Al via, dal 26 gennaio, le iniziative di Dedica 30
PORDENONE – Prenderà il via a fine gennaio, con il ritorno di importanti autori internazionali che sono stati protagonisti delle più intense edizioni della rassegna, da anni un evento unico nel panorama culturale nazionale, il percorso speciale di eventi costruito dal festival Dedica di Pordenone, organizzato dall’associazione culturale Thesis, per festeggiare il suo 30mo anniversario.
Dal 26 gennaio al 6 marzo 2024, Carmen Yáñez, Paolo Rumiz, Gioconda Belli, Björn Larsson e Yasmina Khadra saranno al centro dell’itinerario “La vita è l’arte dell’incontro”, che li porterà a Pordenone, Azzano Decimo, Sacile, San Vito al Tagliamento e nelle Università di Udine e di Lubiana e che precederà l’avvio dell’edizione numero 30 del festival, dedicata allo scrittore spagnolo Arturo Pérez-Reverte (16-23 marzo 2024).
Un percorso, quello di Dedica 30, che vede al fianco di Thesis la Regione Friuli Venezia Giulia, il Comune di Pordenone, la Fondazione Friuli, lo special partner Servizi Cgn; gode del sostegno di Coop Alleanza 3.0 e di Crédit Agricole e della collaborazione dei Comuni di Azzano Decimo, Sacile, San Vito al Tagliamento e delle Università di Udine e Lubiana.
“Il viaggio di Dedica è giunto al 30mo anno: un viaggio lungo, ostinatamente navigato con tutti i venti – afferma il curatore del festival Claudio Cattaruzza – seguendo sempre la rotta verso la libertà di pensiero, il coraggio delle idee, la necessità di approfondire e comprendere.
“L’originalità della rassegna sta nel voler conoscere in profondità un autore, protagonista assoluto e ogni anno diverso; catturare nell’insieme della sua opera e pensiero i preziosi dettagli che lo compongono; condividere e discutere con l’autore stesso ciascun appuntamento di ogni edizione; e tessere tutto ciò in un racconto scritto con i linguaggi dell’arte, dei libri, del teatro, del cinema e della musica. Festeggiare questo traguardo – prosegue – vuol essere non ricordo, ma memoria di ciò che contribuisce
a costruire le fondamenta di una società aperta; vuol affermare la volontà di continuare ad attivare dialoghi e, ovviamente, a migliorare; vuol manifestare la curiosità verso storie diverse e viaggi straordinari”
Ecco, allora, che il trentennale si apre con la possibilità di incontrare o re-incontrare alcuni prestigiosi autori con i quali il festival ha costruito e mantenuto ranche apporti di amicizia, per nuovi confronti e collaborazioni che, oltre a Pordenone, coinvolgono i Comuni di Azzano Decimo, Sacile e San Vito al Tagliamento e le Università di Udine e Lubiana.
“Parole di una vita o più” è il titolo della prima conversazione in programma il 26 gennaio a Pordenone, nella sala Ellero di palazzo Badini, alle 20.45. La scrittrice e poetessa cilena Carmen Yáñez – le cui raccolte sono state insignite di diversi riconoscimenti, dal Premio “Nicolás Guillén” al “Tonino Guerra” – partecipò a Dedica 2015 insieme al marito Luis Sepúlveda e con lui fu protagonista nel convento di San Francesco di Pordenone di un emozionante reading poetico.
Incontrarla nuovamente diventa l’occasione per conoscere le sue poesie e il suo libro “Un amore fuori dal tempo. La mia vita con Lucho”, attraverso il quale ricordare lo scrittore prematuramente scomparso nel 2020 e anche il loro amore fuori dal comune. A condurre l’incontro sarà Ilide Carmignani, traduttrice tra le più note in Italia, amica da anni di “Lucho”, e autrice di “Storia di Luis Sepúlveda e del suo Gatto Zorba”, preceduta da un’introduzione di Luigi Brioschi, presidente della casa editrice Guanda.
Il secondo “ritorno” sarà quello di Paolo Rumiz, al centro dell’edizione 2021 del festival. Il 9 febbraio dialogherà con il curatore di Dedica Claudio Cattaruzza nel Teatro Mascherini di Azzano Decimo, alle 20.45. “Il bagaglio per scrivere” è il titolo della conversazione nel corso della quale lo scrittore e giornalista triestino, che ha seguito da vicino gli eventi politici che hanno prodotto profonde trasformazioni nell’area balcanica, ma ha anche percorso in Italia e in Europa itinerari sconosciuti al turismo di massa, dandone conto nei suoi libri, parlerà anche del suo ultimo libro, “Una voce dal Profondo” (Feltrinelli Editore) uscito a novembre, un viaggio fra miti, cronaca e storia sulle tracce di vulcani e terremoti, una storia visionaria che porta l’autore, attraverso un suo speciale approccio “geologico”, a raccontare l’identità nazionale.
La terza ospite sarà una delle protagoniste che più sono rimaste nel cuore del pubblico del festival, Gioconda Belli (Dedica 2019). Due gli appuntamenti che, con il titolo “Scrivere è partecipare”, attendono la poetessa e scrittrice nicaraguense, una delle voci femminili più rappresentative del panorama letterario latinoamericano, autrice pluripremiata di diverse raccolte di poesie e numerosi romanzi, fra i quali “La donna abitata”, bestseller mondiale. Attivista, ha sempre pagato duramente il suo impegno civile e politico, partecipando prima al Fronte Sandinista di Liberazione Nazionale e più recentemente come oppositrice al regime del presidente Daniel Ortega, che nel 2023 l’ha privata della cittadinanza nicaraguense, costringendola all’esilio. Belli converserà dei suoi libri – in particolare della sua poesia e della recente raccolta “Il pesce rosso che ci nuota nel petto”, pubblicata da Molesini Editore – ma anche di attualità e del suo impegno il 27 febbraio, all’Università di Lubiana, alle 11.30, con Marija Ursula Geršak, docente di ispanistica, esperta di cultura sudamericana e traduttrice; il 28 febbraio al Capitol di Pordenone, alle 20.45, con Federica Manzon, scrittrice e direttrice editoriale di Guanda.
“Destinazione uomo” è il tema della conversazione che riporterà a Dedica Björn Larsson (protagonista del festival nel 2017), scrittore, traduttore, filologo, docente universitario, velista appassionato, e uno degli autori svedesi più noti anche in Italia (suo il best seller “La vera storia del pirata Long John Silver”) e anch’egli pluripremiato. A febbraio uscirà la sua nuova opera, il saggio filosofico edito da Raffaello Cortina “Essere o non essere umani”: di questo e dei temi presenti nella sua importante produzione letteraria – dove il mare è sfondo per storie di libertà, di esseri umani, di vite e delle loro rappresentazioni – converserà a Sacile, nel Teatro Ruffo, il 1° marzo, alle 20.45, con lo scrittore, giornalista culturale e conduttore radiofonico Paolo Di Paolo.
Doppio appuntamento, e particolarmente agganciato alla tragica attualità, anche per l’autore che chiuderà il ciclo “La vita è l’arte dell’incontro”, Yasmina Khadra (Dedica 2016), pseudonimo dello scrittore algerino francofono Mohammed Moulessehoul, le cui opere sono state in oltre quaranta lingue. Il suo romanzo “Cosa sognano i lupi?”, ora ripubblicato da Sellerio, descrive l’evoluzione tragica e cruenta della società algerina dalla fine degli anni Ottanta, narrando come possano nascere fondamentalismo e terrorismo. Khadra sarà all’Università di Udine il 5 marzo, alle 10.30, dove converserà con Alessandra Ferraro, docente e studiosa di lingua e letteratura francese, e a San Vito al Tagliamento (Antico Teatro Arrigoni) il 6 marzo, alle 20.45, in dialogo con Alessandro Mezzena Lona, scrittore, giornalista, saggista. “A sud del Mediterraneo” sarà il filo conduttore degli incontri con un autore che è profondo conoscitore della cultura e delle società di quell’area geografica, coscienza critica di un mondo a due passi dall’Europa, che appare a volte estraneo e conflittuale.