Turismo: serve una programmazione. Intervento di Lucchetta e Santin
PORDENONE – C’è molta cautela sulle dichiarazioni di questi giorni del ministro del Turismo Massino Garavaglia sulla ripresa delle attività degli alberghi prevista per metà maggio. Un modo, forse, per rassicurare gli operatori turistici che, dopo le festività pasquali con partenze beffa verso altri lidi (Canarie), temono ora la concorrenza estiva di altri paesi europei? Risponde Sergio Lucchetta presidente del Consorzio Pordenone Turismo, con sede presso l’Ascom-Confcommercio e che raggruppa 50 aziende del comparto turistico Destra Tagliamento (agenzie viaggio, alberghi, agriturismi, b&b, ristoranti, produttori di vino): «Incertezza e mancanza di prospettiva fanno più male del virus».
Al Governo, e più in generale alla politica, chiediamo di avviare presto una «seria programmazione in grado di fissare delle date certe per la ripresa del sistema turistico. La nostra richiesta è per una road map fondamentale per avviare, almeno con un mese di anticipo, l’attività di promozione turistica che interessa non solo l’Italia ma, soprattutto, paesi come Austria e Germania dove i contatti con il nostro Consorzio sono frequenti e consolidati». Gli alberghi e tutta la rete dell’ospitalità italiana «sono fermi da mesi, a causa del divieto di spostarsi da una regione all’altra – spiega ancora Lucchetta -. Non comprendiamo come sia possibile autorizzare i viaggi oltre confine e, invece, impedire quelli in regioni italiane come il FriuliVg con le città d’arte che, nella crisi pandemica, hanno subito le maggiori penalizzazioni causa l’assenza totale di turisti. Con PromoTurismo Fvg stiamo già collaborando sia per la stagione estiva che per quella autunnale, ma ora è necessario agire in fretta e dare risposte concrete ai nostri imprenditori che sono allo stremo, sfiduciati verso una ripresa economica che pare ancora lontana».
Gli fa eco Giovanna Santin, responsabile di Federalberghi per il Friuli occidentale, che insiste sulla necessità di promuovere «L’accoglienza del territorio» attraverso la conoscenza della cultura e delle tradizioni locali, le visite ai musei, ai borghi e parchi dichiarati Unesco. E precisa: «Non ci sorprende il fatto che la coperta dei sostegni sia corta, ma le risorse stanziate per il turismo non sono assolutamente sufficienti.
Occorre fare di più, per aiutare le imprese di questo settore – compresi i negozi che sono la vita sociale ed economica del nostro territorio – a uscire dal disastro creato dalla pandemia. Sui vaccini chiediamo che anche i lavoratori del settore turistico siano interessati dal processo vaccinale così da mettere in sicurezza le strutture ricettive e non solo».
Per un «cambio di passo» anche il presidente locale di Confcommercio, Alberto Marchiori, che ritiene insostenibili le nuove chiusure che mettono a rischio la sopravvivenza delle imprese. Ci vuole più flessibilità perché i nostri imprenditori non ne possono più. La tolleranza è ormai finita».