Lady Avventura rientrate dal viaggio nell’isola delle donne in Estonia

PORDENONE – Le Lady Avventura sono rientrate dal viaggio nell’isola delle donne in Estonia.

“Il cuore di Tallinn ci ha subito affascinate – racconta la Capitana Romanina Santin – quando appena arrivate con un volo da Treviso, durato solo due ore e mezza ,abbiamo percorso alcune strade, ai lati delle quali si ergono edifici molto belli ed interessanti.

Dopo una breve passeggiata abbiamo raggiunto l’Ambasciata Italiana in Estonia ,ubicata proprio in un palazzo del centro storico. L’Ambasciatore, Dottor Stefano Catani ci ha accolte con squisita cortesia e gentilezza e dopo aver ascoltato con interesse lo scopo del nostro viaggio ci ha fornito un quadro geopolitico storico e culturale del paese Baltico che abbiamo visitato.

Su consiglio dell’ambasciatore ,abbiamo visitato l’orfanotrofio di Haiba, a circa un’ora dalla città di Tallinn .Abbiamo trovato una struttura veramente molto bella ,dove vengono accolti una trentina di bambini orfani o provenienti da famiglie molto disagiate.

I ragazzi sono seguiti con cura ,vivono in un contesto accogliente, frequentano la scuola all’esterno della struttura .Abbiamo portato loro materiale didattico e lasciato contributi per acquistare attrezzature sportive specifiche per ogni singolo bimbo per praticare lo sport preferito da ciascuno di loro: per fare nuoto , ginnastica artistica ,calcio ,pallavolo a seconda delle loro preferenze .

La Direttrice e le educatrici ci hanno accolto con cortesia e hanno dimostrato grande sensibilità e affetto per questi bambini é stata una visita veramente interessante. Abbiamo raggiunto poi , con un traghetto l’isola di kihnu ,un’isoletta dell’Estonia situata nel bar Baltico dove la referente delle tradizioni dell’isola ci ha accolto in abiti tradizionali e con un camion scoperto ci ha accompagnato a visitare l’isola . kihnu è stata proclamata ,nel 2008 ,capolavoro del patrimonio dell’Unesco orale e immateriale dell’umanità.

Nel nostro soggiorno abbiamo assistito ai balli e canti fatti dalle donne locali , abbiamo osservato i loro abiti tradizionali ,assaggiato i cibi locali e visitato un’isola incontaminata dove la natura è protagonista. Kihnu , l’isola delle donne, è famosa per essere stata nel corso della sua storia l’unica isola matriarcale d’Europa.

Abbiamo scoperto come si svolge la la vita nell’isola, come passano le giornate le donne tra gli impegni dei figli, della casa ,in assenza dei mariti ,curando e mantenendo le tradizioni locali . Il viaggio ci ha portato poi a Pärnu, un piccolo grazioso centro storico ,stazione termale e luogo di villeggiatura marina.

Per rientrare a Tallinn ,abbiamo attraversato da nord a sud praticamente tutta l’Estonia, un territorio coperto di foreste e da un ricchissimo sottobosco con tante zone torbiere.

Un viaggio molto interessante che ci ha dato l’opportunità di conoscere realtà sconosciute e di allontanarci dal turismo di massa immergendoci in una cultura secolare e in una natura mozzafiato”.

E ora la capitana di Lady Avventura, Romanina Santin ci propone un racconto davvero suggestivo sul viaggio in Estonia.

“L’ emozione era grande e aumentava man mano che il traghetto si avvicinava a kihnu, la piccola isola estone nel mar Baltico dove eravamo dirette. Non vedevamo l’ora di arrivare e relazionarci con le donne del posto.

Si vedeva il faro , la banchina del porto e pian piano appariva nel suo splendore l’isola delle donne . Il cuore ci batteva, eravamo felici perché finalmente stavamo per raggiungere la meta di un viaggio che da mesi avevamo progettato con cura. Una volta sbarcate siamo state ricevute dalla nostra guida Mare Mätas ,responsabile della tradizione culturale, che dopo i saluti ci ha indicato un camion che ci avrebbe fatto da taxi durante il soggiorno a Khinu. Tutte e quattordici siamo salite sul cassone scoperto e sedute sulle panche , il che ci ha permesso di scoprire la natura incontaminata dell’ isola lungo il percorso.

Il verde la fa da padrone , pochi campi coltivati ,qua e là alcuni orti e giardini e poi il trionfo di pini ,larici e betulle e tanti alberi di pere e mele stracarichi di frutti. Dopo un un breve tragitto ,il camion si è fermato davanti ad un gruppo di casette di legno tutte colorate ,i nostri alloggi. Dentro l’ arredo era essenziale e molto spartano . Il giorno successivo abbiamo fatto il giro dell’ isola .Abbiamo visitato :il faro, la scuola, la chiesa ortodossa e visto il caratteristico cimitero ,incontrando lungo il tragitto pochissime persone .

C’era anche un bar e un piccolo emporio dove si trova di tutto. Abbiamo poi visitato il piccolo museo che custodisce tracce della storia e delle tradizioni ancora vive nell’ isola ,come quella del colori usati per i vestiti che le donne indossavano e indossano tuttora . Gonne multicolore ,con prevalenza di strisce rosse per le occasioni felici, mentre per il lutto o per i momenti di dolore i colori predominanti sono il blu ed il nero.

Le tradizioni di Kihnu, come i matrimoni di tre giorni, sono rimaste invariate nel corso dei secoli. Le celebrazioni legate ai giorni di festa del calendario popolare e della chiesa sono ancora seguite.

Poi abbiamo scoperto alcune stanze con attrezzi della vita quotidiana. Nel pomeriggio abbiamo assistito ad uno spettacolo di canti e danze tipiche del posto ovviamente di sole donne , tutte vestite con i tipici costumi .

Khinu è infatti chiamata l’ isola delle donne unico posto in Europa dove vige il matriarcato ,inserita dall’ UNESCO come patrimonio immateriale dell’ Umanità.

Gli uomini la maggior parte pescatori sono assenti parecchi mesi dell’ anno perché partono con i pescherecci o per cercare un lavoro sul continente lasciando le donne sole a occuparsi dei figli ,della casa e anche della gestione amministrativa dell’ isola.

In realtà non è un vero e proprio matriarcato, la donna non detiene tutti i poteri, ma è una sorta di condivisione di parità di genere ,dove chi comanda è la coppia, quindi è una società più egualitaria dove non esiste la lotta di parità.
È però un matriarcato dal punto di vista organizzativo nella vita dell’isola, le donne infatti sostituiscono gli uomini in moltissimi campi ,anche sotto il profilo dell’innovazione, dello sviluppo economico e della salvaguardia delle tradizioni e della cultura.

Non vige la matrilinearitá perché il cognome è trasmesso sempre dall’uomo, l’eredità è condivisa, il potere politico è soggetto al voto, senza vincoli di quote ,oggi il sindaco è un uomo, ma precedentemente era una donna che oggi è ministro e il consiglio comunale è composto prevalentemente da donne.

L’orgoglio delle isolane di abitare nell’isola è palese anche ,se per lavoro ,molte sono costrette ad emigrare sulla terra ferma, rimane però sempre in loro la voglia e il loro costante impegno nell’incentivare lo sviluppo del turismo, per far conoscere la loro vita , la cultura l’attaccamento alla storia ,in un’isola dove protagonista è la natura.

Le donne forti e resilienti che abbiamo incontrato, spesso segnate da un isolamento culturale e territoriale, tendono a essere molto riservate e poco aperte al dialogo. Di conseguenza, non siamo riuscite a stabilire, come in altre occasioni, quel legame empatico fatto di sorrisi, sguardi e momenti condivisi.

Nonostante la loro accoglienza austera ci abbia un po’ disorientate, questo viaggio ci ha regalato una gioia profonda. Abbiamo avuto l’opportunità di allontanarci dal turismo di massa, immergendoci in una cultura secolare e in una natura mozzafiato”.




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