La Castellada, la potenza e l’eleganza della macerazione

FVG – Erano gli anni ’90 quando i fratelli Nicolò e Giorgio Bensa, insieme ad un manipolo di produttori di Oslavia, nel Collio Goriziano, decisero di cambiare il loro modo di fare il vino.

Si erano resi conto che nella continua ricerca di mosti sempre più puliti e domabili si era perso tutto il patrimonio di sostanze contenuto nelle bucce che invece erano così importanti per arricchire il profilo organolettico dei vini. Soprattutto i vini bianchi erano quelli più impoveriti, vini di color “bianco carta” ottenuti con fermentazioni rapide in tini di acciaio da uve pressate e diraspate, le cui maggiori qualità erano la freschezza e la pronta beva.

La Ribolla Gialla, vitigno principe di questa zona, con la sua buccia spessa e la maturazione tardiva, a cui viene sempre riservata la posizione predominante in cima alla collina, era quello che meglio si prestava alle lunghe macerazioni e fu scelto per i primi esperimenti dai produttori di Oslavia, col fine di ottenere vini più ricchi e intensi sia nel colore che nella struttura, che potessero rappresentare la storia e la bellezza di questi luoghi. Nascevano così i primi Orange Wines in regione.

Oggi i figli di Nicolò Bensa, Stefano e Matteo, portano avanti l’azienda di famiglia, con un approccio molto attento sia in vigna, dove si lavora in regime biologico, che in cantina, dove si destreggiano tra vini prodotti con lunghe macerazioni sulle bucce e vinificazioni classiche come quella del Bianco della Castellada, prodotto in stile pre-macerativo sin dal 1992.

I 10 ettari di vigneti sono completamente inerbiti, coerenti con il paesaggio circostante, ricco di biodiversità. L’inerbimento inoltre svolge un’ottima regolazione idrica, rendendo superflua l’irrigazione anche in queste ultime annate così siccitose.

Secondo Stefano il merito va soprattutto al terroir di questa zona, dove la ventilazione costante e i suoli ricchi di minerali nelle stratificazioni millenarie di marna e arenaria forniscono le condizioni perfette per ottenere uve di grande qualità. L’attenzione dell’uomo, le basse rese e l’abbandono dei fertilizzanti chimici fanno il resto.

Affacciandosi dalla terrazza antistante la cantina si può ammirare il vigneto della Dolinca, che forma un anfiteatro di rara bellezza. Gli altri vigneti sono tutti a poca distanza, il più antico con i vitigni rossi (merlot e cabernet sauvignon) con un’età di circa 60 anni e il vigneto Vrh (che nelle annate migliori regala il Bianco Vrh Riserva) da cui si possono ammirare dall’alto le città di Gorizia e Nova Gorica con le loro differenti architetture.

Lo stile dei vini è semplice. Tutte le uve sono vendemmiate a mano, le fermentazioni sono ad opera di lieviti indigeni in tini aperti di rovere di Slavonia, durante le quali il mosto resta a macerare con le bucce da un periodo minimo di 4 giorni per i vini non macerati fino ad un massimo di 60 giorni per la ribolla gialla. Non viene effettuata nessuna filtrazione.

Che dire? Una cantina assolutamente da visitare, dove i fratelli Bensa seguono il loro metodo di lavorazione con coerenza e convinzione, con lo scopo di produrre vini intensi e longevi, al di là delle mode, che raccontino la storia di questi luoghi.

Rosa Prisciandaro




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