: sul rallentamento della crescita del manifatturiero ha inciso molto la dinamica del legno-arredo che in questo trimestre registra tutti dati negativi rispetto ad un anno fa. Nel dettaglio: la produzione cala al tasso del -2,7%, il fatturato del -3,5%, il fatturato estero del -4,5%, gli ordini esteri del -5,0% e quelli interni del -2,9%. Unico dato in crescita è l’occupazione che aumenta del +1,4%.
Sottosettore metalmeccanica: decisamente migliore la performance della metalmeccanica, sottosettore in cui, rispetto ad un anno fa, spiccano la crescita del fatturato totale pari a +6,1% e di quello estero pari addirittura a +11,5%. Buono anche l’aumento degli ordini esteri pari a +7,4%, mentre risultano in calo quelli interni al tasso del -3,8%. La produzione cresce del +2,8%, mentre l’occupazione è sostanzialmente stabile al -0,2%.
Commercio al dettaglio
Consuntivo: il settore appare in leggera ripresa. Dopo un trimestre con vendite stazionarie (rispetto allo stesso trimestre 2017), infatti, nel terzo trimestre viene segnalato un aumento al tasso del +1,8%. Per contro si rileva un calo dell’occupazione al tasso del -1,3%.
La dinamica dei prezzi è in risalita, con i prezzi di approvvigionamento (+3,5%) che crescono più dei prezzi di vendita (+2,9%).
Previsioni: Oltre il 43% degli imprenditori intervistati si esprime nel senso di una stabilità delle vendite. Tra gli altri imprenditori si osserva una decisa prevalenza di ottimisti – coloro che si attendono un tasso di crescita superiore al +2% – sui pessimisti – che prevedono cali oltre il ‑2% -; infatti i primi superano i secondi di circa 19 punti percentuali.
Costruzioni
Consuntivo: dopo anni di fortissima crisi, nel corso del 2017 si è registrato più di un segnale di risveglio del settore. Il terzo trimestre del 2018 conferma la tendenza del 2017 ed in particolare il tasso di crescita del fatturato si mantiene a livelli elevati: +5,1% rispetto al terzo trimestre dello scorso anno. Positivo anche il dato delle commesse, pari a +2,4%, mentre la produzione risulta stabile rispetto al corrispondente periodo 2017 (-0,3%).
L’occupazione, in calo costante nell’ultimo decennio, dopo le aspettative ingenerate dalla crescita osservata nel secondo trimestre, torna in area negativa e perde lo 0,8%.
Previsioni: per il quarto trimestre del 2018 gli intervistati si attendono una sostanziale stabilità di tutti gli indicatori presi in esame (produzione, fatturato, commesse); però si rileva una prevalenza degli ottimisti (circa il 25% degli intervistati) sui pessimisti (che rappresentano, a seconda degli indicatori, percentuali comprese fra il 16 e il 22%).