FVG – “Ieri, prima che si riunisse la cabina di regia, abbiamo fatto un incontro in videoconferenza tra tutti i presidenti di Regione e c’è una posizione unitaria da parte di tutte le Regioni sul sottolineare, chi con più forza chi con qualche dubbio in più, la necessità di iniziare in modo prudente e soprattutto cercando di mettere insieme la sicurezza sanitaria e le necessità economiche, dando delle linee guida molto chiare alle imprese che vogliono ripartire e pensando anche alla mobilità dei lavoratori”.
Lo ha detto a Sky TG24 Massimiliano Fedriga, presidente della Regione Friuli Venezia Giulia.
Per il governatore “serve particolare attenzione a determinati settori, come quelli particolarmente coinvolti nell’export, perché in questo momento Paesi stranieri ci stanno rubando fette di mercato e il rischio è che il 4 maggio alcune imprese non riaprano, non perché c’è un nuovo dpcm, ma perché non hanno più la forza di stare sul mercato”.
Su questo Fedriga ha ricordato che “come Regioni avevamo fatto presente al Governo una necessità di ipotizzare una riapertura, seppur controllata e limitata, antecedente al 4 maggio” ma “c’è un decreto legge approvato dal Governo che toglie la possibilità alle Regioni di proporre aperture autonomamente”.
In questo senso, Fedriga ha detto: “Abbiamo sempre cercato una via di collaborazione istituzionale, perché pensiamo che in questo momento sia importante e ci auguriamo che questa collaborazione sia reciproca, perché se è vero che serve un coordinamento nazionale, e ne sono convinto, bisogna però vedere anche le specificità e le necessità dei diversi territori e anche la loro diversa capacità di reazione”.
“Dobbiamo puntare molto sulla diagnosi tramite tampone, nonostante anche questi abbiano margini di errore elevati, però sono quelli più sicuri che abbiamo. Dall’altro lato c’è la questione dei test sierologici, sono favorevole ad usarli ma, quelli che funzioneranno, serviranno per fare un’indagine epidemiologica”. Lo ha detto intervenendo a Sky TG24 Massimiliano Fedriga, presidente della Regione Friuli Venezia Giulia.
“Non possiamo pensare di fare prevenzione facendo gli esami sierologici perché possono servire diversi giorni per sviluppare gli anticorpi. Non possiamo usare i test sierologici per fare diagnosi preventiva e dire chi è contagioso e chi no”, ha concluso.