2016, arriva la “rivincita” del mattone

PORDENONE – Il 2016 segna la “rivincita” del mattone: i dati delle compravendite relativi al primo semestre dell’anno suggeriscono che i pordenonesi hanno rincominciato a investire nel settore immobiliare piuttosto che nel settore finanziario.

Complici probabilmente le recenti difficoltà del settore bancario, chi ha ancora qualche risparmio da parte ha convertito i propri investimenti sul mattone. Anche a questo fattore è dovuto l‘aumento del numero di compravendite registrato nel 2015 (pari al +5%) e che per il 2016 si prevede crescere fino al 6-7%.

Il “mattone” ha ripreso lo storico appeal e fiducia da parte degli italiani. Un segnale di ripresa del mercato immobiliare che fa da termometro della ripresa anche economica, seppur lenta. Lo confermano i dati della Federazione Italiana Agenti Immobiliari Professionali (Fiaip) di Pordenone che questa mattina nella sede di Unindustria di Pordenone ha presentato il borsino immobiliare 2016, appuntamento organizzato in collaborazione con Auxilia Finance e Bcc in cui si è disegnata una panoramica sui prezzi e sul mercato nella Destra Tagliamento. Alla mattinata è intervenuto anche Roberto Loschi, presidente della Fiaip di Venezia.

Gran parte di questo aumento è dovuto agli acquisti delle prime case, soprattutto da parte di giovani coppie che hanno potuto godere anche della maggiore flessibilità delle banche nel concedere mutui, aumentati del 70% nel 2015 e del 35% nei primi sei mesi del 2016. Le giovani famiglie sembrano aver recuperato la capacità di acquisto della prima casa, tornando a livelli del 2004 quanto alla capacità di poter sostenere un mutuo dopo circa 3 anni e mezzo di unione familiare a doppio reddito.

Le soluzioni più ambite sono immobili con due o tre camere preferibilmente nella fascia di prezzo tra i 100 e i 150mila euro. La fascia più gettonata rimane quella sotto i 100mila euro solitamente formata da soggetti stranieri con meno reddito.

Ad aumentare sono state anche le compravendite nel settore commerciale – mercato che per molti anni è rimasto fermo – nonché le locazioni di piccoli negozi purché situati in aree strategiche. Segnali che fanno ben sperare per il futuro della provincia.

Inoltre sono due i fattori particolarmente positivi, come sottolinea Marco Muffarotto presidente della sezione pordenonese della Fiaip: «Buoni segnali arrivano dall’area della Bassa pordenonese, dove il mercato delle abitazioni si sta muovendo, segnale che il territorio in cui sono insediate alcune industrie del mobile stanno lavorando bene».

Il secondo fattore positivo, «arriva dall’area attigua all’avianese – prosegue Muffarotto – dove c’è stata una crescita della domanda di immobili per i militari americani, dovuta probabilmente alla chiusura di una base Usaf in Germania e al conseguente rafforzamento di quella di Aviano». Quanto al capoluogo, Pordenone rimane méta poco ambita dai giovani, che pur scegliendo aree residenziali ben servite, si tengono distante dal centro città. Il capoluogo mantiene un elevato numero di immobili invenduti costruiti anni Settanta, «che andrebbero valorizzati ristrutturandoli. Speriamo i nuovi strumenti messi a disposizione dallo Stato e dalla Regione portino buoni frutti» conclude Muffarotto.

Il numero di compravendite nel 2015 in provincia di Pordenone sono state 2217, 448 nel solo capoluogo in aumento rispetto all’anno nero 2014 quando hanno toccato il minimo rispettivamente di 1976 transazioni nella Destra Tagliamento, di cui 409 a Pordenone. Si tratta di timidi segnali positivi, pur trattandosi di valori pari esattamente alla metà rispetto agli anni 2000.

In Fvg le compravendite sono state 10736, il che significa che gli immobili venduti sono stati «l’1,49% rispetto al patrimonio esistente, un rapporto positivo rispetto al quadro nazionale» come ha commentato Giuseppe Rovedo della direzione provinciale dell’Agenzia delle Entrate.

Il mercato immobiliare è uno specchio del cambiamento che riflette come lo scenario economico ma anche sociale «se una volta al rogito si presentavano i genitori che compravano casa ai figli, oggi abbiamo i nonni che acquistano per i nipoti» aggiunge Francesco Simoncini, presidente del Collegio Notarile di Pordenone.

«La filiera dell’immobiliare, composta dal 18 comparti, dal 2008 ha perso 700mila posti di lavoro. Eppure è proprio questo mercato a consentirci di uscire dalla crisi. L’Italia ha retto all’urto grazie ai bot e al patrimonio immobiliare. Le persone oggi hanno paura ad investire i propri soldi stanno calando le sicurezze social – commenta Paolo Righi presidente nazionale Fiaip ospite del convegno – ma i recenti decreti legislativi stanno pericolosamente facendo passare il patrimonio dalle mani dei privati a quelle delle banche».

Qualche battuta d’arresto del crollo lo conferma anche l’osservatorio dei costruttori, come afferma Flavio Rossit vicepresidente dell’Ance di Pordenone che conclude «per il 2016 prevediamo un’inversione positiva della tendenza, ma occorre generare nuova fiducia nel futuro»

All’aumento del numero di compravendite non corrisponde tuttavia un aumento dei prezzi che anzi in alcuni settori continuano a calare, specie nel caso dell’usato. Rimangono pressoché stabili i prezzi degli edifici nuovi; crescono anche le compravendite di immobili di fascia alta, a dimostrazione che la fiducia nel mattone porta a investire nuovamente in questo settore.

I prezzi nel borsino 2016 (utilizzato anche dall’Agenzia del Territorio come riferimento alle quotazioni di mercato) sono pressoché quelli dell’anno precedente: sono stati abbassati i valori minimi ma il rallentamento dei prezzi che ha contraddistinto gli scorsi anni sembra essere destinato ad esaurirsi.




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