Fratelli d’Italia indignato per posizione negazionista Comune Reggio Emilia

FVG – Fratelli d’Italia Pordenone, a nome del Consigliere comunale e regionale Alessandro Basso e del portavoce pordenonese Emanuele Loperfido, si dichiara indignato e basito da quanto dichiarato dal Comune di Reggio Emilia, la cui commissione toponomastica ha bloccato l’iter per intitolare a Norma Cossetto un luogo pubblico, una via o una piazza, come approvato nel settembre scorso dal loro consiglio comunale.

La Cossetto, insignita l’8 febbraio 2005 della Medaglia d’oro al Merito Civile dall’allora Presidente della Repubblica Italiana Carlo Azeglio Ciampi, in quanto riconosciuta ufficialmente vittima dell’odio contro gli Italiani perpetrato con una vera pulizia etnica dai partigiani jugoslavi di Tito.

«Sono rimasto basito da quanto appreso a mezzo stampa –dichiara il Consigliere Alessandro Basso-. Impossibile credere che nel 2020 regni sovrana una tale ignoranza storica ma soprattutto la volontà faziosa mirata a cancellare le colpe comuniste del secondo conflitto mondiale ai danni dei nostri stessi compatrioti. Ricordiamo però, che dall’altra parte nel territorio comunale di Reggio Emilia esiste ancora una via intitolata a Josip Broz Tito, il sanguinario maresciallo lordo di tanto sangue italiano».

Fratelli d’Italia Pordenone ha depositato nelle scorse settimane un’interrogazione in Consiglio comunale con la quale ha chiesto alla Giunta di intitolare un luogo della città o un’aula presso una scuola o un ufficio pubblico a Norma Cossetto. Dal 2004 infatti è stata istituita il 10 febbraio la commemorazione del “Giorno del ricordo”, al fine di conservare e rinnovare la memoria della tragedia degli Italiani e di tutte le vittime delle foibe, dell’esodo degli istriani, fiumani e dalmati dalle loro terre nel secondo dopoguerra e della più complessa vicenda del confine orientale.

«Nell’ottica della commemorazione nazionale –sottolinea il Consigliere Basso-, proponiamo un segno concreto e duraturo per ricordare la nostra connazionale, barbaramente torturata e uccisa dai soldati titini e divenuta simbolo del sacrificio di tantissime donne, che ancora oggi sono oggetto di violenza, discriminazione e sopraffazione».




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