PORDENONE – La 30ma edizione di Dedica è stata presentata a palazzo Pera di Pordenone dal curatore del festival Claudio Cattaruzza e dal presidente dell’associazione Thesis che lo organizza, Antonino Frusteri.
In apertura è stato letto un messaggio inviato dal vice presidente della Regione e assessore alla cultura Mario Anzil che ha espresso “pieno sostegno a questo evento che, negli ultimi anni, si è guadagnato una posizione di prestigio nel panorama delle manifestazioni letterarie, sia a livello nazionale che internazionale”
E ha aggiunto: “Dedica Festival va ben oltre la semplice celebrazione dell’arte e della letteratura; è un simbolo della potenza della cultura, della sua capacità di connettere le persone e di promuovere la riflessione. Nel corso dei suoi trent’anni, ha dimostrato come la cultura possa fungere da motore di sviluppo personale e comunitario, un’occasione di dialogo e scambio tra culture diverse che arricchisce tutti noi.
La nostra aspirazione per la Regione Friuli Venezia Giulia è quella di essere un crocevia di culture, ponendo la pluralità di voci e il policentrismo al centro, un obiettivo che il Dedica Festival rappresenta e sostiene pienamente”. Ha infine espresso gratitudine a Thesis e agli enti e partner sostenitori affermando infine che Dedica Festival rappresenta un’opportunità di crescita culturale e di ispirazione a 360 gradi, non solo letteraria e culturale”.
In chiusura, il vice sindaco e assessore alla cultura del Comune di Pordenone Alberto Parigi , sottolineando il valore dell’approfondimento quale cardine della manifestazione, ha parlato di un festival che “con la sua formula e con la sua propensione alle collaborazioni e intrecci di sinergie costituisce un modello nel progetto che stiamo costruendo per arrivare a Pordenone capitale della cultura. La città deve tributare un ringraziamento a Dedica per l’enorme apporto di qualità culturale e proiezione internazionale che ha dato alla città in questi trent’anni
Un percorso in dodici tappe, fra incontri, libri, teatro, musica e cinema, per condurre il pubblico nell’universo letterario, caratterizzato dalla magistrale abilità di fondere la Storia con la finzione, di Arturo Pérez-Reverte, scrittore e giornalista spagnolo, figura di spicco della letteratura contemporanea: è quello che si appresta a compiere il festival Dedica, in programma dal 16 al 23 marzo 2024 a Pordenone, organizzato dall’associazione culturale Thesis.
Il lungo viaggio di Dedica, nel frattempo è approdato al 30° anno, “seguendo la rotta verso la libertà di pensiero – sottolinea il presidente di Thesis Antonino Frusteri – il coraggio delle idee e la necessità di capire e approfondire.
È questa la nostra cifra – afferma – la nostra forza, ciò che ci rende ancora unici all’interno del vivace panorama delle rassegne letterarie italiane. Peculiarità che ci viene riconosciuta anche dal pubblico: ne abbiamo avuto ulteriore conferma in queste settimane, in occasione degli incontri con ex protagonisti di Dedica che stiamo proponendo per festeggiare il trentesimo anniversario e che riscontrano, ovunque, una partecipazione entusiastica e affettuosa, incoraggiandoci ancora e convincendoci che la rotta seguita è quella giusta” .
Ideato e curato da Thesis associazione culturale, il progetto Dedica è sostenuto da istituzioni ed enti pubblici – in particolare dalla Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia, dal Comune di Pordenone, dalla Fondazione Friuli – e realizzato con il sostegno di importanti soggetti privati: lo special partner Servizi Cgn, Coop Alleanza 3.0, CréditAgricole, AssiLab Previdenza e Servizi Pordenone, BCC Pordenonese e Monsile.
Dodici appuntamenti, dunque, per entrare nelle pieghe della scrittura di Arturo Pérez-Reverte che il curatore di Dedica Claudio Cattaruzza, definisce “superlativa, sia dal punto di vista stilistico, sia per la maestria nella caratterizzazione dei personaggi”; nei suoi libri “che si prestano a più livelli di lettura e provocano il lettore, offrendogli una serie di spunti e stimoli che lo spingono a cercare i riferimenti storici e culturali nei quali le trame affondano le radici” e nell’ineluttabilità del destino dell’uomo di cui Pérez-Reverte è profondamente convinto.
“Il lungo passato come reporter nei conflitti di tutto il mondo – ancora Cattaruzza – ha maturato in lui un lucido realismo e disillusione nei confronti degli esseri umani e la certezza che, pur essendo la più grande sciagura dell’umanità, la guerra è purtroppo anche un fatto connaturato nell’uomo”.