PORDENONE – “I provvedimenti annunciati dimostrano tutta la difficoltà a immettere liquidità nelle aziende; vengono annunciate semplificazioni che sono, invece, complicazioni e abbiamo virologi ognuno dei quali, quotidianamente, dice una cosa diversa. Stiamo quindi deprimendo anche il valore della scienza. L’unica scelta del governo che, sin qui, ci è stata data è ‘state in casa’. Dobbiamo, invece, trovare un equilibrio virtuoso tra tutela della salute e tutela dell’economia”.
La dichiarazione proviene da Michelangelo Agrusti, presidente di Confindustria Alto Adriatico, a cui giudizio salute ed economia non sono temi disgiunti.
“Il bilancio della nostra regione – osserva – si regge sui 7/10 delle entrate dell’Irpef versate in Fvg e sui 9/10 dell’Iva. Se l’economia non riparte, una quota importante di queste entrate verrà a mancare. E visto che il bilancio della regione è composto per il 60% dalla spesa per la sanità, ne consegue che se non rimettiamo in moto la macchina, non avremo neanche più i soldi per pagarci la nostra sanità. Senza economia non riusciamo, quindi, a tutelare nemmeno la salute”.
“In questi giorni – rileva il presidente – abbiamo lavorato 8 ore al giorno con la Prefettura, la Guardia di finanza per esaminare le migliaia di domande dei nostri imprenditori che hanno tanta voglia di ripartire, nonostante sappiano di incontrare le difficoltà di un mercato depresso, presenti anche prima della pandemia. Il prefetto le ha approvate quasi tutte, tranne quelle che non rientravano nei famosi codici Ateco. Da questo, abbiamo potuto anche capire quale è stato il livello di contagio nelle nostre aziende, ed è stato zero. Il sondaggio svolto su 500 aziende di Confindustria Alto Adriatico ha dato il risultato di zero contagi ed è un dato importante perchè dimostra che si può lavorare e ci si può difendere dal virus. Le misure che abbiamo adottato: distanziamento, spogliatoi, mense, mascherine, misurazione della temperatura hanno dato i loro risultati”.
“Abbiamo discusso – riprende Agrusti – con le organizzazioni dei lavoratori per verificare insieme se ci sono le condizioni per tornare in fabbrica. Si è trattato di una scelta vincente. Stiamo cercando di remare tutti nella stessa direzione e avremmo bisogno che alla guida della barca ci fosse un governo. La Regione e fa quello che può, ma in casi gravi come questi, la guida non può che essere quella nazionale e ci aspettiamo che alla fine si decida e la decisione non può che spettare alla politica, non a virologi, esperti o quant’altro”.
“Ringrazio gli imprenditori, che vogliono dare uno stipendio alle famiglie, ai lavoratori. Dico loro di essere responsabili e di continuare a farlo nelle modalità raccolte nei protocolli che abbiamo definito. E’ la condizione fondamentale per mantenere salda la nostra credibilità”.
Cosa si aspetta nei prossimi giorni?
“Dal 4 maggio vorrei vedere un Paese che si rimette in marcia, che assume la consapevolezza del rischio, senza farsi impaurire più di tanto. Abbiamo, sin qui, dimostrato una maturità di popolo che forse non pensavamo di avere e potremo dimostrarla senza dover essere, ancora a lungo, segregati in casa. Questa misura deve finire”.
Maurizio Pertegato