Preoccuparsi per la meningite: un focus su pazienti fragili di ogni età

In collaborazione con Adnkronos. Una delle eredità importanti della pandemia è il valore della vaccinazione, come strumento preventivo di fronte a malattie gravi, i cui esiti possono essere anche mortali. Se parliamo di meningite, la consapevolezza di essere di fronte a una minaccia per la salute umana è piuttosto diffusa. Ma ancora oggi non tutti sanno di cosa si tratti e cosa possa comportare per bambini e adulti, soprattutto se fragili perché immunocompromessi.

L’evento “Pre-Occupiamoci della meningite in Veneto e Friuli Venezia Giulia – tra best practice e bisogno di protezione”, promosso da Adnkronos Comunicazione con il supporto non condizionante di GSK, ha fatto il punto sugli strumenti di prevenzione e che la regione ha in atto per proteggere le fasce più vulnerabili, per le quali si segnala una maggiore incidenza di infezione.

La meningite meningococcica è un’infezione grave, disabilitante e spesso mortale, seppure rara. Il 10% dei pazienti va incontro al decesso nonostante riceva cure adeguate. Il 10-20% dei sopravvissuti può andare incontro ad amputazioni, danni cerebrali, perdita dell’udito, disturbi dell’apprendimento. Un rischio che, sebbene maggiore nei bambini in tenera età, permane per tutta la vita e interessa particolarmente le persone più fragili, come gli anziani o i soggetti immunodepressi.

Durante l’incontro focus sulle esperienze e le best practice delle regioni Veneto e Friuli Venezia Giulia registrano un buon trend di coperture vaccinali contro queste patologie. In particolare, per i bambini nella regione Veneto la copertura (per le due vaccinazioni contro meningococco di tipo B e di tipo ACWY) è di oltre il 90% mentre per gli adolescenti la copertura supera l’83-84.

“Il Friuli Venezia Giulia ha cercato, durante le sedute vaccinali, di proporre co-somministrazioni in modo tale che il genitore o il soggetto che si va a vaccinare, potesse usufruire in un’unica seduta della copertura di più vaccini – spiega Cristina Zappetti, Referente Regionale Malattie Infettive e Vaccinazioni Friuli Venezia Giulia -. Negli ultimi anni per proteggere i soggetti fragili e rafforzare gli inviti alla vaccinazione, abbiamo lavorato con gli specialisti per le vaccinazioni degli adulti e dei soggetti a rischio, anche bambini, come pazienti oncologici, diabetici, cardiopatici e con insufficienze renali, offrendo sia l’opzione di vaccinazione diretta presso lo specialista sia la possibilità di prenotare la vaccinazione presso i punti vaccinali.

Inoltre abbiamo lavorato con i cardiologi, per cui nelle lettere di dimissioni c’è un’attenzione oltre che alla terapia farmacologica anche alla vaccinazione; e abbiamo avviato un percorso con i farmacisti perché riteniamo ci sia la necessità, non solo per gli utenti ma anche per gli operatori sanitari, di essere informati sugli eventi avversi alla vaccinazione che sono un tema centrale per rispondere ai dubbi sia dei soggetti adulti sia dei genitori. E proprio pensando a questi ultimi, collaboriamo anche con i pediatri perché sono un punto di riferimento informativo importante per i genitori”, conclude l’esperta.

A proposito di best practice e di come incentivare la vaccinazione tra i soggetti fragili, Francesca Valent, Direttore della Struttura operativa complessa di Igiene e Sanità Pubblica dell’Azienda Sanitaria Universitaria Friuli Centrale di Udine ricorda: “Abbiamo da poco concretizzato un piccolo protocollo di lavoro con la struttura di nefrologia e dialisi che ha sede nel piccolo centro di Cividale, un’esperienza pilota che però sta dando buoni frutti.

Qui, per i pazienti che sono sottoposti a emodialisi che si recano nel centro, abbiamo un percorso in cui il nefrologo propone al paziente una brochure informativa da noi redatta con le vaccinazioni consigliate per questa tipologia di pazienti che sono a particolare rischio di sviluppare infezioni.

Il paziente fornisce il consenso affinché noi del servizio di igiene e sanità pubblica predisponiamo un piano vaccinale personalizzato e trasmettiamo questo piano al nefrologo, il quale, quando il paziente si reca in seduta emodialitica, comincia a effettuare le vaccinazioni. Quindi il paziente è seguito dal suo clinico di fiducia e riceve anche le vaccinazioni, che noi valutiamo e consigliamo per lui.

Anche per i pazienti che non si sottopongono a emodialisi ma che sono comunque in cura al centro perché soffrono di insufficienze renali – aggiunge Valent – c’è un percorso dedicato per cui il nefrologo ci segnala i pazienti, noi predisponiamo il piano e il paziente viene a vaccinarsi al centro vaccinale godendo di un’agenda a lui dedicata”.




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