Finanza, prosegue ascesa mercati. L’analisi settimanale

Non si arresta l’ascesa dei listini azionari che continuano quella tendenza rialzista che già avevano mostrato nel 2019 e che si è trasmessa anche nel nuovo anno.

Le tensioni geopolitiche mediorientali non solo non hanno scalfito il trend di crescita ma forse hanno rappresentato una ulteriore molla per l’apprezzamento delle borse.

Tutte le aree geografiche si trovano in positivo da inizio anno: tra gli sviluppati primeggiano le borse americane (ed in particolare il Nasdaq, +5%), tra gli emergenti best performers sono il mercato russo e quello turco (+6%).

Il primo background vede infatti, proprio in questa settimana, l’accordo Fase 1 tra USA e Cina, con la firma, avvenuto alla Casa Bianca e che Trump ha definito come storico. Probabilmente un tono condito da eccessiva enfasi: il punto di equilibrio raggiunto rappresenta piuttosto un accordo di partenza, visto che si parla di ‘mancati aumenti’ (il 15% previsto già nello scorso dicembre su 160 mld di beni cinesi) e riduzioni (dal 15% al 7,5% per altri 120 mld di prodotti importati da parte americana).

Per passare alla cancellazione di quanto ancora in essere sarà necessario attendere forse le stesse elezioni USA previste per novembre, nel frattempo Trump porta a casa la promessa di un aumento significativo delle importazione di prodotti agricoli statunitensi da parte cinese. Il secondo elemento che ha conferito positività al sentiment generale degli operatori è relativo all’uscita delle prime trimestrali del 2020 e relative all’ultimo quarter dell’anno scorso.

Il settore bancario ha inaugurato la stagione con dati molto positivi e che sono riusciti a battere le stime previste degli analisti: bene in particolare JPMorgan, Citigroup e Morgan Stanley. Gli eps dell’S&P 500, mostrano quindi, in questa mini fase, un recupero di redditività, atteso in qualche modo già dal mercato visto che il P/E si attesta ad oltre 22 volte gli utili. La positività settimanale degli indici USA (S&P 500 +2%, Nasdaq +2,3%) ha trascinato al rialzo anche l’Europa, risultata però un po’ più timida nei segni più, con i mercati preoccupati forse che Trump possa riprendere ora il confronto sui dazi con il Vecchio Continente.

In rialzo anche gli emergenti, che confermano il loro recupero di momentum già mostrato negli ultimi mesi. Si comprime, infine, l’indice di volatilità (VIX), schiacciato nuovamente in area 12.

MATERIE PRIME
Per quanto riguarda la materie prime, settimana con movimenti limitati per quanto riguarda l’indice generale. Le principali commodities, infatti, hanno mostrato una sostanziale stazionarietà: l’oro in area 1.560 Dollari l’oncia, il petrolio sceso sotto i 60 Dollari al barile. Continua ad inanellare record il palladio e positive anche diverse materie prime industriali.
MERCATO OBBLIGAZIONARIO
La fase di ‘risk on’ sul comparto azionario ha avuto nelle scorse settimane la conseguenza di indebolire il reddito fisso, con l’innalzamento dei rendimenti in particolare sui segmenti maggiormente considerati come un fly-to-quality. E’ il caso dei governativi (in modo abbastanza generalizzato) ma anche del comparto obbligazionario corporate investment grade. Nella settimana appena conclusa tali indicazioni sono state tendenzialmente confermate anche se i micro segmenti si sono mossi più a macchia di leopardo. In Europa, infatti, i governativi hanno continuato a vedere un moderato aumento degli yield sulle scadenze a medio lungo o un consolidamento sui livelli di top degli ultimi mesi.

In calo invece i rendimenti al di fuori dalla zona Euro, una tendenza particolarmente evidente in UK: l’uscita di dati negativi sul fronte della produzione industriale e manifatturiera ha, di fatto, aumentato le probabilità di avere un taglio dei tassi da parte del governatore Carney durante il 2020, nel caso in cui la crescita del Regno Unito non sia in grado di riprendersi in modo convincente. Per quanto riguarda il governativo US la settimana è stata sostanzialmente interlocutoria: il decennale è rimasto stabile in area 1,80% in attesa probabilmente di elementi più direzionali, specie nell’ambito della politica monetaria da parte della FED, attualmente neutrale verso i dati macroeconomici.

Nel Beige Book, il consueto bollettino mensile della FED, viene descritta una situazione di crescita a ritmo modesto con un outlook che rimane ‘abbastanza favorevole’ nel breve termine. Tra gli altri segmenti obbligazionari, tono ancora positivo per i mercati emergenti (con l’unica eccezione dell’area Latin America), favoriti anche da alcuni tagli del costo del denaro (Turchia e Sud Africa). In ambito corporate il movimento è stato di ulteriore riassorbimento dei rendimenti, con la riduzione degli spread di credito e il segmento high yield maggiormente favorito da questa dinamica.

VALUTE
In ambito forex, movimenti limitati per la generalità dei cambi. Il cross Euro Dollaro, ha mostrato qualche velleità rialzista movendosi verso area 1,12 ma nuovamente il livello ha opposto resistenza. Il close finale (1,11) non muta il trend tecnico che nel breve rimane sostanzialmente laterale. Debole il Real brasiliano (dopo l’aumento dei tassi). Di nuovo tonico il Bitcoin che risale nelle quotazioni e riportandosi appena sotto quota 9.000 Dollari.

Dott. Alessandro Pazzaglia Consulente Finanziario Autonomo

Mail : [email protected]

Sito : www.pazzagliapartners.it




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