Cinema e sport: un connubio funzionale, in molti casi vincente

Il connubio tra cinema e sport ha radici ormai piuttosto profonde, che risalgono addirittura ai primi tempi dell’invenzione della settima arte. Tuttavia è importante ribadire come il cinema e lo sport moderno siano nati assieme, con una radice e un’origine che può essere attribuita a quella società industriale di fine Ottocento, la quale inizia a organizzare e gestire il consenso attorno a nuovi e potenti mezzi produttivi e distributivi. Nel corso della storia del cinema abbiamo potuto vedere come il binomio tra la settima arte e il mondo del gioco abbia dato risultati molto validi. Si pensi non solo alla competizione sportiva fine a se stessa, ma anche al contesto del gioco d’azzardo, oggi sempre più popolare e in ascesa per via di realtà come quella del casino live di Betway attiva nel circuito del gioco online digitale.

Introduzione

Le prime tracce di incontro tra il cinema e lo sport ci conducono di fronte a casi di attualità ricostruita. Altra cosa è invece parlare di generi sportivi nel cinema, dove senza dubbio quello che ha avuto maggior fortuna è stato legato al contesto della boxe. In questo caso gli esempi si sprecano con una contaminazione tra attori diventati atleti come Lino Ventura, Mickey Rourke e il celeberrimo Errol Flynn, senza dimenticare invece i casi in cui ex atleti sono diventati a loro volta star di Hollywood.

Non solo personalità che ruotavano attorno al contesto delle arti marziali, come Bruce Lee, Dave Bautista e gli stessi Jean Claude Van Damme e Steven Seagal, ma anche Carl Weathers, Apollo Creed nella saga di Sylvester Stallone, Rocky, Dennis Rodman, Hulk Hogan e lo stesso Edson Arantes do Nascimento, meglio noto come Pelé. Il calciatore e dirigente brasiliano, tre volte campione del Mondo con la nazionale verdeoro, ha calcato le scene nelle vesti di attore in uno dei film più belli dedicati al mondo dello sport, in chiave storica. Il film è infatti Fuga per la vittoria di John Huston, del 1981. Affianco ad attori come Sylvester Stallone, Michael Caine e Max Von Sydow, troviamo il campione brasiliano che interpreta il ruolo “centrale” nella parte finale di Luis Fernandez.

Secondo Rolling Stone si tratta di una delle 10 migliori pellicole sportive della storia del cinema. A ben vedere però, restringendo il campo merita sicuramente il podio, parlando esclusivamente del rapporto tra il gioco del calcio e la settima arte. Calcio che negli anni è stato poi passato al setaccio, con docu-film, serie tv e qualche titolo degno di nota, trattando l’argomento sotto diversi punti di vista e contesti, non ultimo quello del tifo da stadio, con opere come Hooligans, Ultrà e Febbre a 90, tratto dal libro cult dello scrittore britannico Nick Hornby.

Fuga per la vittoria: trama e recensione di un film storico ed epocale

Fuga per la vittoria non è altro che un melodramma d’avventura ambientato principalmente in un campo di prigionia nella Germania nazista, rappresenta il veterano regista John Huston in uno stato d’animo espansivo e quasi spensierato. È come se Mr. Huston, avendo appena diretto due dei film più fantasiosi e difficili della sua lunga carriera, ”The Man Who Would Be King” e ”Wise Blood”, avesse deciso di lavorare su qualcosa di più convenzionale e meno impegnativo.

Esattamente come ”The Great Escape” di John Sturgis e un certo numero di film inglesi del secondo dopoguerra, Victory (titolo originale dell’opera) non è pensato per essere preso troppo sul serio. Vede P.O.W. la vita non era molto diversa dalla vita in un collegio piuttosto severo per maschi adulti. I letti possono essere duri, il cibo noioso e l’acqua calda scarsa, ma c’è uno straordinario spirito di corpo, cameratismo, buona compagnia e persino un senso di correttezza, almeno da parte di uno degli ufficiali tedeschi del campo.

Fuga per la vittoria combatte la sua guerra su un campo da gioco a Parigi. Il film, presenta una bella, autorevole, interpretazione di Michael Caine, nei panni di un ufficiale britannico che era stato una star del calcio prima della guerra, e una performance di Sylvester Stallone, nei panni di uno sfacciato americano POW – è così rilassato che il personaggio sembra avere occhi solo per sé stesso.
Interpreta anche Max von Sydow nei panni di un ”bravo” ufficiale tedesco, anch’egli una stella del calcio prebellico, il tizio che sogna quella che diventerà la trama del film, e introduce Pelé, la vera stella del calcio brasiliano, che fornisce il film con un paio di allettanti scorci del talento che lo ha reso la leggenda che è.

I meriti degli sceneggiatori, per un film che dopo 40 anni conserva il suo fascino

La sceneggiatura, di Evan Jones e Yabo Yablonsky, parla della sfida accettata dal signor Caine e dai suoi compagni di schierare una squadra di calcio contro le all-star tedesche, una gara da giocare a Parigi e progettata per dimostrare all’Europa occupata dai nazisti e il resto del mondo la superiorità degli atleti tedeschi. Non è detto che i calciatori alleati vogliano non solo vincere, ma anche sfruttare la tanto pubblicizzata partita come occasione per la propria grande fuga.

Nonostante i pochi colpi di scena, in termini di script, si tratta di un’opera per niente convenzionale, anzi per merito delle interpretazioni e di una regia solida, senza sbavature, la pellicola è diventata nel tempo un vero e proprio cult movie a carattere storico-sportivo. Innanzitutto, ha quelle due prestazioni superiori di Mr. Caine e Mr. von Sydow. Non sono interpretazioni complicate e intellettuali, ma ognuna conferisce al film un peso che non si vede spesso in spettacoli del genere. Ancora più importante, ha l’approccio piuttosto grandioso del signor Huston al suo argomento. Il film è stato interamente girato in Ungheria.




Condividi