PORDENONE – «Noi Gruppo Albergatori di Ascom-Confcommercio non abbiamo l’obbligo di chiusura così come durante il lockdown, siamo considerati un’attività essenziale per dare un servizio alla comunità. Tuttavia vogliamo far presente che anche se aperti, noi albergatori ma così anche per i commercianti e gli artigiani sentiamo fortemente la chiusura di tutte le altre attività».
Così la presidente di categoria Giovanna Santin che precisa: «Noi diamo un servizio “ponte” tra i turisti e le attività. Chiudendo teatri, fiere, ristoranti, pubblici esercizi e così via, le persone non hanno interessi e necessità di spostarsi, se chiudiamo noi invece si trovano in difficoltà tante altre attività.
Questo per capire come ogni attività imprenditoriale è essenziale. Lavoriamo insieme per dare un servizio a 360 gradi a chi visita la nostra città, dall’alloggio, al ristoro, all’intrattenimento e così vi. Se viene a mancare uno di questi servizi la catena si spezza».
E ancora: «Noi tutti abbiamo seguito e stiamo ancora seguendo le normative e le regole imposteci dal governo per contrastare il corona virus, abbiamo speso soldi, abbiamo diminuito la clientela e di conseguenza ridotto le entrate per far fronte alle richieste del governo.
Adesso ci troviamo di nuovo a richiudere le porte dei nostri locali. Esprimiamo massima solidarietà e vicinanza alle attività commerciali e più in generale alle imprese economiche e ai quei lavoratori che per decreto hanno dovuto chiudere completamente le loro attività e a quelli che sono obbligati a rispettare un orario ridotto».
Noi albergatori- spiegano i responsabili della categoria- dopo la riapertura di maggio non siamo ripartiti al 100% poiché molti eventi sono saltati, molte frontiere sono rimaste chiuse, altre hanno subito delle rigide restrizioni che per forza di cose hanno come conseguenza ridotto la circolazione.
Il turismo è un comparto che si trova in costante difficoltà, ci sentiamo molto spesso dimenticati. Ricordano inoltre che molte strutture alberghiere del territorio lavorano con il congressuale e il convegnistico, bloccato completamente con il decreto di 2 settimane fa.
Ora con l’ultimo decreto stanno ricominciando nuovamente le disdette anche soprattutto per quanto riguarda l’affitto delle camere, nonostante il forte calo generale delle prenotazioni già registrato in questi mesi. Disdette a pioggia che lasciano vuote le strutture ricettive anche per i prossimi mesi.