Mercati finanziari, settimana di consolidamento

MERCATI AZIONARI

Settimana di consolidamento quella appena terminata per i mercati azionari internazionali: la lunga fase positiva iniziata nello scorso ottobre lascia quindi spazio a momenti interlocutori, visto anche il raggiungimento di livelli di stress sugli indicatori di breve. Una piccola frenata in un trend che è stato scevro di correzioni significative, anche infrasettimanali, non essendoci, per il momento, un catalizzatore tale da intercettare il probabile desiderio di take profit da parte di una componente degli investitori.

L’year to date vede infatti già un S&P 500 avanti del 2% e il Nasdaq di quasi il 5%, logico quindi pensare che fasi di storno siano da mettere in conto in un trend che comunque si mantiene strutturalmente solido. Il mercato continua ad attendersi un clima ancora favorevole per l’equity, confidando in una conferma delle stime di crescita previste per il 2020 e in una assenza di spauracchi che possano indebolire i dati societari delle società US.

In queste settimane sono in uscita i bilanci relativi all’ultimo quarter del 2019: l’indirizzo generale è nel complesso positivo, con una buona percentuale di casi in cui le stime degli analisti sono state battute. Il boost per Wall Street è stato però finora moderato, visto che già i prezzi avevano incorporato parte delle attese, con un innalzamento dei multipli di valutazione.

Il saldo settimanale vede quindi una chiusura in calo rispetto ai livelli della precedente ottave: l’S&P 500 (-1%) ha mostrato una discesa sotto i 3.300 punti, con un close vicino ai minimi settimanali. Deboli anche le performance viste negli altri mercati, con una evidente sottoperformance dei segmenti emergenti, specie quelli dell’area asiatica, indebolite dai timori relativi alla diffusione del Coronavirus.

Marcati, infatti, i segni meno degli indici cinesi: Hang Seng China -3,9%, Shanghai -3,2%, ma anche i paesi circostanti sono stati coinvolti. Le notizie preoccupanti che provengono dalla Cina per ora restano a livello sostanzialmente locale, ma come spesso accade in questi casi, si verifica un effetto di contagio anche a livello finanziario.
Per quanto riguarda invece l’Europa, le performance sono miste: positivi (di poco) Dax e Smi, in negativo Cac, Ibex e FTSE 100, quest’ultimo interessato dalla firma ormai ufficiale della Brexit, prevista per il 31 di questo mese. A livello settoriale, deboli tutti i comparti ciclici, come Auto, Banche e Materiali di Base mentre i difensivi come le Utility hanno tratto vantaggio dalla sensibile discesa dei tassi di interesse.

In aumento gli indicatori di volatilità, che segnalano l’aumento delle possibilità di una fase correttiva di breve termine. A maggior ragione, considerando le decisioni prese dal presidente Trump in merito all’aumento dei dazi su acciaio e alluminio.

MATERIE PRIME

Per quanto riguarda le materie prime, movimenti di particolare ampiezza nell’ottava ed in particolare per tutte quelle commodities legate al ciclo economico: decise flessioni infatti sia per il petrolio, che scende con vigore (-7,5%) avvicinandosi sotto area 55 Dollari al barile, ma anche per tutto l’ambito dei metalli industriali. In nuovo progresso l’oro (+0,9%), che mantiene la capacità di intercettare le tensioni di mercato.

MERCATI OBBLIGAZIONARI

Settimana che torna a riportare gli acquisti sul reddito fisso: le notizie provenienti dall’Oriente circa il Coronavirus hanno portato gli investitori a ricercare porti maggiormente sicuri in termini di investimento, nonostante i rendimenti rimangano generalmente attestati su livelli piuttosto sacrificati.

Dopo la debolezza dell’ottava precedenza, infatti, le migliori performance in ambito obbligazionario derivano dalla componente governativa, considerazione che non ha particolari connotati geografici. Positivo, infatti, il governativo della zona Euro, con acquisti sia sull’area ‘core’ che su quella ‘periferica’: il Bund tedesco, dopo la risalita dell’ultima fase di mercato, torna a comprimersi nuovamente in termini di rendimento sulla scadenza decennale, attestandosi in chiusura in area -0,35%.

Anche il BTP italiano, che negli ultimi due mesi era stato sensibile più a dinamiche di politica interna che di scenario generale, ha visto l’yield decennale scendere all’1,23%, livello che non si vedeva da oltre un mese e questo nonostante la ravvicinata scadenza elettorale in Emilia Romagna e Calabria.

Le dinamiche della zona Euro hanno tenuto conto anche della prima conferenza stampa della BCE del 2020, in cui Christine Lagarde, neo presidente da pochi mesi, ha affermato la volontà di procedere una revisione di strategia di politica monetaria, da un punto di vista formale (linguaggio) e sostanziale (target di inflazione al 2%).

 

Dal punto di vista delle decisioni non vi sono comunque novità: la BCE ha lasciato invariati i tassi di interesse sulle operazioni di rifinanziamento principali, sulle operazioni di rifinanziamento marginale e sui depositi presso la banca centrale rispettivamente allo 0,00%, allo 0,25% e al -0,50%. Nel comunicato della BCE, inoltre, è stato ribadito che i tassi rimarranno ai livelli attuali o più bassi (e quindi accomodanti) fino a quando le aspettative di inflazione convergeranno in modo robusto a un livello sufficientemente vicino, ma inferiore, al 2%. La BCE continua a ritenere che l’inflazione nel medio termine salirà, sostenuta dalla politica monetaria, dalla crescita dell’economia e dall’aumento dei salari.

Sempre in ambito banche centrali, anche la Bank of Japan nel proprio meeting periodico, non ha cambiato nulla nel proprio approccio ai tassi e al contesto economico. Anche in ambito US i governativi hanno rappresentato un approdo di qualità per il mercato: l’yield del decennale si è contratto dall’1,85% all’1,68%.
Tra gli altri segmenti obbligazionari si segnala il buon comportamento del corporate investment grade e la maggiore variabilità invece della componente High Yield.

MERCATI VALUTARI
In ambito valute, segnali di forza per il Dollaro che, nelle fasi di incertezza, si conferma valuta di sicurezza per gli investitori. Il cross si è mosso verso area 1,10, di fatto confermandosi sui valori mediani degli ultimi mesi. Tra le altre valute, segnali di forza dalla Sterlina inglese, favorita dalla minore incertezza relativa alla Brexit.

Dott. Alessandro Pazzaglia Consulente Finanziario Autonomo

Mail : [email protected]

Sito : www.pazzagliapartners.it




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