PORDENONE – Quando è nato nel 2015 il protocollo Carta di Pordenone – Media e rappresentazione di genere, voleva essere un punto fermo, un momento da cui partire per operare un cambiamento culturale profondo. E’ nato sperimentale, e unico in Italia, in quanto riunisce soggetti istituzionali, enti e associazioni e soggetti privati molto diversi tra loro, ma accomunati da un obiettivo comune. Dare il proprio contributo al contrasto alla violenza maschile sulle donne, partendo dall’humus della quale essa si nutre, e dal quale derivano tutte le forme di discriminazione e disparità: la cultura e in particolare il linguaggio e la comunicazione.
Quando si sono seduti a quel tavolo i soggetti fondatori – Comune di Pordenone (Assessorato alle Pari Opportunità e Commissione pari opportunità di Pordenone), Consigliera di parità, Voce Donna,Teatro Comunale Giuseppe Verdi di Pordenone, Ordine dei Giornalisti Fvg, Assostampa Fvg, Circolo della stampa di Pordenone – non immaginavano quanta strada avrebbe potuto fare il protocollo. Tante le iniziative supportare e patrocinate, tanti gli stimoli portati alla comunità; una sessantina le realtà che negli anni lo hanno sottoscritto: tra esse anche Cinemazero, Fondazione Pordenonelegge, Pordenone Fiere, il Consiglio Regionale del Friuli Venezia Giulia, la Commissione regionale Pari Opportunità, Ordine degli avvocati di Pordenone, Anci Fvg, Federsanità Anci Fvg, Comune di Trieste.
Dopo un primo rinnovo è giunto il momento di dare una svolta, affinché il protocollo, possa essere ancora più incisivo e strutturato. A fine agosto il Comitato Tecnico – al quale ha partecipato per la prima volta la nuova Consigliera di Parità in carica, avvocata Sara Marchi – ha approvato a maggioranza le variazioni al testo, intese in questa direzione, e successivamente il Comune di Pordenone ha approvato il nuovo documento con propria delibera.
“In questi anni Carta di Pordenone ha travalicato i confini non solo della città, ma anche regionali e nazionali – afferma l’assessora alle pari opportunità Guglielmina Cucci – tanto è vero che l’abbiamo presentata a Matera agli Stati generali delle donne e a Bologna agli Stati generali della Amministratrici Anci ed è stata citata come buona prassi dal Grevio, organismo europeo. Un risultato frutto di un bel lavoro di squadra.
Arrivati a questo punto è stato naturale operare un cambiamento per rendere Carta ancora più efficace e operativa, ampliando la partecipazione di tutti i suoi sottoscrittori. Per questo le variazioni apportate introducono l’Assemblea dei sottoscrittori, un Comitato Scientifico e l’ampliamento del Comitato Tecnico.
Il linguaggio e la comunicazione influenzano il pensiero e viceversa, ed è evidente la responsabilità e il ruolo che hanno gli enti culturali, le istituzioni, tutti i soggetti che si occupano di informazione e comunicazione, e altri soggetti di rilievo nel modellare e influenzare il modo di pensare e le azioni che ne derivano”. Sensibilizzazione, comunicazione, formazione e informazione rimangono i capisaldi di Carta di Pordenone per combattere stereotipi e pregiudizi, discriminazioni, promuovendo i principi di pari opportunità e la valorizzazione delle differenze.